In occasione della riunione della Commissione delle Nazioni Unite sugli Stupefacenti (CND), il Commissario del Governo Federale per gli Stupefacenti e le Tossicodipendenze, Burkhard Blienert, ha chiesto maggiori aiuti per i tossicodipendenti e la proporzionalità nell’applicazione della legge.

La 65a CND si è riunita a Vienna dal 14 al 18 marzo. Durante questo evento più di 1.000 esperti si sono scambiati opinioni sugli attuali sviluppi della politica internazionale sulle droghe. 

Tematica tutt’altro che chiara dato che, da una parte, si dibatte rispetto a chi intende comprare cannabis legale di qualità online e, dall’altra, si lasciano tacere invece problematiche di natura ben più seria con le quali gli Stati si trovano a lottare ogni giorno. 

Burkhard vorrebbe vedere maggiori sforzi per ridurre i danni legati alla droga. 

A suo dire la Germania vuole migliorare ulteriormente il trattamento della tossicodipendenza e delle sue cause introducendo misure per proteggere e aiutare le persone in balia di questo flagello. 

Insomma: parola d’ordine riduzione del danno. 

Il raggiungimento di questo obiettivo comprende anche il drug checking, ovvero l’analisi chimica delle sostanze psicotrope, per lo più commercializzate sul mercato nero, per poter informare i potenziali consumatori di questi composti in relazione ai rischi per la salute che potrebbero correre. 

“Il controllo delle droghe può ridurre il rischio di overdose e avvicinare le persone colpite alla consulenza sulle dipendenze”, ha spiegato Blienert nel suo discorso a Vienna.

“Sul tema della cannabis vogliamo aprire un nuovo capitolo”, ha proseguito. Nel suo accordo di coalizione, il governo federale ha stabilito di distribuire cannabis agli adulti in modo controllato, anche se ad oggi non esiste ancora una bozza di legge per applicare questa misura.

Sotto la guida del Commissario per le Dipendenze e le Droghe, la delegazione tedesca sta attualmente tenendo colloqui bilaterali con rappresentanti governativi e ONG per discutere nuovi approcci nell’applicazione della legge, nella prevenzione e nella consulenza/trattamento della tossicodipendenza.

Da anni la Germania si batte a livello internazionale per una politica sulle droghe orientata verso la tutela della salute. 

Durante la sessione speciale sugli stupefacenti dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite del 2016 (UNGASS), gli Stati dell’UE sono riusciti a dichiarare che la protezione dei diritti umani è un principio guida comune rispetto alle politiche da applicare nei confronti di queste sostanze.

Tra depenalizzazione e gestione delle soglie di THC

Dopo il parere positivo del Comitato permanente per i prodotti alimentari, la Commissione ha fissato i livelli massimi di delta-9-tetraidrocannabinolo (delta-9-THC) nei semi di canapa e nei prodotti da essi derivati sulla base del Regolamento (CE) n. 1881/2006. I nuovi valori limite sono vincolanti per tutti gli Stati membri dell’UE.

L’Associazione europea dell’industria della canapa (EIHA) accoglie con favore la decisione della Commissione europea. Grazie ai limiti di THC per gli alimenti a base di canapa in tutta l’UE, l’EIHA ha potuto promuovere la crescita di questo settore senza andare contro le norme anti-stupefacenti. 

Questo cambiamento è un’importante pietra miliare sulla strada verso un mercato europeo della cannabis uniformemente regolamentato. L’Associazione dell’Industria della Canapa prevede che questa decisione garantirà un mercato stabile che aumenterà l’attrattiva per gli investitori.

Le modifiche apportate dalla Commissione europea fissano i valori limite a 3,0 mg/kg per i prodotti secchi (farina, proteine, semi) e a 7,5 mg/kg per l’olio di semi di canapa.

Un chiaro valore limite per il CBD, al di sotto del quale si possa escludere un effetto farmacologico, è certamente una necessità assoluta

In un documento del 2017 della European Industrial Hemp Association (EIHA) su “Valori guida ragionevoli per il THC (Tetraidrocannabinolo) negli alimenti”, i membri dell’EIHA e i professionisti concludono in questo modo:

“L’EIHA chiede alle autorità tedesche di rivedere i propri parametri di riferimento. Idealmente, dovrebbero essere introdotti in Europa valori guida per il THC aggiornati e basati su dati scientifici, che forniscano raccomandazioni dettagliate e specifiche per diversi ingredienti e prodotti pronti al consumo”.

Secondo le sue stesse dichiarazioni, l’EIHA aveva precedentemente chiesto limiti più elevati per il THC negli alimenti, ma ha approvato e sostenuto le proposte della Commissione UE a condizione che vi fossero regolamenti chiari e ufficiali sull’incertezza di misurazione.

In pratica, i laboratori accreditati che eseguono analisi per i controlli ufficiali dovranno rispettare le regole per determinare l’incertezza di misura estesa, ovvero quel parametro, relativo al risultato di una misurazione, che caratterizza l’ampiezza dei valori che possono essere ragionevolmente attribuiti. 

I laboratori sono tenuti a riportare i loro risultati con l’incertezza di misura, che può essere compresa tra il 40 e il 50% per il THC totale.

Secondo l’EIHA, la legislazione stabilisce che un prodotto non è conforme solo se il rapporto di prova supera il valore massimo più la corrispondente incertezza di misura senza alcun ragionevole dubbio. 

La valutazione dei risultati dei test, compresa la corrispondente incertezza di misura, deve essere effettuata per verificare la commerciabilità del prodotto in questione.

Interpellato da krautinvest, Daniel Kruse, Presidente dell’EIHA, spiega come questo parametro dovrà essere trattato in futuro:

“L’EIHA ha già chiesto che il documento che pubblica i livelli massimi di THC negli alimenti contenga un riferimento ufficiale della Commissione sull’incertezza di misurazione, che possa essere utilizzato come guida sia dagli operatori di mercato che dalle autorità nazionali. 

Questo avviso dovrebbe includere sia la conferma che l’incertezza di misurazione è nell’ordine del 40-50%, sia che i prodotti non sono conformi solo se i risultati dei test superano il valore massimo al di là di ogni ragionevole dubbio, cioè tenendo conto dell’incertezza di misurazione”.

Secondo la posizione dell’EIHA, la mancanza di documentazione su questo parametro potrebbe continuare a generare ambiguità e incertezze sul mercato, che la documentazione ufficiale dovrebbe contrastare.

In conclusione

in questo articolo abbiamo visto come la presa di posizione dell’ONU in “favore” della normalizzazione rispetto l’uso della cannabis light non abbia di fatto del tutto aiutato a chiarire o normare definitivamente questo settore.

Nel nostro Paese piccoli passi avanti pare si stiano compiendo e siti del calibro di Justbob.it, sito di riferimento del settore nel panorama nostrano, ci ricordano come la volontà dei consumatori sia definita ed esigente in termini di qualità dei prodotti. 

Ovviamente il futuro resta incerto e mai come in questi casi troviamo il senso nel famoso detto “chi vivrà vedrà”.