Ogni giorno, da cinque mesi, ho a che fare direttamente con l’emergenza sanitaria che tutti stiamo vivendo. Il monitoraggio dei contagi, l’isolamento, con l’arrivo dell’inverno i primi casi sintomatici, la questione vaccini, la prima vera emergenza quando a gennaio si è sviluppato un numero di casi più significativo e ultimamente con le scuole, che essendo luoghi di incontro, più facilmente possono finire nel mirino del virus.
Quando apro la casella di posta, mi aspetto la comunicazione ufficiale del Dipartimento di Prevenzione con i dati aggiornati. Anche quando il Dipartimento non ha nulla da comunicare per quel giorno, si vive comunque lo stato di emergenza, nel costante allarme di nuova notizia. La mail di solito contiene l’esito di qualche nuovo test, comunica i dati certi del numero dei positivi, i negativi, i guariti, la fine dell’isolamento per i contatti. Il dipartimento al comando e noi, a collaborare.
Le autorità per un verso, i cittadini per un altro: tutti nel solco del buon senso prima di tutto e ovviamente, delle regole. Grazie a Dio, non piangiamo alcun morto. Non abbiamo mai raggiunto numeri ingestibili, non siamo mai dovuti ricorrere a misure più estreme di quelle adottate. Mi corre il dovere, e lo faccio con tanto calore, di stringermi attorno alla comunità di San Mauro che sta affrontando un momento critico della pandemia. Ho sentito al telefono Peppino Minutilla proprio questo pomeriggio. Comprendo perfettamente come possa sentirsi un sindaco alla prese con regole che valgono la salute e che è nostro dovere fare rispettare.
San Mauro uscirà da questo calvario e le nostre comunità torneranno a incontrarsi senza paura. Mi chiedo come sia possibile – in questo quadro drammatico che solo per caso non sta mietendo vittime nella nostra comunità – puntare il dito contro autorità stremate. Forse è proprio questo il punto: la pandemia non ci ha mai veramente riguardato da vicino, e questo è stato sufficiente a certi detrattori politici locali per convincerli che era arrivato il momento di utilizzare i protocolli anti-Covid per alimentare il pozzo profondo del loro rancore.
Continuo a fare la mia parte anche per loro, stasera un po’ amareggiato, ma sempre ottimista.
Pietro Musotto
Sindaco Pollina