“Apprendiamo con stupore delle dichiarazioni rese al Consiglio Comunale di Gangi, celebratosi lo scorso 26 luglio, dal consigliere Giandomenico Lo Pizzo, che sulle Madonie rappresenta il partito di Renzi.
Il sig. Lo Pizzo afferma che l’ex sindaco Migliazzo sarebbe stato invitato a Roma dal presidente della “Commissione Attività Produttive” del Senato della Repubblica (presumiamo che intendesse la IX Commissione) e che lo stesso avrebbe presentato alla Commissione un documento, in quel contesto – secondo Lo Pizzo –  avrebbe, altresì, sostenuto “la necessità delle zone franche montane”.


Teniamo a precisare che l’associazione zone franche Montane Sicilia e il comitato regionale non hanno mai intrattenuto rapporti istituzionali né con il presidente della IX Commissione del Senato né tantomeno con la Commissione Legislativa dallo stesso presieduta.
Lo Pizzo, nella foga dell’intervento, l’avrebbe confusa con la VI Commissione Finanze e Tesoro (XVIII Legislatura), quindi con chi al tempo la presiedeva, ovvero, il senatore Luciano D’Alfonso.
Al sindaco Migliazzo sarebbe stata richiesta, da parte della senatrice Drago (ospite a Gangi dell’associazione), una relazione sulla materia, allo scopo di arricchire il corposo dossier che si era formato.
L’ex sindaco di Gangi, senza consultarsi con i rappresentanti locali dell’associazione zfm Sicilia (CCN di Gangi), ha inoltrato il documento direttamente alla segreteria della VI Commissione.
Il punto di vista del sindaco Migliazzo, che avrebbe condiviso con i colleghi del territorio e non aderente all’idea progettuale, non risulta tra i documenti acquisiti in Commissione, ne lo stesso sindaco risulta essere stato audito a Palazzo Carpegna, sede delle Commissioni legislative del Senato.
Nell’intervento del consigliere Lo Pizzo sarebbe emerso, altresì,  che “la gestione delle zone franche montane sulle Madonie” avrebbe inibito il percorso, facendo intendere che l’attività giornalistica di Vincenzo Lapunzina, che è anche presidente dell’associazione zfm Sicilia, sarebbe stata di ostacolo alla definizione della prima legge di prospettiva della storia dell’Assemblea Regionale. Un percorso che è stato riconosciuto dalle più alte cariche dello Stato e della Regione Siciliana.
Per la cronaca, il DDL, che dispone l’istituzione delle zfm in Sicilia, in discussione presso la Commissione Attività Produttive dell’ARS, è in attesa del parere di fattibilità dall’Ufficio studi di Palazzo dei Normanni.  
Il consigliere Lo Pizzo continua a non distinguere il ruolo di giornalista da quello di presidente dell’associazione e, cosa che ci indigna e allo stesso tempo preoccupa,  ammette che i sindaci madoniti – da lui rappresentati in quel contesto – si sarebbero, per ripicca, messi di traverso in risposta all’attività giornalistica di Lapunzina, a danno di migliaia di operatori economici che resistono in tutti i Comuni interessati alla Legge, madoniti compresi.


A questo bisogna aggiungere, secondo le dichiarazioni di Lo Pizzo,  i mancati investimenti che le disposizioni attuative avrebbero attratto e le centinaia di posti di lavoro mancati.
Ci attendiamo una presa di distanza da parte dei sindaci madoniti, rispetto alle inquietanti dichiarazioni del consigliere Lo Pizzo, a meno che non siano condivise, profilando gravi responsabilità politiche e amministrative”.
Lo dichiarano i componenti del consiglio direttivo dell’Associazione zone franche montane Sicilia