Di recente con alcuni amici ci siamo dati un impegno di intraprendere una iniziativa, per la ricostruzione della Chiesa di Sant’Antonio Abate, con il supporto di una raccolta fondi. Di tale iniziativa ne abbiamo parlato con il nostro Parroco, che non disdiceva.

Il Parroco mi riferiva, che esisteva un progetto esecutivo, ma che non era in possesso,Personalmente non conoscevo l’esistenza di un progetto, se non poche notizie fornitemi di recente dallo stesso Parroco e successivamente da diversi cittadini che invece conoscevano bene l’esistenza dei grafici progettuali.Si tratta di qualcosa di grandioso, una Chiesa di dimensioni enormi su due livelli, con una torre campanaria altissima, gli impianti tutti completi, così pure le strutture in cemento armato che al solo guardare i grafici, mi hanno sconvolto, per la imponenza della struttura.

Il Borgo Geraci ha una popolazione che è molto inferiore ai 1600 abitanti e che nel tessuto urbano sono presenti molte chiese, quasi tutte funzionali e frequentate tranne una che si trova nella Piazza Principale, che deve essere ristrutturata. Le stesse chiese sono tutte antiche di origine medievale, così pure la chiesa di S. Antonio Abate, che peraltro ha una connotazione particolare, per la presenza annessa alla chiesa di un ricovero per animali in transito. Quindi l’insediamento di una così imponente chiesa progettata, avrebbe un impatto non idoneo, perché per primo si andrebbe a stravolgere la storia, la natura, le origini medievali del nostro ambiente.

È prevista una spesa a far data di oltre 18 anni addietro, un importo di circa un milioneseicentomila euro. Da sottolineare che lo stesso prezziario dopo oltre 18 anni sarebbe lievitato almeno al doppio, cioè avrebbe una incisione di 3 o 4 milioni di euro. A questo punto se dovesse persistere tale progettualità, per quello che vale, non sarei più un sostenitore dell’iniziativa. Il mio modesto parere, è che va riproposta la stessa chiesa nella sua identità originaria e mantenuto, la stessa quota, affinché resti memoria, realizzando un seminterrato, che servirebbe per i servizi annessi alla Chiesa. Aggiunto, che se si volesse fare una iniziativa valida, si potrebbero creare nell’area di pertinenza (circa 3500/4000 mq dei box in legno con sole tettoie all’aperto recintati e chiusi di rete sempre idonea per la creazione di una sorta di piccolo parco, con degli animali di facile gestione, qualche gallina, il gallo, il coniglio, la lepre, il pavone, l’asinello, il poni etc. affinchè non solo sarebbero in perfetta sintonia con la vocazione del Santo, ma si creerebbe con la presenza degli animali descritti, un’attrazione per le scolaresche anche dei paesi limitrofi e non solo,. Si creerebbe inoltre un’attrazione e un indotto turistico, utile per animare la collettività con un riscontro sociale non indifferente.

Ho fatto memoria dell’Amm.ne dell’Ing. Fazio, di qualche anno fa, che fu anche Senatore della Repubblica, dando l’incarico all’Ing. Enea per redigere il piano urbanistico. Penso tutto l’esecutivo ha voluto che venisse lasciata un’area molto vasta circa 3500/4000 mq al servizio della chiesa, affinchè venissero realizzate le attività mensionate prima e con un oratorio per intraprendere quelle attività ricreative ma anche creative. Potevano lasciare solo una piccola area a servizio della chiesa e la restante inserirla nella lottizzazione per creare lotti da sottoporre alla comunità e quindi fare cassa. Ma hanno preferito, hanno scelto bene, certi che nel futuro non avrebbero insediato una mega Chiesa che non risponde alle esigenze della collettività. Inoltre i ruderi della Chiesa esistente, S. Antonio Abate da quello che abbiamo appreso dalla viva voce di persone autorevoli ed influenti, non sarebbe più presa in considerazione per privilegiare appunto la CHIESA progettata già da tempo, ed in attesa di finanziamento. NON È GIUSTO! È INACCETTABILE!

A mio modesto parere, si tratterebbe di uno stravolgimento totale delle origini della chiesa di S. Antonio con tutta la sua storia, cultura e la sua originalità.

Ho fatto un riavvolgimento della nostra recente storia ambientale. Ci fu un tempo in cui si sono prese delle decisioni, ad esempio la demolizione della Chiesetta del SS. Salvatore. Era in via Maggiore angolo via SS. Salvatore, accostata all’ospedale Civico del Monte di Pietà. Si è realizzata una nuova struttura sanitaria più spaziosa. La Chiesa citata necessitava di una buona manutenzione, soprattutto il tetto, era ridotto un po’ male. La chiesa era dotata di una statua di Santa Rita da Cascia, oggi posta in una cappella della Chiesa Madre di Geraci; di una statura di S. Calogero, oggi posta in una cappella privata in agro sempre di Geraci, C.da San Calogero, una tela raffigurante la trasfigurazione data 1794 opera di Giuseppe Di Garbo; una piccola tela della “Mater Salvatoris” di influenza fiamminga; di un serbatoio e relativo catino per abluzioni, monoblocco di colore grigio di stile barocco, custoditi ed inventariati nella sede del Museo di eccellenze delle Madonie, presso il Convenuto dei padri Cappuccini di Geraci Siculo. In un altro periodo altri hanno prese delle iniziative, e cioè demolire la Chiesetta della SS. Trinità, oggi Villetta Comunale. All’interno della chiesetta, un mio amico di recente mi ricordava, che esisteva un sarcofago con dentro un soldato con una spada ad arco saraceno ed uno scudo rotondo. Le Chiese descritte erano state realizzate a loro tempo in pietra, uno scrigno d’arte artigianale.

Tutto ciò premesso, penso e ripeto che sia giusto ricostruire la Chiesetta di S. Antonio Abate, così come è stata concepita qualche secolo addietro, perché la memoria è parte montante di un paese, è un dovere farla emergere e tenerla viva. La memoria bisogna tutelarla, preservarla, recuperarla per quanto possibile, mettendo in evidenza la nostra storia originaria, ambientale, che va diffusa, trasferita e tramandata alle nuove generazioni. Questo concetto è stato riproposto altre volte perché altrimenti si vanifica la nostra storia. Sono certo che gli Amm.ri Com.li, gradiranno il mio suggerimento e sapranno valorizzare al meglio le indicazioni descritte. Sono certo inoltre che si avranno riscontri inaspettati e risultati soddisfacenti per l’intera collettività, ma soprattutto per mantenere e rafforzare le origini della nostra storia e non stravolgerla con iniziative non idonee dannose anche economiche per la nostra collettività.

Le mie sono sempre delle considerazioni, delle riflessioni, delle indicazioni con spirito collaborativo, dettate dal mio profondo sentimento di attaccamento al Borgo Geraci, lontano dalle critiche sterili, che non porterebbero da nessuna parte.                                         

Giacomo Miriana