Nelle scorse settimane trovandomi in piazza a Geraci Siculo,ho assistito all’arrivo di un camion che portava delle piantine di ulivi, avviate alla crescita. Sarebbero servite per abbellire gli ambienti prescelti per i cosiddetti mercatini, bella iniziativa della programmazione delle Festività Natalizie, con la piena sorveglianza ed attenzione che tutto procedesse al meglio, da parte di alcuni Consiglieri Comunali.Una iniziativa molto bella.


Mi ha fatto tornare indietro nel tempo, trascorso da giovane a Geraci, i miei ricordi sono disseminati lungo ogni angolo del Borgo dove sono nato, con le vecchie case, in pietra e rocce consumate solo dal tempo. Di questi tempi ricordo nevicava spesso ed il paese assumeva un altro aspetto, la neve che cadeva lentamente sugli alberi sembravano che fiorissero.Ricordo che per l’acquisto delle necessità familiare e per le mercerie in genere mia madre mi diceva:devi andare a “survizzu”.


Vai na putieddra da za Maracuncetta e Vicienzu scarese e accatta…
Vai na putieddra da za Maricchieddra e accatta…
Vai na putieddra di Iacuzzu Caddrari e accatta…
Vai na putieddra di u Zu Binidittu e accatta…
Ed ancora si ricordano:
a putieddra da za ntunietta da vaddri
a putieddra da za Caterina
a putieddra di l’Arminisi
a putieddra di Vartulu u passariddrisi
a putieddra di Vicienzu Musca
a putieddra di Vicienzu u baggianu
a putieddra di Iacuzzu spuntiddra
a putieddra da za Maria Grazia a zoppa
a putieddra da za Giovanna a centesima a vaddri
a putieddra da za Marianna a ncipriata
a putieddra da za Nunziata mancia ricotta
a putieddra di Liborio u lupu
a putieddra di Maria a tiriralla
a putieddra di Sariddra a bacuna
a putieddra di Francesco burrittinu
a putieddra di Marianna a cavalera
a putieddra di Maria Rosaria Vazzana a San Giuliano
a putieddra di Bartolo Carcareddra
a putieddra di Giuseppe Lanterna
a putieddra di Maria Saullo
a putieddra di Botindari
a putieddra di Iacuzzu u Casciu
a putieddra da Vicchiareddra
a putieddra da za Parma a Frascalora
a putieddra di mascio Peppe Filippone “picicaniellu”
a putieddra da za Cuncetta a Virga
a putieddra da za Marianna a “tassedra”
a pudieddra da za Maria Alaimo e Iacuzzu Marapaola
a putieddra da za Maria antista “stivala vecchia”
a putieddra da za Ciccia e Peppe “u sardaro”


Ed altri che per brevità, non cito, ma molto importanti per l’economia locale. È mio piacere evidenziare la persona di “Peppe u sardaro” per ricordare dei momenti belli e pittoreschi; la particolarità e caratteristica di quest’uomo era la girata in paese che si apprestava a fare di tanto in tanto, per proporre la vendita delle sarde salate, che erano, ricordo, molto buone.
La gente se li accaparrava con il preciso scopo non solo per preparare dei piatti speciali, ma anche e soprattutto per cucinare gli spaghetti alla “milanese”.
Un piatto squisito! Una volta acquistate le sarde si cercava di reperire una “granfata di finocchi”, non era facile ma tra gli amici e conoscenti si riusciva ad averli. Le sarde dopo averli pulite, si facevano soffriggere con un po’ di aglio soffritti in padella. Successivamente si aggiungeva la salsa che veniva tenuta ai fuochi per il tempo della sua cottura. Si aggiungevano i finocchi a parte bolliti, creando un unico miscuglio. Sempre a parte si grattugiava un po’ di pane duretto, che non mancava mai, passandolo successivamente in una padellina soffriggendolo per renderlo più appetibile. Agli spaghetti cotti al dente, veniva aggiunto il miscuglio preparato di salsa, sarde, una testina di aglio e finocchi. Per ultimo una volta messi in tavola gli spaghetti venivano arricchiti del pane grattugiato soffritto a parte. Una squisitezza! Questo pasto veniva e viene chiamato “gli spaghetti a milanese”.
L’iniziativa “dei mercatini”, molto bella ha creato curiosità, tanta gente è intervenuta per suggerirmi qualche “putieddra dimenticata”. Questo significa che c’è interesse, ma anche e soprattutto per il recupero di una parte della nostra storia del passato, trascorsa, certamente non con tutto il benessere di oggi, ma di avere vissuto un periodo con spensieratezza, gioia e armonia.
Giacomo Miriana