Oggi ricorre il 44° anniversario dell’assassinio del Giudice Cesare Terranova e del Maresciallo Lenin Mancuso.Cesare Terranova era nato a Petralia Sottana il 15 agosto 1921 e con la comunità petralese aveva sempre mantenuto un rapporto forte ed intenso. Fin dagli anni della sua adolescenza trascorreva lunghi periodi, soprattutto in estate, in questo territorio ed ha continuato a farlo anche negli anni più intensi della sua attività giudiziaria e parlamentare.  Il suo carattere aperto e socievole, la sua capacità di ascoltare e la generosità d’animo lo rendevano amato dai cittadini petralesi.

Questa mattina,coem ogni anno, nel chiostro dell’Istituto Pietro Domina la Commemorazione in onore del giudice Cesare Terranova, nostro concittadino; in ricordo del suo impegno contro la mafia nel 44° anniversario dalla sua uccisione con il maresciallo di Pubblica Sicurezza Lenin Mancuso.

Qualche anno fa fu allestita una mostra  che ripercorreva gli aspetti più significativi della sua vita da quelli della dimensione professionale e politica a quelli familiari e di carattere personale.E sul giudice Terranova il regista Pasquale Scimeca ha girato un film di prossima uscita, proprio sulle Madonie,per ricordare questa figura importante non solo per la Sicilia.

«Oggi ricordiamo il sacrificio di tre uomini dello Stato, morti per aver voluto combattere la prevaricazione mafiosa. Il giudice Cesare Terranova, ucciso con il maresciallo Lenin Mancuso il 25 settembre 1979, sarà ricordato per sempre per il rigore morale e la dedizione alla professione ma, soprattutto, per avere impresso una svolta decisiva nella lotta a cosa nostra. Fu lui a comprendere, per primo, la trasformazione di una mafia che da rurale stava diventando imprenditoriale, allungando i tentacoli sul settore produttivo e sulla pubblica amministrazione. Nove anni più tardi, la stessa sorte è toccata al giudice Antonino Saetta, trucidato insieme al figlio Stefano, lungo la statale 640 che unisce Agrigento a Caltanissetta. Un altro esempio di magistrato integerrimo e incorruttibile, che con le sue sentenze aveva mostrato di non temere l’arroganza mafiosa. Oggi celebriamo, quindi, la memoria di tre servitori dello Stato, che con la loro vita hanno testimoniato la propria fede nella giustizia e nei valori espressi dalla nostra Costituzione». Così il Presidente della Regione Siciliana Renato Schifani.