Capita qualche volta di portarsi in vacanza un libro di vecchia edizione, che conservavi da un po’ di tempo nel cassetto e che pensi,  sia arrivato il momento di leggere , sembra intonarsi perfettamente con l’estate e la voglia di libertà ed un po’ di trasgressione che l’accompagna.

In estate sembra essere tutto più forte, sarà l’odore  inebriante dei gelsomini, quello forte del basilico e del pomodoro fresco, le onde che si rinfrangono negli scogli, i tramonti, la salsedine addosso e i corpi ambrati esposti seminudi al sole e allo sguardo di tutti.

Il libro di Irene Cao ci porta in un viaggio dentro la voglia di trasgredire , di togliersi quella maschera che spesso indossiamo e non ci fa mai essere realmente chi siamo.

È la storia di una giovane donna, dalla vita assolutamente normale che si imbatte in un incontro con un uomo che la condurrà verso nuove dimensioni  a lei non note e che le sconvolgerà l’esistenza, aprendole mondi che non conosceva.

I desideri non possono essere a lungo chiusi in gabbia , spesso la vita routinaria ci sottopone ad una domanda dov’è la passione? Siamo troppo spesso legati a tabu’, pregiudizi e a decisioni troppo ragionate che non ci rendono mai totalmente liberi.

La storia di Elena è una storia semplice, ma carica di colpi di scena inaspettati che affascinano il lettore,  spingendolo a ricercare sempre cosa nasconde la pagina successiva..

L’uomo che le cambierà la vita, le proporrà un patto, si incontreranno, avranno rapporti intimi senza legami o coinvolgimenti d’altro tipo, solo sesso e passione, lui le dirà: “voglio conoscere la vera Elena, ti insegnerò i tanti modi in cui si può provare il piacere, ti insegnerò che il tuo corpo non è fatto per pregiudizi e tabu’, ti insegnerò come usare i sensi che generano piacere, la felicità dura solo poco istanti  ecco perchè bisogna ricercare il piacere con ostinazione” .

Elena in balia di quest’uomo, imparerà a conoscere il suo corpo e liberarsi dalle paure che spesso ci vengono insegnate, perderà il controllo di sé per riscoprirsi una donna aperta a nuove esperienze che non avrebbe mai pensato di vivere.

Guardare è importante, ma lo è anche l’essere guardati e cogliere i suggerimenti che gli altri ci danno in qualunque settore della nostra vita.

Elena perderà il controllo di sé e finirà per domandarsi se è giusto ciò che sta facendo.

Come si fa a spiegare certe cose agli altri, alla propria madre, che noterà in lei dei cambiamenti,  nel suo caso, la donna trova le chiavi della propria esistenza in una ricetta dello strudel e nella realizzazione di centrini, ma daltronde come criticarla? Ognuno trova ragioni del proprio esistere in modi diversi .

Presa in questa avventura dai contorni erotici, dove niente è dato per scontato Elena sentirà come pesante e routinario tutto ciò che fino ad allora aveva vissuto, sentendo come pesante anche il rapporto con il suo compagno di sempre, lo troverà monotono senza sana follia, scelte sempre ragionate e prive di slanci vitali, lei ora ha imparato a conoscere un corpo che profuma di ambra e di vita, dove nulla è scontato , dietro l’angolo sempre l’imprevisto.

Elena tuttavia si scontrerà a breve con la voglia di normalità, non si può accettare troppo l’idea di incontrarsi solo vivendo con l’altro la dimensione sessuale ed erotica senza condirli di sentimenti , quelli, prima o poi emergono, Elena infatti dopo avere provato punte alte di tragressione si renderà conto di quanto importante nella vita sia circondarsi di sentimenti , di affetto di abbracci buoni e dopo una crisi che le metterà indiscussione le ultime scelte fatte deciderà di tornare verso le cose che alla fine la fanno stare bene, il vecchio compagno, le abitudini di sempre, senza per questo rinnegare ciò che dinuovo e bello in fondo le è capitato.

Questo libro apre nuovi orizzonti verso l’idea della “possibilità”, imparare a mettersi in discussione, ad aprirsi è la chiave per sentirsi liberi, il chè non vuole certo dire abbandonarsi senza nessun criterio agli eventi, quanto piuttosto provare a non avere troppe paure , quelle che ci impediscono di essere quello che vorremmo realmente essere.

Il libro e la sua lettura non è un’invito alla trasgressione, quanto una pacata riflessione sulla possibilità di tutti di cercare di non essere schiavi del pensiero rigido e aprirsi senza tuttavia perdersi.