Il Consiglio comunale di Castelbuono, all’unanimità, ha approvato una delibera in cui si stabilisce che il Comune aderisce ufficialmente alla Campagna “I Can- Italia ripensaci”-, la quale si propone di far firmare all’Italia il Trattato di proibizione delle armi nucleari ( TPAN), entrato in vigore il 22 gennaio del 2021 con la ratifica di 50 stati, tra cui sono visibilmente assenti i paesi della Nato, comprese l’Italia, e tutte le super potenze mondiali.


Questa iniziativa è nata dalla società civile, in particolare dai docenti e dagli alunni dell’Istituto comprensivo” Francesco Minà Palumbo” di Castelbuono che hanno scritto al Presidente del Consiglio comunale chiedendo l’inserimento di questo punto all’ordine del giorno e fornendo allo stesso la bozza di delibera che poi è stata illustrata in un bel dibattito pubblico all’interno del Consiglio aperto.
Si tratta di un gesto importantissimo che non solo va conosciuto ma anche sostenuto, ed emulato dagli altri comuni dell’Unione delle Madonie e dalla stessa Unione, perché altamente simbolico e dalle valenze anche pratiche. Sono più di 90 ormai i comuni, per lo più del Nord Italia, che già hanno approvato la stessa delibera con lo scopo di far pressione al governo nazionale affinché si ravveda e possa fare i dovuti passi verso il raggiungimento dell’obiettivo della firma del Trattato.
La maggioranza degli italiani è d’accordo al Trattato ma per il Governo non è facile apporre quella firma. Dalla metà degli anni Cinquanta ad oggi, l’Italia ha rivestito un ruolo unico all’interno del sistema nuclear sharing, ospitando la maggioranza delle bombe nucleari tattiche B-61 dispiegate in Europa (tra le 40 e le 70 su un totale di 150-200) in due diverse basi, Aviano e Ghedi (mentre gli altri quattro paesi ospitanti hanno una sola base). In parallelo, l’Italia ha tradizionalmente attribuito alla sicurezza euro-atlantica importanza vitale, e alla Nato valore irrinunciabile. Non dimentichiamo la base militare americana di Sigonella, qui in Sicilia, d’importanza strategica cruciale sul versante del Mediterraneo.
Questo trattato internazionale è legalmente vincolante e il suo obiettivo è l’eliminazione totale delle armi nucleari. Sostanzialmente, il TPAN fa perno sull’impatto umanitario e ambientale delle armi nucleari, stigmatizzando quindi il loro uso, la minaccia di uso, e la loro esistenza stessa. Chi lo firma deve impegnarsi a liberarsi delle armi presenti nel proprio territorio.


E’ importante, soprattutto in questi tempi tristi, funestati dai venti di guerra sempre più forti, che di questi temi si parli sempre più diffusamente, perché ora più che mai le “questioni ultime” sono diventate prioritarie e la minaccia dell’uso delle bombe nucleari che sentiamo ogni giorno proferire dai signori della guerra, rischia di far estinguere l’umanità intera dalla faccia della terra.
Viviamo dentro una guerra mondiale a pezzi e dentro un’angoscia collettiva che soprattutto colpisce i giovani e le nuove generazioni. Educare alla pace è dunque diventato indispensabile, anche se noi insegnanti preferiremmo educare “nella pace” invece ancora oggi nelle scuole si educa alla pace perché ancora necessario, perché” costruttori di pace” si diventa, e si impara a diventarlo proprio a cominciare dalla scuola. Ecco perché alcuni insegnanti dell’Istituto comprensivo Francesco Minà Palumbo hanno pensato di formarsi già da alcuni anni, con corsi di formazione specifici, organizzati dall’Associazione nazionale “ Pax Christi” e importanti relatori nazionali, e poi di strutturare un percorso di ed alla pace all’interno delle ore curriculari di Cittadinanza e Costituzione, che è stato realizzato durante gli anni scolastici 2022-23 e 2023-24. Questo lavoro è stato strutturato non rendendolo una semplice materia in cui trasmettere conoscenze da valutare, ma come un compito di realtà in cui tradurre le conoscenze in competenze di cittadinanza attiva, secondo le direttive della legge n 92/2019 sull’insegnamento dell’Ed Civica a scuola. A conclusione delle attività svolte in classe la scuola ha anche organizzato un Convegno in rete con l’Associazione Pax Christi nazionale, Rete Pace e disarmo e il Mir di Palermo, dal titolo “ Il gran sole di Hiroshima e Nagasaki. I giovani, le scuole e gli enti locali per il disarmo e la pace”, che si è svolto il 10 di novembre 2023, presso la sala Mattarella del Palazzo dei Normanni a Palermo, e ha visto la presenza di alunni e Istituzioni. L’ odio e la guerra fanno ammalare i popoli, provocano una mutazione sociale, la pace cura e sana, rigenera la fiducia. Già solo a parlarne fa bene alla speranza che anche questo brutto momento che stiamo attraversando possa presto finire, perché la guerra non è lo stato naturale dell’essere umano. La guerra va curata. Come?

Intanto narrativamente, smettendola di ammantarla di nobili fini, pochi privilegiati ne fanno profitto con il mercato delle armi, interi popoli soffrono sofferenze indicibili, senza dimenticare gli effetti devastanti sull’ambiente. Ci deve essere un’altra strada. E ogni strada è fatta di piccoli passi come quello che abbiamo raccontato e che speriamo possa essere seguito da tante altre realtà.
Mimma Conoscenti