Tutte le Giornate internazionali sono state istituite nel ricordo di qualcuno o di qualcosa. L’oblio è il rischio peggiore che si corre in una società che corre veloce. Così come è facile scadere nel ridicolo della retorica o, peggio, nell’ equivoco.
L’8 marzo non è una “festa” ed è triste doversi “augurare” che certe cose finalmente cambino, nel quotidiano.
Il cammino per la difesa dei diritti non è concluso per le Donne; è ancora irto di difficoltà ideologiche e di limiti culturali difficili da scardinare, quasi come il primo giorno in cui tante valorose donne, molto prima di noi, sono uscite dai ranghi di quello che era un esercito silenzioso e hanno deciso di alzare la testa e la voce per ribellarsi e lottare.


Una società giusta, di libere ed eguali è possibile se solo certi cliché, cattive abitudini e pregiudizi verranno sradicati, per sempre. Per costruirla, ogni giorno, le donne hanno bisogno di essere unite e consapevoli dei loro ruoli e del loro valore ma hanno anche bisogno di uomini altrettanto consapevoli e complici, disposti a sostenerle e motivarle in ogni piccola grande battaglia, ambizione, speranza, sogno o idea.
Tuttavia, non sarà un traguardo facile e immediato finché sarà considerato normale:

  • apostrofare con tanti “Stai zitta!” le proprie madri, sorelle, compagne, mogli, colleghe, a casa, nelle aule di scuola, tribunale, consiglio comunale, per strada, al telefono, ogni volta che si vuole imporre a tutti i costi una opinione evidentemente debole e carente di argomentazioni
  • considerare meno qualificata una donna per retribuirla meno
  • considerare una minaccia o un limite la maternità
  • considerare “facile” chi con fatica e impegno ce l’ha fatta
  • non votare
  • rendere poco agevole l’accesso ai consultori, ai presidi di pubblica sanità e cura e l’esercizio del diritto alla contraccezione e all’aborto
  • evitare, offendere, svilire, disprezzare, sopprimere, sfregiare, violentare, uccidere perché non si riesce a controllare, gestire, manipolare un rapporto
  • dovere imporre “quote” per assicurare una parità che comunque non verrà mai sostanzialmente raggiunta
  • prevedere per legge ciò che dovrebbe essere “normale”
    E l’elenco potrebbe essere molto più lungo e continuare…

  • Ci sono tante, piccolissime azioni, che ognuno di noi dovrebbe compiere senza dovere nemmeno pensare.
    Tante quante i piccolissimi fiori di mimosa che Teresita Mattei (la più giovane delle elette in Assemblea Costituente) e Rita Montagnana, partigiane, comuniste e politiche impegnate, protagoniste delle lotte femminili del dopoguerra, scelsero simbolicamente l’8 marzo del 1946 per celebrare tutto ciò che, nell’essere donna, dovrebbe essere semplice, spontaneo, naturale e di facile godimento.
    Eppure, oggi, anche le mimose sono diventate rare, fuori stagione e care.
    Come le conquiste.
    Per tutto il resto, “C’è ancora domani”.

    La Coordinatrice
  • Luciana Cusimana