Venerdì 26 ottobre 2018, alle ore 18:00, presso i locali del Cinema Di Francesca di Cefalù, verrà proiettato il documentario “Nina sbarca a Lampedusa “. Saranno presenti Gregorio Giovenco, che ha scritto e diretto l’opera e la fotografa slovacca Nina Kalinovà, che ne è protagonista.
Il film vuole essere un ulteriore contributo di sensibilizzazione sul tema dell’immigrazione e dell’integrazione, tema – peraltro – già fortemente avvertito nella coscienza comune.
Girato dal regista palermitano in chiave documentary-interview, racconta l’ esperienza a Lampedusa della fotografa Nina Kalinovà, un’ esperienza reale, sentita e toccante, nell’isola che è divenuta il simbolo universale dell’immigrazione. Qualche settimana di permanenza a contatto con i migranti, in cerca di una nuova dignità e di un futuro migliore, ma anche con la gente del luogo che tende la mano a chi chiede aiuto. Dalle testimonianze raccolte da Nina e dalle sue immagini, pur nella drammaticità della situazione, si coglie il germe della speranza ed il segno di un’umanità che lega popoli e culture diverse. Montaggio di Marco Consiglio.
A conclusione della proiezione, della durata di 30 minuti, seguirà una breve intervista alla fotografa ed al regista e testimonianza di un ragazzo immigrato.

Nina, fotografa slovacca è interessata a raccontare una storia per immagini su una comunità di suore francescane, affascinata dalla semplicità della vita monastica che conducono. Accolta nel monastero, viene percepita – secondo il racconto di suor Cristiana – dapprima come un corpo estraneo, ma poi, gradatamente, viene accettata la sua presenza e quella della sua macchina fotografica.
Nina stringe amicizia con loro, in particolare con suor Irene, la quale ha pure un grande desiderio andare a Lampedusa per dare soccorso e aiuto per l’emergenza migranti.
Dopo che la proposta viene accettata, Nina e suor Irene decidono partire insieme, passano i giorni di attesa ed il viaggio in mare, Nina sbarca a Lampedusa, e viene ospitata da una famiglia di isolani che la accolgono come una figlia. Comincia così la sua esperienza, una settimana intensa e toccante che la segna per sempre nell’animo, spesa a capire, ad aiutare e documentare con scatti ed interviste storie di migranti, in cerca di una nuova dignità e di un futuro migliore, ma anche di gente che tende la mano a chi chiede aiuto.