Oggi 4 marzo alle ore 9.30 presso il cine teatro Grifeo, a Petralia Sottana,seconda giornata(dopo quella di Raffo) di commemorazioni di Epifanio Li Puma,dove si terrà una iniziativa aperta alle scuole, a più voci, tra filmati, monologhi e testimonianze, dal titolo “La nostra memoria storica per le nuove generazioni”. Dino Paternostro, responsabile dipartimento Archivio e memoria storica della Cgil Palermo, presenterà il documentario realizzato assieme a Pierluigi Basile, elaborato e montato da Fabrizio De Pascale, della fondazione Altobelli di Roma, dal titolo “Una strage ignorata, sindacalisti uccisi dalla mafia in Sicilia”, con interviste ai familiari di Li Puma, Rizzotto, Azoti, Miraglia, Casarrubea e di altri sindacalisti uccisi dalla mafia.

Seguiranno il monologo di Santo Li Puma “Sudore e sangue” e la testimonianza sulle lotte contadine di Antonio Neglia. Interventi di Pietro Politi, sindaco di Petralia Sottana, Pietro Macaluso, sindaco di Petralia Soprana, Maria Grazia Di Gangi, dirigente dell’istituto comprensivo Castellana-Polizzi-Alimena, Vito Pecoraro, dirigente dell’Iiss Pietro Domina di Petralia Sottana. Conclude Dario Fazzese, segretario Cgil Palermo.  

“Con l’assassinio di Epifanio Li Puma, la mafia, gli agrari e la politica reazionaria siciliana vollero privare il movimento contadino madonita di un dirigente capace e prestigioso, che stava organizzando importanti iniziative di lotta per l’assegnazione delle terre incolte o mal coltivate alle cooperative dei contadini – dichiarano Dino Paternostro e Dario Fazzese, che ringraziano  la fondazione Altobelli per la produzione e proiezione del documentario –  Contemporaneamente, si volle lanciare un messaggio politico ai siciliani alla vigilia delle elezioni politiche del 18 aprile 1948, attraverso un crescendo di delitti. Il 2 marzo 1948, infatti, venne assassinato Li Puma, otto giorni dopo, il 10 marzo sarebbe stato ucciso Placido Rizzotto a Corleone e il primo aprile Calogero Cangelosi a Camporeale. Un messaggio chiaro: chi si schiera col movimento contadino e con la sinistra muore. La memoria di quelle lotte oggi serve ad onorare i nostri caduti, ma anche a contrastare le moderne forme di sfruttamento dei ceti sociali più deboli e i segnali di autoritarismo sempre più espliciti e inquietanti”.