Una grande festa a Gratteri per riabbracciare una cugina americana di cui non si avevano più notizie da oltre sessant’anni e ritrovata casualmente grazie al suo DNA parentale. Protagonista è Griselda Cirincione, oggi sessantatreenne, figlia di Vito, partito a soli vent’anni da Gratteri per andare a cercar fortuna in Argentina ma mai più ritornato. Una storia molto simile a quella di tanti altri migranti italiani dispersi in America ma per fortuna con un finale a lieto fine.

Il padre di Griselda, infatti, aveva lasciato la sua terra d’origine con una promessa alla madre, quella che avrebbe fatto presto ritorno in Sicilia. Così, l’11 maggio del 1954, si era imbarcato a Palermo sulla Nazario Sauro e, dopo ventinove giorni di mare aperto, era arrivato a Buenos Aires dove aveva trovato ospitalità presso il cugino Giuseppe Cirincione. In Argentina, Vito trovò lavoro in una fabbrica per la lavorazione del marmo e sposò Maria Contrera da cui ebbe la figlia Giuseppina Griselda (1958).

Tuttavia, anche se nei primi anni del suo arrivo in Argentina mantenne una corrispondenza epistolare con tutta la sua famiglia in Sicilia, nel 1963 – dopo la morte della mamma Giuseppa – deciderà di interrompere ogni comunicazione con i proprio fratelli, i quali ne perderanno completamente le tracce insieme alla piccola Griselda che conoscevano solo da fotografia.

Ad ogni modo, i fratelli non si daranno pace sperando sempre di ricevere sue notizie che purtroppo non arrivano, fino a quando, nei primi anni del 2000, la cugina Giuseppa riesce a contattare il Consolato italiano in Argentina ricevendo però, purtroppo, la triste comunicazione che lo zio era già morto nel 1986.

Anche Griselda, crescendo, tenta di mettersi in contatto con gli zii in Sicilia scrivendo per ben due volte al Comune di Gratteri, la prima proprio nel 1986 dopo la morte del padre, ma senza mai ottenere una risposta. Purtroppo, il padre non aveva raccontato nulla a Griselda dei suoi familiari. Le speranze sembrano proprio affievolirsi. I fratelli di Vito muoiono senza avere avuto più notizie. La famiglia di Griselda dopo la crisi finanziaria in Argentina si trasferisce nel Wisconsin.

Ma la vita delle volte sembra essere davvero sorprendente e Griselda riuscirà a ritrovare i suoi cugini siciliani per caso, grazie ad una coincidenza voluta proprio dal destino. Qualche anno fa, un cugino di Vito che portava il suo stesso nome, Vito Fustaneo (figlio della sorella della mamma), ritrovandosi in un ospedale in America a causa di una improvvisa malattia ritrovò incredulo un donatore americano che aveva proprio un DNA parentale. Si trattava del figlio di Griselda che aveva spontaneamente fatto l’esame del DNA. In tal modo, la famiglia riuscì a mettersi in contatto e rintracciare finalmente i parenti in Sicilia.

Era l’11 aprile del 2019 quando Griselda, tramite videochiamata, riuscì a dare un volto ai suoi cugini siciliani. Da quel giorno, puntualmente ogni sera, Giuseppa e Griselda si sentono con una videochiamata per raccontarsi tutto quello che non hanno potuto fare in sessant’anni della loro vita.

Finalmente, il 25 di ottobre, Griselda è atterrata all’aeroporto di Palermo insieme al marito Julio per riabbracciare i cugini siciliani che non l’hanno mai dimenticata. Adesso la famiglia è di nuovo riunita. Griselda è ritornata a casa, in quel paese delle Madonie, Gratteri, da cui il padre era partito ben sessantasette anni fa.

Dalle ricerche d’archivio condotte dallo studioso Marco Fragale è stato possibile ricostruire l’albero genealogico degli antenati di Vito Cirincione figlio di Giuseppe e di Giuseppa Lanza che viene di seguito riportato:

Vito Cirincione nasce a Gratteri nel 1928 figlio di Giuseppe Cirincione (classe 1880) e Giuseppa Lanza (classe 1895). I suoi fratelli si chiamavano Giuseppe (1920), Vincenza (1921), Giacomo (1924), Giacoma (1927) e Salvatore (1931).

Il padre, Giuseppe Cirincione, nacque a Gratteri nel 1880 da Giuseppe Antonio (nato nel 1835 da Gioachino e Rosa) e da Vincenza Impellitteri (nata nel 1843 insieme alla gemella Maria Anna figlie di mastro Calogero e Rosa Mazzola). Giuseppe fu l’ultimo di cinque fratelli: Calogero (1871), Rosa (1874), Gioachino (1875) e Giovanni (1877) che abitavano in Via Ponte Silvio. Il padre di Vincenza, Calogero Impellitteri, era fratello di Maria, nonna del poeta Giuseppe Ganci Battaglia.

Giuseppa Lanza nacque nel 1895 figlia di Vito (nato nel 1867 da Giacomo e Maria Giuseppa Sapienza) e Giacoma Cimino (nata nel 1869 da Giacomo e Antonia D’Angelo). Fu la prima di sette fratelli: Antonia (1896), Giacomo (1899), Leonarda (1901), Maria Rosaria (1903), Pietra Maria (1905), Maria Antonina (1907), Calogera (1909). La famiglia abitava in una casa in Via Pietra Rossa/Via Fiume n. 8.

Vito Lanza (classe 1867) era figlio di Giacomo (nato nel 1824 da Giacomo e Giuseppa Rosa Culotta) e di Maria Giuseppa Sapienza (figlia di Antonio e Leonarda Lanza). Fu l’ultimo di sette fratelli: Rosa (1846), Rosa (1848), Giacoma (1850), Giuseppe (1851), Leonarda (1855), Giacomo (1859). Venne chiamato Vito dal nome dello zio paterno, Vito Lanza, morto fanciullo all’età di 2 anni (1825-27). La famiglia abitava in Via Pitrusa oggi Via Rosolino Pilo.

In foto:

1. Vito e la figlia Griselda

Ricostruzione e ricerche di Marco Fragale

Foto di Giuseppa Cirincione