La Chiesa universale di Cristo deve molto all’eccellente e umile Vescovo che abbiamo avuto l’onore di avere nella Diocesi da lui guidata a Cefalù.Per il mondo laico Catarinicchia ha espresso nel migliore dei modi la figura del prete, ricercato e amato dal popolo cristiano, quello educato alla dottrina sociale cattolica che ha il merito di non dichiararla ma di praticarla quotidianamente.

In quegli anni difficili, ma comunque ricchi di elaborazioni che giungevano dai territori e da provvedimenti legislativi regionali, che negli anni ‘80 ha saputo esprimere al meglio il Parlamento siciliano, anch’io come Amministratore della Città di Cefalù ed esponente politico delle Madonie avevo ripreso a frequentare discretamente il Capo della Diocesi e ad acquisire utili e significativi consigli, anche per contrastare la massoneria locale, presente con tre logge, che ha inciso e continuava a incidere significativamente nello sviluppo ineguale del territorio di Cefalù.

La collaborazione è continuata in maniera operativa, quando Catarinicchia è stato trasferito nella Diocesi di Mazara del Vallo, ove con molta semplicità e grande umanità ha promosso e supportato iniziative a favore delle comunità tunisine immigrate in quella città, sia che provenissero dal mondo cattolico o dal mondo laico, senza mai attribuirsene meriti, ma con spirito di servizio cristiano.

Se ancora oggi l’Istituto Italiano Fernando Santi da me rappresentato è presente e continua ad operare nella vita sociale e nel mondo del lavoro delle comunità immigrate a Mazara del Vallo, lo si deve a quel lavoro quotidiano comune svolto con spirito di servizio da Catarinicchia in stretto raccordo con il mondo laico.

Ricordo, infine, con grande amarezza, quando a Cefalù, ove la Democrazia Cristiana esprimeva circa il 50% dei consensi, fui il solo esponente politico, peraltro socialista, che difese Catarinicchia, come riporta la stampa nazionale e regionale dell’epoca, da quelle infami ombre su lui gettate, solo perché proveniva da una difficile Città come quella della sua Partinico, che ha pure sempre espresso persone e preti eccellenti sul piano politico o sociale, che si sono fatte valere nel centro-nord Italia e all’estero, anche quali missionari sparsi nei luoghi più difficili del mondo.

Questa mia riflessione serva da monito ai cefaludesi, anziani e ai più giovani, e più segnatamente al clero, affinché non si ripetano gli errori del passato.

Quando il proprio territorio si arricchisce di personaggi positivi per la Comunità, i cittadini, cristiani e non, debbono difenderli sino in fondo, se questi vengono colpiti da invidie e maldicenze che, volendolo, si comprende essere prive di fondamento.