Nella sua ampia e varia attività, Igor Scalisi Palminteri, artista di strada e di quartiere, amante del lavoro svolto fuori da uno studio per stare tra la gente, di cui cogliere i bisogni, le esigenze, le sofferenze, ha sempre dedicato una particolare attenzione ai bambini, con i quali ha condiviso tante esperienze creative ed educative e ai quali ha dedicato tante opere, tutte con una grande carica formativa, con un pensiero rivolto spesso alla sua bambina, cosa che sottolinea come nell’artista vita e arte procedano in simbiosi. E di alcune di queste opere vorrei brevemente parlare in maniera introduttiva rispetto al nuovo murale realizzato sulla facciata della scuola primaria “Botta” di Cefalù.

Un’operamolto significativa è Storie diverse nella Scuola elementare di Balestrate, che affronta il tema della diversità a partire, come lui stesso racconta, dai peluches della sua bambina. Il soggetto è una elefantina blu gigante con una draghetta di pezza verde sul dorso. Esse sono diverse per tipologia, razza, dimensione, ma sono simbolo dei percorsi che si fanno nella vita, i quali sono arricchiti da chi è altro da noi. Spesso si ha paura di chi arriva da un altro posto, come reciprocamente possono avere paura una draghetta e un’elefantina, ma quando una persona entra nella tua vita e la conosci profondamente tutte le paure svaniscono.

Con le stesse mani è stato realizzato nel Parco giochi di Isnello. Riproducendo il volto di Iqbal, l’opera d’arte è una decisa affermazione della libertà e dei diritti di cui tutti i bambini del mondo dovrebbero godere, in base alla “Dichiarazione dei diritti del fanciullo” dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (1959) e della “Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia” (1989), nella quale si afferma che il bambino ha il diritto al gioco e attraverso di esso ha il diritto a partecipare liberamente alla vita culturale ed artistica. Sappiamo che questo, purtroppo, non sempre accade e il murale è un richiamo agli adulti di tutto il pianeta, affinché cessi lo sfruttamento dei bambini per un’infanzia libera e gioiosa.

Io sono te campeggia in un palazzo del quartiere Sperone, vicino alla scuola “Pertini” vandalizzata durante il lockdown, in un contesto in cui non è così scontato che i bambini frequentino la scuola. Il soggetto del murale è un bambino con le braccia alzate. L’artista ha affermato di volere “raccontare un’infanzia che soffre nella nostra città e che soffre in tutto il mondo”. Il bambino con le braccia forse chiede aiuto o forse chiede di andare in alto, di elevarci al di sopra della sporcizia, della trascuratezza e del degrado. E dietro di sé proietta un’ombra che disegna un bambino in croce. “Spero che questo dipinto sia di buon auspicio perché l’ombra della croce, della sofferenza e della trascuratezza possiamo mettercela alle spalle”. Il tema ritorna nell’opera Ecce Homo, a Danisinni, che raffigura un piccolo re seduto sul trono e con la corona sul capo: il bambino, però, ha i piedi legati, espressione della condizione di prigionia dell’infanzia in certe periferie trascurate e lasciate ai margini della cultura e del progresso.

Ora ti passa è un dipinto sul muro dell’Ospedale pediatrico “Di Cristina” di Palermo. L’opera raffigura una dottoressa, alla quale un bambino sta applicando un cerotto sulla fronte, ribaltando così i ruoli di medico e paziente. “Questo messaggio vuole essere la metafora della nostra società, – spiega l’autore dell’opera – i bambini ci possono guarire e noi adulti dobbiamo lasciarglielo fare”. E questo ci conduce a Nessuno resti solo, realizzato aCaivano, in cui due bambine tengono in mano una piantina appena sbocciata e sorridono. Se dedichi cura a una piccola pianta, questa crescerà rigogliosa: se curi i luoghi e le persone che ci vivono, sconfiggi il degrado.

I bambini sono stati protagonisti del progetto Ballarò tale, un percorso creativo che ha coinvolto diverse generazioni attraverso le testimonianze dagli abitanti di Ballarò trasformate in storie fiabesche per i piccoli, i quali le hanno illustrate per poi realizzare dei dipinti sui muri di Ballarò, veri e propri libri di cemento che raccontano Le avventure di Peppe SenzaSuola a Ballarò, cheè diventato un testo di Alberto Nicolino con le illustrazioni di Igor Scalisi Palminteri.

E adesso, Vola con me sulla facciata della scuola primaria di Cefalù, in cui i protagonisti sono i bambini e i libri.

E per parlare di questo murale, vorrei partire da Umberto Eco: “Chi non legge, a settanta anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto cinquemila anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’Infinito. Perché la lettura è un’immortalità all’indietro”. Leggere quindi è un’espansione della nostra conoscenza che ci libera dalle limitazioni dell’esistenza quotidiana, ci dona un’immortalità all’indietro ma, allo stesso tempo, ci proietta nel futuro

Dice Daniel Pennac che “la lettura è come l’amore. La questione non è di sapere se ho o non ho tempo per leggere (tempo che nessuno, d’altronde, mi darà), ma se mi concedo o no la gioia di essere lettore.  Nessuno ha mai detto di non avere il tempo per essere innamorato o innamorata! Eppure il concetto è lo stesso! Il tempo per leggere è un tempo che si ruba agli obblighi della vita, è come il tempo per amare. Ogni volta che siamo innamorati rubiamo del tempo al lavoro, agli impegni domestici, il tempo dell’amore e della lettura è un meraviglioso furto! E quindi non credo a chi mi dice di non avere il tempo di leggere. Si può non avere la voglia di leggere, si possono avere altre preferenze, ma non mi si venga a dire che manca il tempo di leggere, è come dire che non c’è il tempo di amare!”

Leggere un libro non è dunque solo allargare i propri orizzonti o evadere dalla realtà, ma anche compiere un’indagine su se stessi. Ogni libro corrisponde, così, a un piccolo tassello, una tessera da collocare nel mosaico della propria vita, una via attraverso cui raggiungere i labirinti che si nascondono dentro ciascuno di noi e in qualche modo dipanarli. Sfogliare le pagine vuol dire cercare noi stessi: noi siamo, in fondo, i libri che abbiamo letto. Non è un caso che una delle libertà che viene calpestata nei regimi dittatoriali è quella relativa alla lettura. Basti pensare al romanzo Fahrenheit 451 di Ray Bradbury, in cui si narra di una società in cui la lettura è proibita e tutti i libri vengono bruciati, perché la lettura è libertà e può essere un gesto rivoluzionario.

Ed ecco il senso del murale di Igor Scalisi Palminteri: l’importanza della libertà di viaggiare con i libri, i quali costituiscono un biglietto di andata verso nuovi mondi, un viaggio verso la libertà: il piacere del viaggio per i bambini può iniziare ancora prima che imparino a leggere: “Per questo è così tremendamente importante leggere a voce alta ai bambini più piccoli. È l’unico modo per renderli partecipi del piacere della lettura prima ancora di sottoporli alla fatica di leggere. Se sanno qual è la ricompensa e l’hanno già apprezzata, affronteranno più volentieri la fatica. Il libro per i più piccoli è un giocattolo magico che spalanca finestre su nuovi mondi, reali e fantastici” (Annamaria Testa, https://nuovoeutile.it/fatica-di-leggere/).

Il murale di Igor Scalisi Palminteri presenta una serie di volumi che sembrano prendere vita, librando con leggerezza nell’aria, con pagine che si trasformano in ali. Con i libri volanti, ci sono bambini gioiosi, ognuno dei quali sembra essere il pilota del proprio viaggio attraverso il mondo della conoscenza. Libri di tutte le dimensioni fluttuano nell’aria come farfalle di carta, evocando il potere liberatorio della lettura: sembrano staccarsi dalla parete e andare verso gli osservatori. Ogni libro, con la sua copertina colorata, rappresenta una storia unica, pronta ad aprirsi e ad accogliere chiunque desideri esplorare le sue pagine. La bambina, in particolare, osserva tutto dall’alto del suo volume volante con un sorriso pieno della gioia e della consapevolezza di esplorare mondi nuovi e affascinanti.

Questo murale, che si estende negli spazi interni della Scuola primaria di Cefalù, grazie a un laboratorio di pittura realizzato per i bambini con il contributo di Nino Carlotta, celebra l’importanza della lettura come ponte verso la scoperta, la fantasia e la crescita personale. I libri lungo il corridoio della scuola annullano le distanze e dimostrano il fatto che il mondo della lettura e della conoscenza non ha confini, superando la barriera interno-esterno.

Guardando il murale nel suo insieme, si può percepire un palpabile senso di meraviglia e di speranza. È come se ogni pennellata raccontasse una storia di crescita, di scoperta e di possibilità infinite. E mentre i bambini volano tra le pagine dei libri, si capisce che la vera libertà risiede nella capacità di lasciarsi trasportare dall’immaginazione e di lasciare che il sapere ci sollevi verso nuovi orizzonti, dove ogni sogno è possibile e ogni barriera superabile, con la creazione di un mosaico di conoscenza e avventura che cattura l’attenzione di tutti.

In definitiva, il murale Vola con Me non è solo decorazione artistica, ma soprattutto una fonte di ispirazione per gli studenti, incoraggiati mettersi in volo attraverso la lettura e l’apprendimento, mentre si dirigono verso un futuro pieno di speranza e possibilità.

E come le due bambine di Caivano ci insegnano l’amore per un germoglio e il bambino di Ora ti passa cura con il cerotto un medico, anche in questo caso i bambini hanno qualcosa da dire agli adulti, hanno sicuramente qualcosa da insegnarci, perché i libri sono più di semplici oggetti di carta; sono finestre aperte su mondi meravigliosi che attendono solo di essere esplorati.

Che ogni bambino possa trovare nel piacere della lettura il suo compagno di viaggio più fedele e il suo strumento per crescere, imparare e sognare.

LEGGERE LIBRI, LEGGERE LIBERI, LIBERI DI VOLARE.

Rosalba Gallà