Lettera aperta degli autori dell’inchiesta sull’acqua al Sindaco di Castelbuono e alla comunità madonita.

 

Stimatissimo Sindaco, non possiamo che esprimere il nostro apprezzamento per aver fornito la sua versione dei fatti – a differenza di altri sindaci e consiglieri comunali, di maggioranza e di opposizione – in merito alla questione dei contatori intelligenti e della gestione dell’acqua nei comuni del comprensorio madonita. Allo stesso tempo non possiamo non esprimere il nostro rammarico per la superficialità con cui Lei affronta un tema tanto complesso.

Tutte le evidenze che lei cita, infatti, sono già state in parte o del tutto smentite dall’inchiesta da noi condotta mesi fa (“Una spremuta di acqua intelligente” e “H2€: Si salvaguardi chi può”, pubblicate anche da siti di informazione del territorio, basta cercare i titoli su un motore di ricerca per leggerle per intero).

Pertanto, il rammarico nasce dall’impossibilità di poter fare ulteriori passi avanti nella comprensione del perché di certe scelte. Quello che qui possiamo fare è solo dirle cosa non ci quadra nella sua ultima lettera aperta, ribadendo quanto ampiamente riportato nell’inchiesta di cui sopra. Repetita iuvant.

Procederemo per punti.

 

1) LA MALAFEDE E SO.SVI.MA.

Prima di rivolgersi a noi, Lei fa un lungo preambolo in difesa della So.Svi.Ma. Perché si fa carico di questa incombenza? Crede per caso che la So.Svi.Ma. non sia in grado di rispondere nel merito ed autonomamente alle domande e alle critiche che le sono state rivolte in questi mesi? Ci saremmo aspettati che per una tale levata di scudi si utilizzasse la carta intestata dell’Agenzia di Sviluppo e non quella del Comune di Castelbuono, che già paga una quota annuale di adesione alla stessa.

Tra l’altro nella nostra inchiesta abbiamo chiarito come i Comuni Soci di So.Svi.Ma. paghino le quote annuali, cioè 3,50 euro ad abitante, in base al censimento del 2001. In pratica, dato lo spopolamento subito dalla quasi totalità dei comuni delle Madonie, continuiamo a pagare anche per i morti o gli emigrati e sono migliaia. Questo non danneggia il “patrimonio” dei comuni Soci? E poi, senza nulla togliere ai nobili scopi di una società di sviluppo che si adopera per il territorio, le sembra democraticamente accettabile che la governance, cioè chi regge il timone di quella società, sia sempre la stessa persona da diversi decenni? “L’ètat c’est moi”, lo Stato sono io, diceva Luigi XIV, il “Re Sole”; un motto che può tornare utile anche di questi tempi: “lo sviluppo sono io”.

Rispetto alla presunta malafede di chi scrive, Le assicuriamo che non ci appartiene. Abbiamo solo raccontato dei fatti, sapendo che avrebbero potuto arrecare fastidio ai “portatori di interessi particolari” e “lobby” varie, come lei li definisce. Ora, giornalisticamente parlando, i fatti o sono veri o non lo sono, e nel secondo caso si agisce nel merito chiedendo una rettifica o facendo una querela. La malafede non è contemplata.

Del resto, proprio Lei, nella sua lettera aperta dell’8 settembre (una data simbolica, quella dell’armistizio di Cassibile, con la fuga dei regnanti, lo sfaldamento dell’esercito regio e l’inizio della guerra di liberazione) usa parole di fuoco per descrivere il prezzo che le comunità madonite hanno pagato per arrivare ad una “pace politica” fondata sulla spartizione di incarichi e poltrone nei consigli di amministrazione degli enti sovracomunali sul territorio. Incarichi che, come lei suggerisce rispetto alla questione dei rifiuti, possono tradursi in decisioni su appalti spesso milionari. Di cosa stiamo parlando, di bon ton o di fatti?

Non è lei che ha chiarito che c’è qualcosa “che non va” nel funzionamento di questi enti sovracomunali, compresa la So.Svi.Ma che lei ha citato, dicendo di non condividere “molti aspetti della conduzione politico-amministrativa”? Lei ha solo dato dei titoli, noi abbiamo raccontato nel dettaglio quello che succedeva rispetto alla gestione dell’acqua e alla scelta di acquistare dei contatori intelligenti. Rovistando fra gli atti e le determine, ci hanno lasciato perplessi la rapidità o la fretta con cui si cercava di concludere questa vicenda all’insaputa delle comunità che ne avrebbero pagato il costo. Rapidità che talvolta, se non spesso, era accompagnata dal basso livello di informazione dei sindaci sul quadro generale, senza nessun passaggio ed approvazione dei vari consigli comunali, tranne che in un caso.

Abbiamo verificato come questa “massima celerità possibile” sia stata richiesta da So.Svi.Ma. (determina n.3 del 18 febbraio 2021 dell’Unione dei Comuni). Abbiamo verificato come la discussione sul come gestire o a chi far gestire questa rete di contatori intelligenti rimanesse una “discussione aperta”, senza la possibilità di ottenere risposte, e tante altre cose che adesso esporremo in modo più sintetico. Ma torniamo alla sua lettera.

 

2) L’ONESTA’ INTELLETTUALE

Lei lascia intendere una nostra mancanza di onestà intellettuale e parla dell’opportunità che avremmo sprecato di approfondire la questione a livello nazionale e regionale. Del livello locale, ne converrà, ne abbiamo parlato, così come abbiamo fatto riferimento a leggi nazionali che recepiscono direttive comunitarie. Certo, avremmo potuto anche scrivere un’enciclopedia, avremmo potuto occuparci della questione a livello mondiale. Avremmo potuto, ma dato che la legge fino a questo momento stabilisce degli ambiti provinciali ci siamo fermati lì. A questo punto ci chiediamo se anche voi amministratori, di tutti i comuni interessati, avete fatto abbastanza nel comunicare quanto stava accadendo ai vostri concittadini, a due passi dai vostri municipi.

 

3) LA CAPARBIETA’ E L’ARBITRARIETA’

Lei parla di “caparbietà e testardaggine” nel riuscire ad ottenere il regime di salvaguardia. Noi parleremmo piuttosto di procedure opache, contestate anche dal Ministero dell’Ambiente che in diverse lettere, tra luglio e settembre 2020, parla di “limite tra discrezionalità ed arbitrarietà”, di situazioni in cui sarebbe “ingiustificato e illegittimo” ottenere il riconoscimento del regime di salvaguardia. Molti dei comuni che hanno ottenuto la salvaguardia, infatti, secondo il Ministero, non l’avrebbero probabilmente meritata, dato che erano in procedura d’infrazione o non rispettavano i prerequisiti per farne richiesta.

 

4) I PRIVATI E LE TARIFFE

Lei parla di lobby del settore idrico, di privati famelici e di municipalizzate incapaci di assicurare servizi adeguati ai cittadini. Diciamo subito che l’opposizione pubblico/privato qui è fuori luogo, dato che il gestore unico dell’ATO Palermo è l’AMAP, una società interamente pubblica, una delle più grandi d’Italia. In più, c’è da dire che nei prossimi anni, come si legge nel Piano d’Ambito dell’ATI, sono previsti numerosi interventi da fare nel settore idrico. Parliamo di più di due miliardi e seicento milioni da spendere nella sola provincia di Palermo nei prossimi 30 anni, 400 milioni dei quali da spendere nei 23 comuni che hanno ottenuto la salvaguardia.

La differenza è che la quota di denaro pubblico che sarà usata per ammodernare le reti, fare i depuratori ecc, sarà molto più consistente nei comuni gestiti dall’AMAP. Nei comuni in regime di salvaguardia, invece, è previsto un contributo molto minore (vedi tabelle pubblicate nell’inchiesta) e quindi la restante parte sarà chiesta ai cittadini direttamente in bolletta. Questo elemento è stato comunicato ai cittadini?

 

5) I PERCORSI, PER MOLTI MA NON PER TUTTI

Lei parla di un percorso condiviso tra 13 comuni madoniti, da Caltavuturo a Sclafani Bagni. In realtà Gratteri e Pollina non sono tra i comuni che hanno affrontato questo percorso condiviso, come Lei invece scrive. Questi due comuni hanno ottenuto sì il regime di salvaguardia, ma senza richiedere il supporto tecnico alla So.Svi.Ma e senza pagare  ulteriori due euro per abitante. Anche altri comuni avrebbero potuto farcela senza gravare sulle casse comunali? Ai posteri l’ardua sentenza.

 

6) IL SUPPORTO TECNICO E LA MACCHINA DEL TEMPO

Lei parla di efficienza e di ottimizzazione come ratio della richiesta di supporto tecnico a So.Svi.Ma. che si è poi servita di una ditta esterna (la “Giglio srl” di Menfi), per dare “tempestivamente le dovute risposte ai quesiti posti dall’ATI Palermo”. Eppure, il ministero ha contestato in più casi l’impossibilità “di verifica in concreto del possibile distaccamento dagli orientamenti fissati”. Inoltre ci è apparso strano come il disciplinare di incarico alla ditta Giglio srl da parte della So.Svi.Ma. sia del 25 febbraio 2020; a quella data alcuni Comuni, come Petralia Soprana, non avevano neanche richiesto formalmente il supporto tecnico alla So.Svi.Ma., fatto che avverrà con una delibera del 28 febbraio. A questo punto ci sembra importante ricordare che il Comune di Castelbuono si è attribuito il ruolo di “Comune capofila” tra i primi 8 comuni che hanno richiesto il supporto tecnico. Altri quattro si aggiungeranno dopo, per un totale di 12 Comuni, da cui verranno raccolti circa 70mila euro (due euro ad abitante per i primi 8 comuni e 1,20 per i successivi con l’eccezione di Campofelice di Roccella) mentre per la ditta Giglio srl è previsto un compenso di 42mila euro più iva, cioè circa 51mila euro iva compresa. Non siamo riusciti a comprendere come sia stata o sarà impiegata la differenza tra le due somme.

 

7) L’INTELLIGENZA COSTA CARA

Lei dice che “il primo intervento che si è pensato è stato quello di ammodernare i contatori idrici”, ma questo contrasta con quanto programmato dall’ATI nel Piano d’Ambito. Pertanto ci chiediamo se quanto stabilito dall’ATI vale solo quando concede il regime di salvaguardia e poi si arriva a un “liberi tutti”. Infine, e cosa da non poco, dato che i nuovi contatori saranno pagati dagli utenti con le bollette, abbiamo rilevato un costo previsto considerevolmente più alto (circa il doppio: parliamo di 130 euro iva compresa contro 65 euro, come importo a base d’asta, per un importo complessivo che sfiora i 3 milioni di euro) di altre tipologie di contatori moderni, con moduli di lettura tramite scan, cioè per intendersi che trasmettono i dati direttamente sul palmare di un addetto che passa in zona. Dettagli anche questi, e ancora non sappiamo chi gestirà questa rete di contatori smart e perché dei piccolissimi comuni con meno di mille abitanti e poche centinaia di contatori debbano disporre di una tecnologia tanto costosa. In nome di quale principio di efficienza ed economicità?

 

8) NUMERI BALLERINI

Il Comune di Castelbuono si è impegnato per l’acquisto di 4.415 contatori e non 5.500 come Lei afferma, per un importo lordo di 583mila euro a base d’asta.

 

9) CHE FRETTA C’ERA? MALEDETTA PRIMAVERA

Perché a distanza di più di due mesi dal termine fissato per la presentazione delle manifestazioni di interesse a partecipare alla gara per la fornitura di kit di contatori intelligenti, la Centrale Unica di Committenza dell’Unione delle Madonie non ha ancora comunicato l’azienda che si aggiudicherà quest’appalto? Tra l’altro, proprio Lei, in un video pubblicato su Facebook il 27 dicembre 2020, affermava che “se entro giugno, massimo ottobre 2021 non cambiamo i contatori con contatori moderni, nuovi, ci fanno 500 euro a verbale per ogni contatore. Noi abbiamo 5.500 contatori e dovremmo pagare due milioni e mezzo di euro. Noi stiamo accelerando per comprare e montare dei contatori nuovi, così da non avere l’infrazione, fatta da parte dell’Arera.”

E adesso che succede? Non c’è più fretta o si stanno già raccogliendo i soldi per pagare le multe?

In quest’ultimo caso, possiamo darle una notizia: saremmo i primi comuni in Sicilia ad essere multati per questo motivo.

 

10) SI VIS PACEM PARA BELLUM

Noi non sosteniamo nessuna ipotesi di “pseudo trombatura” tra le ragioni della sua lettera pubblica sulla situazione dei rifiuti eppure ci preoccupa quando dice che “per essere eletto nel CDA della SRR bastava rimanere in silenzio”. Quindi vige ancora il metodo della “pace politica” fatta di un “silenzio assordante”? E se questo riguarda tutti gli organismi sovracomunali che Lei ha citato – e dove, a quanto dice, Lei e la Sua amministrazione avete deciso di non sedere più -, perché non dovremmo essere preoccupati per quello che attende noi semplici cittadini nei prossimi mesi ed anni? Certo, confidiamo nel fatto che non tutte le comunicazioni con gli organismi sovracomunali come la So.Svi.ma, il Gal, il Parco delle Madonie o l’Unione dei Comuni si siano interrotte, ma allo stesso tempo speriamo che essi si aprano alla società civile e vengano radicalmente trasformate.

Se Lei ha l’amaro in bocca, e questo ci dispiace, noi temiamo di non avere a breve neanche le bocche per parlare.

Cordialmente

 

Gianpiero Caldarella e Pino Di Gesaro