Molta gente a Geraci negli anni passati aveva tanta passione per la caccia, per cui era utile possedere un fucile, “a scupetta”, da caccia.La realizzazione di un fucile non era di facile esecuzione, in quanto si compone di elementi ed ingranaggi molto particolari.In breve eccone una descrizione: il fucile è costituito da una canna d’acciaio fissa con gli ingranaggi nella parte posteriore, cioè la “culotta”, fissata su di un fusto di legno, la cui parte posteriore si prolungava in espansione (calcio) adattata per l’appoggio sulla spalla del tiratore.

Il percursore è costituito da un sottile stelo di acciaio (ago), che andava a colpire l’innesco della cartuccia ad ago da introdurle di volta in volta nella canna.Secondo le testimonianze di persone a me vicine, uno dei primi armaioli di Geraci è stato “Mastro Bartolo Scancarello detto Natale”. Questi per la bravura del suo mestiere si guadagnò il soprannome di “u scupittieri”. Ha avuto un figlio che si è laureato in Ingegneria. Una delle opere che ricorderemo nel nostro Borgo progettata e diretta dall’Ing. Scancarello Giuseppe è un imponente edificio scolastico, realizzato tutti in pietra concia che si trova nella discesa della Chiesa di Santa Maria La Porta “a Madonna”. L’edificio fu realizzato nel periodo dell’amm.ne di Don Giuseppe Mario Maggio. Ho il piacere di conoscere la figlia dell’ingegnere, Giovanna, che abita a Palermo.

Sempre secondo altre testimonianze di persone a me vicine, un altro signore, di nome Carlo Riva che proveniva da Brescia continuò l’attività di armaiolo. Si racconta che questo Carlo molto simpatico, capace ed intelligente, apprezzava molto il vino prodotto dai vigneti del nostro territorio. Si narra che lo stesso Sig. Carlo, data la sua bravura è riuscito a realizzare delle piccole monete vigenti in quel periodo, tanto precise che si confondevano facilmente con quelle coniate dallo stato.

Successivamente i fratelli Vetri Giuseppe, Bartolo e Francesco realizzarono invece un vero laboratorio per la costruzione di fucili. Gli stessi diedero vita ad una vera scuola per tante persone interessate a questa professione, provenienti anche dà paesi limitrofi. Si ricorda al riguardo un loro allievo in particolare, che continuò l’attività nel suo paese di origine “Mastro Ciccio Vento”.

L’attività di armaioli altamente professionali avviata dai sigg. Vetri, forti della loro preparazioni in vere scuole di specializzazione, raggiunsero obbiettivi lusinghieri, tali che le richieste o commesse per la realizzazione dei fucili gli arrivavano dal nostro territorio madonita e non solo.

Anche il Sig. Fazio Filippo classe 1920, frequentò scuole di specializzazione per intraprendere l’attività di armaiolo.Ha raggiunto una buona professionalità e accompagnato da un grande pragmatismo di suo nella risoluzione di ogni problema che si presentava, i compaesani lo chiamavano “Mastro Filippo l’armaiolo, il genio”.

Con la realizzazione della rete idrica nel paese, che assicurava l’acqua potabile nelle case dei cittadini, che pose fine alle code alle fontanelle di gente con le famose “lanceddri e quartari” per attingere l’acqua, il Comune diede l’incarico per la gestione dell’erogazione dell’acqua comunale ai fratelli Vetri.In tal modo l’alta professionalità esercitata dai fratelli Vetri e poi proseguita dai Sigg. Chichi Mario e Spallina Giuseppe è il segno storico di una professionalità artigianale che sicuramente ha dato lustro al nostro paese.

Le notizie riferite sono state date da alcune testimonianze orali e scritte, da me raccolte. La memoria è parte montante e fondante di un paese. E’ un dovere tenerla sempre viva. La memoria bisogna tutelarla, preservarla, recuperarla per quanto possibile, mettendo in evidenza chi ha contribuito e migliorato la nostra storia ambientale, che va diffusa.Trasferire e tramandare i saperi alle nuove generazioni, contribuisce ad arricchire l’audacia e la passione per il proprio paese.

Giacomo Miriana