Dopo il periodo davvero difficoltoso è tornata anche a  Petralia Soprana la tradizione del pranzo di San Giuseppe, ovvero “dei virgineddi.”Un evento che ha sempre rappresentato la comunità e la sua devozione al santo, che ha messo in evidenza anche la bravura dell’arte dei pani votivi realizzati per l’occasione della ricorrenza, con la bellissima esposizione sull’altare che ha fatto da scenografia alla tavolata organizzata in Piazza Frate Umile.

Organizzato dalla Società Operaia di Petralia Soprana di cui è Presidente Damiano Bruno e vice Presidente Angelo La Placa, alla quale si sono uniti i soci e i volontari con il cuoco Pippo Cancilleri, che hanno cucinato e servito il pranzo, con l’aiuto speciale delle famiglie sopranesi che hanno reso questo momento un vero e proprio momento di aggregazione, al quale hanno avuto la possibilità d assistere e sedersi anche i visitatori presenti nel borgo, rimasti affascinati dalla cerimonia e dal contesto.

Il borgo ha rinnovato così la tradizione e celebrato una festività che mescola insieme il senso del sacro con i ricettari votivi della tradizione rurale, che rendono la tavola una delle manifestazioni della nostra cultura più attese e tramandate.Le festività di San Giuseppe in Sicilia sono le prime che anticipano il “risveglio gastronomico pasquale” preludio dell’arrivo della primavera.

Un’usanza oggi entrata a far parte del nostro folklore ma le cui origini raccontano una storia rurale antica come il mondo che nelle comunità  cristiane ha mescolato insieme al sentimento religioso, anche un valore culturale e sociale estremamente importante.

Si trattava di una tavolata che le famiglie e la chiesa dei paesi organizzavano per i poveri, i bambini in particolare, per i quali ci si univa a cucinare un pranzo al quale venivano invitati gli indigenti per onorare il santo, la cui generosità e amore per la famiglia veniva così celebrata.

Rappresentava, ad ogni modo, un evento per stare insieme, un momento di ringraziamento alla natura e ai numi protettori dopo le giornate di raccolta nei campi.Questa festa ancora oggi a Petralia Soprana è tornata  un evento straordinario che vede unirsi abitanti e visitatori in uno scambio a dir poco emozionante.Sebbene con qualche variazione, la tradizione delle tavole dei “vergineddi” si è mantenuta pressoché intatta, conservando un menù frugale tradzionale che è stato servito nell’occasione composto da pasta con lenticchie e finocchietto, baccalà fritto, cardi in pastella, arancia e le immancabili sfinci, oltre alla distribuzione dei panuzzi benedetti.

La comunità partecipando ha unito i cittadini che si sono dedicati all’organizzazione di un pasto servito in una lunga tavolata abbellita con fori e frutta e pani dove sono state servite le pietanze povere ma cariche di quel sentimento che rende tutto il menu ricchissimo di sentimento!E se il momento del pasto è sembrato il più coinvolgente, in realtà lo è stata la preparazione che ha restituito una atmosfera gioiosa e collaborativa tra i concittadini che si sono messi ai fornelli già da qualche giorno prima, per preparare la quantità necessaria a sfamare oltre 150 persone, insieme agli altri collaboratori che si sono presati per il servizio a tavola.

Il pranzo è stato preceduto dalla benedizione di Don Calogero Falcone che ha ringraziato la comunità esortandola a rimanere unita al di là delle festività e di questi momenti felici continuando ad essere traino del benessere cittadino, la Società Operaia, la famiglia Tesoriere che si è da poco insediata tra i concittadini ed ha voluto essere già parte dell’organizzazione.