Dopo la “ Caduta du tiluni ”, ovvero del grande drappo che già da qualche settimana copriva l’intero altare maggiore,oggi a mezzogiorno si è ripetuto il  tradizionale” N’cuontru “ tra il Cristo Risorto e la Madonna,rito di Pasqua che avviene in un punto strategico del paese, “o  Cullegiu”, dove le due statue portate a spalla dalle rispettive confraternite,al triplice squillo di  tromba, di corsa si abbracceranno tra l’emozione degli astanti.

Mentre in quasi tutti i paesi della Sicilia le celebrazioni e le processioni si concentrano prevalentemente nella rievocazione dei momenti dolorosi, come espiazione delle colpe attraverso la rappresentazione della Passione di Cristo, a Petralia Sottana  il culmine dei riti si colloca  tra la mezzanotte e il mezzogiorno delle Pasqua di Resurrezione,  momento di gaudio, carico di  valenze simboliche non solo religiose ma  connesse anche   al divenire della natura generatrice che, per avere nuova energia, dopo  l’inverno  rinasce  con la primavera. Simbologia di rigenerazione che ritroviamo anche nei dolci tradizionali pasquali: “acìeddru ccu l’ova” e u “Cannilieri”( grandi biscotti di varia foggia con uova sode).

. Le due statue vengono portate attraverso il centro storico seguendo  itinerari diversi per poi fermarsi in punti precisi del paese in prossimità del “Chianu ‘u Culleggiu,” dove attendono lo sparo dei mortaretti e il segnale dei cerimonieri: tre squilli di tromba tre spari. Il Cristo Risorto e la Madonna si muovono, si intravedono, corrono l’uno verso l’altra. La Madre riconosce il Figlio e perde il velo del dolore. Madre e figlio si abbracciano, tra applausi, lacrime di commozione, volo di candide colombe, spari di mortaretti e note della banda musicale. Una cerimonia coinvolgente, gioiosa, liberatoria, propiziatrice per tempi migliori. Si racconta che nelle antiche famiglie patriarcali viveva la tradizione in cui gli sposi delle borgate vicine dovevano impegnarsi nel matrimonio a portare la sposa per Pasqua ad assistere a questo evento.