TRA CIELO E MARE, Personale di Giuseppe Martinez, presso lo Spazio Eventi Bastione di Cefalù dal 13 al 27 aprile 2024. Inaugurazione 13 aprile ore 18:30 – relatore Enrico Stassi.Quanti fra noi si sono soffermati a guardare il cielo, affascinati dalle sue forme variabili, inconsuete, evanescenti, con le sue nuvole in viaggio perenne, con i suoi tiepidi soffi di Sicilia… e vedere un cavallo dalla folta criniera venirci addosso e il suo cavaliere arabo agitare la sua scimitarra: «Un dispiegarsi rigoglioso di forme che in preda a misteriose metamorfosi si trasformano incessantemente».


Quante volte abbiamo pensato di vedere la nostra donna, con i suoi lunghi capelli, cuore gentile e musa danzante di ogni giorno, apparire ancora una volta e poi vederla svanire per sempre sotto lo sguardo stupito e rassegnato.
Poi gli occhi si abbassano, una sottile linea bianca divide tutto ma la magia continua. Dormono adesso cavalli e cavalieri e i grossi pesci scivolano tra le barche cullate dalle onde in un intorno di tonnare dimenticate. Questo mare, “tasselli irregolari” di colori, calmo a volte, a volte impetuoso, che disattento si infrange sulle sagome sbiadite dei nostri ricordi. (Giuseppe Martinez).

Biografia
Giuseppe Martinez, Palermo 1953, dopo il diploma di maturità scientifica, intraprende gli studi universitari presso la Facoltà di Architettura di Palermo.
Pittore autodidatta, inizia a dipingere già negli anni ‘70 dedicandosi all’acquerello, per poi occuparsi di grafica, nel periodo in cui ha lavorato presso la Fiera del Mediterraneo partecipando alla realizzazione di diversi eventi e realizzando alcuni pannelli pubblicitari per la Cassa di Risparmio sotto la guida dell’Ing. Savagnone (1978 – 1980).
Nel 1987 partecipa al Concorso organizzato dall’Assessorato Cultura Provincia di Palermo per l’Anno dell’Ambiente. Ma è soltanto due anni dopo, nel 1989, che decide – spinto dall’entusiasmo di alcuni amici – di organizzare una sua personale presso il Circolo Culturale E.N.D.A.S. Sicilia.
Nello stesso anno è invitato a esporre alcuni dei suoi acquerelli al Circolo Culturale I Grilli, nella splendida cornice di Piazza Cavalieri di Malta a Palermo.
Nel 1990 presenta una sua mostra personale presso la Galleria Passepartout di Palermo.
Nel 1991 espone alcune sue opere alla Rassegna d’arte contemporanea di Torretta (PA), dove un anno dopo partecipa alla prima Estemporanea organizzata dal Comune di Torretta, classificandosi secondo con l’acquerello “Campi di sommacco sopra il Comune”.
Lo stesso anno partecipa alla seconda mostra collettiva organizzata dal Banco di Sicilia e l’anno successivo, nel 1993, alla prima mostra per artisti dilettanti organizzata a Palermo dalla Provincia Regione Sicilia.
La sua vita pittorica è caratterizzata da intervalli più o meno lunghi che lo hanno allontanato dalle esposizioni pubbliche ma mai dalla pittura; tant’è che nel 2000 espone in una sua personale organizzata e curata da Eugenio Arena nella sua galleria ARTEMERCATO di Palermo, riscuotendo ampi consensi anche di critica.
Nel 2019, dopo una lunga assenza da eventi espositivi senza però mai allontanarsi dall’ispirazione creativa, ha partecipato a un progetto di Valeria Di Chiara e Catia Sardella “Palermo dal Mare” per il Fabriano Festival e nel 2023 a un altro progetto di “Palermo dal Mare”, organizzato in occasione delle Giornate Europee del Patrimonio 2023.
In una recensione pubblicata sul Giornale di Sicilia il 31 marzo 2000, Marina Giordano ha scritto: «Dal suo sogno creato da linee e colori, sono nati scenari, battaglie, e paesaggi che riecheggiano le
magiche atmosfere da Mille e una notte».

Descrizione della mostra di Giuseppe Martinez
La mostra è un viaggio immaginifico e suggestivo fatto di forme e colori attraverso i luoghi amati della nostra terra, la Chiesa dell’Ammiraglio, La piccola Cuba, Cefalù, Monreale, il Teatro Massimo e la Cattedrale di Palermo, Modica, Marsala, Vulcano, Pantelleria, con qualche piccola eccezione per luoghi amati e mai più dimenticati come Praga.
Il sogno di una realtà che solo a volte diventa tale e che rievoca la memoria di luoghi sospesi tra oriente e occidente. Un percorso articolato, tra mare e cielo, ma non solo. Un percorso che attraverso quasi trenta paesaggi (anche immaginari) – tra acquerelli, chine acquerellate e tecniche miste – svela estemporanee relazioni amorose tra un cielo svagatamente indefinito e un mare volutamente ondeggiante, utilizzando imprevedibili e inesistenti messe in scena, tra le curve di cupole rosseggianti e le linee incrociate e sfuggenti di antichi palazzi dimenticati.
Le cose, tutte, il cielo, il mare, i palazzi, prendono la loro linfa vitale da linee e colori, che ne risolvono gli indefiniti limiti.
I quadri – realizzati alcuni utilizzando il tratto deciso della china, altri senza nemmeno l’ausilio del disegno a matita – sono quasi tutti volutamente tagliati in senso orizzontale, spesso schiacciati, e sono racchiusi in ipotetiche finestre dalle quali poter osservare uno scorcio di cielo confuso tra forme sfumate e un pezzo di mare dove le poche barche altalenanti quasi accarezzano il filo delle onde. Una finestra dalla quale affacciarsi nelle calde sere d’estate per ascoltare la preghiera propiziatoria del Rais o alle prime ore del giorno per vedere lo scintillio della luce sulle saline. Un modo per ascoltare il rumoroso silenzio di qualcosa che non c’è. “Tra cielo e mare” quasi esclude la presenza dell’uomo ma allo stesso tempo contempla e ne esalta la bellezza di quanto scaturito dalla sua opera e dalle sue passate culture.
Questa mostra prende spunto dalla considerazione che l’uomo, ostaggio e padrone di un mondo che ruota ormai accanitamente su se stesso alla ricerca dell’eternità perduta, possa, attraverso queste piccole finestre colorate, guardare con rinnovata speranza a se stesso e alle cose che ci circondano, da sempre viste e mai guardate veramente.
«A trionfare è il colore, cui è affidato il farsi delle forme. Le tinte travolgono le superfici, piegano a sé le geometrie dei palazzi ed i tasselli irregolari di alcune forme, che scompaiono in mezzo al dilagare delle cromie e alle sinuosità delle linee dominanti». (Marina Giordano)