Pollina è un borgo delle Madonie, situato in una posizione che sembra essere sospesa tra il mare ed il cielo, con un panorama mozzafiato sulla costa e sulle montagne, un faro da cui si vedono i paesi limitrofi, che di notte con le loro luci sembrano tanti presepi,  le isole e l’Etna.

Ridente cittadina conosciuta per tante belle cose custodite dentro il suo scrigno , il teatro antico Pietrarosa, conosciuto in tutto il mondo per il suo colore romantico e per essere sede di manifestazioni di grande interesse culturale, specialmente nella stagione estiva ed ancora  la coltivazione della manna ed i suoi preziosissimi ricami all’uncinetto frutto dell’ingegno e pazienza delle donne.

La storia  narra che questo borgo abbia origini antiche che risalgono ad Apollonia , cittadina greca ed ancora la leggenda parla di una storia contrastata di due giovani donna Polina, principessa normanna e Ayub, visir arabo, il loro amore contrastato li portò ad una fuga d’amore in questo luogo magico baciato dalla luce e protetto dagli dei della poesia e  la tenerezza , tenerezza e  poesia continui a sentirla tra le stradine silenziose di questo angolo di mondo.

Sebbene lontana da luoghi strategici, è stata culla di arte e frequentata da artisti e studiosi di grande interesse.

Nel 1515 vi furono portati due capolavori del Gagini, oggi custoditi nella chiesa madre.

Quello che colpisce il visitatore nei mesi autunnali ed invernali, dove tutto sembra essersi spento in un back out inspiegabile è il sorriso di quei pochi bimbi che la abitano e che di tanto in tanto vedi a sparuti gruppetti con la palla in mano che sorridono e ti salutano con affetto pur non conoscendoti. Ti sorprendono in un mondo dove nessuno o pochi salutano , la gentilezza cosi prende il sopravvento e diventa carezza,  riscalda il cuore per le vie vuote di questi luoghi che sono sempre meno abitati dai giovani durante l’inverno.

Evidente è lo spopolamento , i giovani , devono andare via in cerca di lavoro, un problema comune a molti paesi delle Madonie, che si colorano d’estate di vita e diventano silenziose in inverno.

Quello dello spopolamento è un problema sempre più attuale e frequente ed ancora poco si è fatto per contrastarlo, infatti sempre più queste realtà non sono comunità, ma sommatorie di destini.

Occorre rilanciare l’economia , nell’ottica di una economia circolare che affronti il problema da più punti di vista, i festival, le attività culturali sparute illuminano i luoghi, ma non risolvono i problemi che hanno una natura più strutturale, il problema non interessa solo Pollina, ma gran parte delle madonie, dove capita sempre più spesso di trovare case disabitate e paesi sempre più soli.

Ritornare dice Franco Arminio, paesologo è un’atto d’amore, restare ancora di più, poiché coloro che continuano a rimanere , laddove ci sono le condizioni del lavoro, fanno si’ che l’anima di questi luoghi continui ad esistere e si nutra del respiro di vita di chi lo accarezza con i suoi passi, se ne prende cura con la sua presenza, garantisce continuità e non dimentica gli anziani che ancora li popolano, serbatoi viventi di tradizione.

Pollina appare gentile e generosa, è stato un piacere e gioia trascorrere qualche ora respirando la sua anima, i suoi piccoli abitanti, mi hanno colpita con la gioia del saluto affettuoso verso il “viandante” incontrato a cui hanno fatto un regalo speciale l’avere detto con un sorriso “signora lei è ben venuta” grazie, rimaniamo in attesa del magico presepe vivente che a breve partirà per la sua speciale organizzazione, augurandoci di incontrare ancora tanti bambini sorridenti.