E’ morto Raffaele Ammendola,come riporta oggi Il Fatto Nisseno, e la Città di Caltanissetta, la Nissa, la famiglia, i parenti, gli amici, gli estimatori, i colleghi di lavoro, il mondo del calcio piangono non solo il giocatore, o il tecnico o il dirigente, ma un pezzo di storia cittadina, di cuore, di valori, di stima, un simbolo di longevità ma anche di amicizia.

A Caltanissetta il giovane Ammendola rimase attratto dallo scintillio di una Città allora opulenta, una Città che ogni domenica consumava il sacro rito calcistico al “Palmintelli” riempiendolo in ogni ordine di posti per assistere alle partite della Nissa. E lui, nonostante la sua giovane età, presto divenne un’icona autentica del mondo biancoscudato.La Nissa, alla quale Ammendola era da sempre legato, ha reso noto che domenica prossima, a Mazara, la squadra biancoscudata scenderà in campo con il lutto al braccio, mentre la domenica successiva, in occasione della gara casalinga con il Misilmeri, verrà osservato un minuto di silenzio preceduto da un ricordo di Raffaele Ammendola considerato da tutti “Il maestro” per antonomasia, un uomo che ha legato la storia stessa della sua vita alla Nissa.

Nel 1979 e 1980 Ammendola alleno’ anche l’As Petralia(nella foto) nello storico Torneo delle Madonie.(da sinistra Ammedola,,Conigliaro,Albanese,Brucato,Bongiorno,Mascellino,Fustaino,Rubino,Spinoso,Trusso. Accosciati:Farinella Salvatore,Sabatino,Bencivinni,Farinella Sergio,Pantano,Cerami,Di Salvo,Marotta.

“E’ stato il primo allenatore a darmi la fascia di capitano a 18 anni,racconta Renato Bongiorno, ero il più piccolo dei titolari,quindi per me un grande onore”.