La realizzazione delle case a Geraci, fino a poco tempo fa, venivano eseguite con conci di pietra. Le pietre venivano smussate nel nostro territorio, poi tagliate, lavorate sempre nello stesso luogo, creando conci di pietra lavorate per le creazioni delle fondazioni e facciate pronte per la muratura.

Il blocco di pietra veniva “sbocciato” per poi dare una forma regolare secondo l’uso. Questo lavoro veniva effettuato da persone che si dimostravano quali maestri esperti scalpellini. Lo scalpellino eliminava le imperfezioni delle pietre da collocare nelle costruzioni con la “punta” e lo scalpello, per ottenere manufatti idonei alla collocazione per un lavoro alquanto raffinato. Gli attrezzi oltre a quelli citati, erano la martellina, la bugiarda, lo scalpellino, i cunei di ferro detti anche pinciotti, la mazza ed una leva.

A Geraci Siculo molte persone esercitavano questo mestiere, che ormai è quasi inesistente, in quanto le pietre oggi vengono lavorate da macchine industriali.Tale attività è stata esercitata da tanti geracesi che si sono distinti per le loro pregevoli prestazioni professionali. Si evidenzia al riguardo che quasi tutte le piazze e strade del paese sono state realizzate con “vasuli e chiacatu” di pietra conciata e lavorata da scalpellini di Geraci. Di recente è stata ripavimentare in pietra la Via Porta Baciamano, una delle vie di accesso al Borgo. Tanta gente per raggiungere la propria abitazione, deve percorrere appunta la Via menzionata. Tale via è importante per la popolazione, perché consente inoltre, dopo avere percorso le vie, viuzze, cortili, vaneddri ed altro possono raggiungere la via Porta Baciamano, che offre uno slargo piacevole ed offre una vista incantevole della pianura sottostante e della nostra meravigliosa montagna che raggiunge, se non sbaglio, quota 1500-1600 mt. s.l.m. Per la realizzazione di tale via, è stato necessario costruire nel passato un muro che si erge a partire dalla statale, fino alla quota necessaria per la viabilità.

Un’opera realizzata tutta in pietra concia lavorata e collocata con maestria di mano d’opera locale. Quando si guarda il muro, sembra un’opera che raffigura un mosaico di eccellenza.Uno scrigno d’arte di architettura in pietra concia, frutto di esperienza e del duro lavoro di maestranze e memorie di un lavoro fiorente di un recente passato.

Mentre l’orlatura del “muraglione”, realizzata sempre di recente in pietra, risulta a mio parere non idonea, perché poggiato su di un cordolo in c.a. Disturba e crea un impatto all’assetto architettonico esistente, pertanto, non idoneo. Penso comunque che i lavori debbano essere completati e quindi gli ambienti descritti saranno portati in perfetta sintonia. È doveroso evidenziare inoltre anche se sono rimasti i ruderi della realizzazione in pietra ben squadrata dei mulini ad acqua, necessario per la loro funzionalità, è stato realizzato in pietra concia un canale in pietra ed ha richiesto una manodopera particolare, altamente qualificata e con un lavoro di grande maestria. Tale canalizzazione indirizzava l’acqua nelle pale del mulino con una energia a mezzo dei canali verticali, che, al flusso dell’acqua, imponevano un vortice di una certa intensità, anche grazie alla concavità e circolarità data alla pietra dagli scalpellini detta “botte”.

Il funzionamento di un mulino ad acqua era consentito dalla forza dell’acqua stessa, che scorreva e cadeva dall’alto, per imprimere un movimento rotatorio ad una grande ruota in legno munita di pale; queste pale muovevano appositi ingranaggi che trasmettevano in moto circolare ad una macina di pietra che ruotava sul piano di una pietra stabile che macinava i vari cereali. Ed ancora, di recente nella trasmissione “Geo” nel canale Rai 3 della TV, si è parlato tra l’altro del valore storico dei muretti a secco, come un esempio molto importante tant’è che pochi anni a dietro, sono stati riconosciuti “Patrimonio UNESCO”. Ho pensato ad Angelo Cicero fra i tanti professionisti di Geraci nella lavorazione della pietra, lavoro al quanto impegnativo ma anche raffinato. Era un privilegio fare realizzare dei muri a secco, io sono uno di questi, che ho usufruito dell’arte messa in pratica da Angelo.

Ma cito anche mastro Rosario Maggio, che di recente ha realizzato dei muri in pietra nella proprietà di Mauro Madonia. Ricordo con piacere i “mastri” che ho conosciuto personalmente.Ricordo mastru: Di Vuono Mariano, Cicero Angelo, Schicchi Vincenzo, Filippone Giacomo, Madonia Antonio, Madonia Vincenzo, Domina Antonio, Domina Giacomo Antonio, Cicero Paolo, Maggio Rosario, Salmeri Antonio, Fazio Giacomo e tanti altri che per brevità non cito.

Le notizie riferite sono state date da alcune testimonianze orali e scritte, da me raccolte. La memoria è parte montante e fondante di un paese. E’ un dovere tenerla sempre viva. La memoria bisogna tutelarla, preservarla, recuperarla per quanto possibile, mettendo in evidenza chi ha contribuito e migliorato la nostra storia ambientale, che va diffusa.

Trasferire e tramandare i saperi alle nuove generazioni, contribuisce ad arricchire l’audacia e la passione per il proprio paese.

                                          Giacomo Miriana