E’ tempo di riflessioni, in questi giorni dove si invoca la vittoria della vita sulla morte, ma anche dove le contraddizioni sul vivere sono sempre più evidenti come strappi profondi su trame che non saranno mai realmente concluse, se non comprendiamo il disegno dell’esistenza che è convivenza pacifica.

Si invoca la vita e la pace, ma siamo circondati da morte e guerre.Dov’è Dio?, Perchè il suo silenzio lo sentiamo cosi forte scriveva il filosofo Levinas , è proprio prendendo a prestito le riflessioni di questo filosofo che proveremo a cercare di capire qualcosa su ciò che ci attraversa senza che niente di significativo stia accadendo, nonostante gli  appelli alla pace.

Levinas con le sue riflessioni attualissime, ci invita a passare dal principio di identità tipico della cultura greco-classica , in base al quale si pensa all’altro a partire da se stessi , come una sorta di prolungamento dell’io  e quindi all’annullamento della sua differenza, al principio di alterita’.Posso comprendere me stesso solo se comprendo l’estraneita’ dell’altro, andando verso l’altro, l’uomo vince l’egoismo e il desiderio del dominio, del possesso.

Nell’epifania dell’altro scopro che il mondo è mio , nella misura in cui posso condividerlo con l’altro.Davanti il volto dell’altro, l’io perde il suo potere è disarmato, la centralità dell’altro non è un rinnegamento di sé, ma un depotenziamento dell’io.

L’altro è mistero, traccia dell’infinito che si rende presente nel volto, oltre all’aspetto plastico del volto dell’altro , intravedo la traccia della presenza dell’eterno nel mondo,in quel volto c’è scritto non mi uccidere.

Niente di più attuale che risuona come monito, riflessione profonda , un comandamento che eludiamo con l’indifferenza o con la scarsa attenzione verso ciò che di tragico sta accadendo sotto gli occhi di tutti.

La guerra stà martoriamdo con i suoi focolai, tante popolazioni in diverse parti del mondo , manca l’etica della responsabilità, siamo tutti complici, quando guardiamo solo l’aspetto esteriore e non il senso profondo che si nasconde nel volto dell’altro.

Dobbiamo tornare ad interrogarci,prenderci cura .L’egoismo imperante creerà solo catene di odio, dolore, morte, sembra che siamo addormentati, come possiamo rimanere indifferenti davanti al grido di aiuto di tanti uomini, donne e bambini che stanno subendo la tragedia della guerra? Ma che senso ha invocare la pace con miliardi di uova di cioccolata ? Ma forse che siamo tutti rincretiniti? Ma cosa siamo diventati? Burattini sorridenti mentre la giostra del sangue si consuma sotto i nostri occhi? Non uccidere è un comandamento, è scritto negli occhi dell’altro che ci guarda, ma noi indossiamo occhiali scuri, non vogliamo vedere le cose ,ne siamo terrorizzati, la responsabilità ci terrorizza forse? Siamo burattini danzanti in un ruota macabra di eventi, sarebbe il caso che tornassimo a ragionare.Qualche riflessione ed un invito a tornare a leggere i grandi pensatori.