Le donne dell’acquasanta è un libro di Francesca Maccani, insegnante di lettere della scuola secondaria, la scrittrice di origine trentina, insegna a Palermo ormai da qualche anno e racconta in un’intervista di avere avuto modo durante le vie dei tesori, di visitare la manifattura di tabacchi di Palermo e di esserne rimasta particolarmente colpita per le forti emozioni che tale visita le ha evocato, cosi attratta dal luogo e dalla sua storia ha dapprima scattato molte foto, come a volere immortalare spazi ed emozioni, poi ha cercato di raccogliere quante più notizie relative la storia del luogo ancora poco conosciuto , dunque è nata la voglia di scrivere.

In particolare la fonte d’ispirazione è stata la notizia del nido aziendale sorto in una struttura manifatturiera italiana, da qui prende ispirazione la storia delle due donne Franca e Rosa , nomi del tutto inventati ma che grazie alle vicende narrate arrivano nelle nostre case come amiche, che si sono battute con grande coraggio e intraprendenza per apportare delle importanti migliorie , nel luogo di lavoro e se vogliamo  un sistema rivoluzionario di gestione del lavoro, certamente impensabile per quei tempi.

«Quando sono entrata nell’enorme complesso della Manifattura Tabacchi di Palermo, qualche anno fa», ha detto Francesca Maccani a Letteratitudine, «ho sentito forte il profumo di una storia, una storia che volevo raccontare. Il cortile di quello che si presenta oggi come un qualunque sito di archeologia industriale – con la particolarità di essere pigramente adagiato sul mare – di colpo si è animato di voci e di personaggi. È stato lì che ho incontrato loro, le donne dell’Acquasanta.

La vicenda è ambientata a Palermo nel quartiere dell’acquasanta, dove esisteva una grande industria di tabacchi , la manodopera era del tutto al femminile per via del tipo di lavoro che richiedeva un’attenzione minuziosa nel lavorare il tabacco attraverso l’uso delle mani leste e affusolate.

Le due ragazze crescono insieme nella borgata abitata prevalentemente da pescatori, una vita semplice senza troppe pretese, sin da piccola Franca, manifesta un carattere ribelle, sangue che ricerca giustizia in ogni cosa che le capita, sin da bambina si ribellerà ai soprusi ed un giorno dinnanzi ad un picciriddu della loro stessa età che pensa di fare il furbetto dirà ad alta voce: “nessun masculo, mi dirà cosa devo fare”, è cosi proverà a ribbellarsi sempre a qualunque forma di sovraffazione.

La disobbedienza scriveva I . Calvino acquista un senso solo quando diventa una disciplina morale più rigorosa di quella a cui ci si ribbella.

Quel posto di lavoro era ambito da molti, garantiva ad intere famiglie di avere una paga e di potere essere sereni.

Ma non era tutto rose e fiori le condizioni di vita lavorative non erano le migliori e molte donne erano costrette a portarsi i bambini con loro facendoli vivere una situazione di disagio e rallentando esse stesse il lavoro, la condivisione inoltre di spazi offriva loro la possibilità di raccontarsi la vita e non sempre erano rose e fiori, dunque le due ragazze erano legatissime. E  capaci di di sostenersi vicendevolmente.

Tra la loro vicenda si insinua quella di altre giovani ragazze alcune costrette dalle stesse madri a prostituirsi per racimolare soldi.

Non per tutte le tabacchine la giornata finiva fuori dal cancello di ferro, per alcune si aprivano altre gabbie che tutti conoscevano, ma di cui nessuno parlava, come quella per Mela che finiva tra le lenzuola di un baronetto e che era costretta a piegarsi al volere di un uomo che per una lira credeva di avere il diritto di farne ciò che voleva, per molte invece il ritorno a casa significava non solo fatica, ma anche la violenza dei loro compagni spesso ubriachi.

Franca osservava tutto e le ribbolliva il sangue tutte le volte che voleva potere fare qualcosa, cosi si rivolge ad un giovane sindacalista, un’altra testa calda come lei che le darà man forte nel sostenere le battaglie ed in questo saranno vincenti, riuscendo ad ottenere preziosi risultati. Il punto di svolta è l’ennesimo sopruso, Franca decide che è ora di alzare la testa e lottare per un diritto che alle femmine sembra negato: la dignità. Così, insieme a Rosa e Salvo, un sindacalista che ha il suo stesso spirito indomito e appassionato, combatterà per aprire un baliatico all’interno della Manifattura, uno dei primi asili per i figli delle lavoranti in una fabbrica nel Regno. E scoprirà il prezzo da pagare per difendere le proprie idee e il proprio amore. Una storia vera, di riscatto e amicizia, che illumina una battaglia pionieristica e ancora sconosciuta, sullo sfondo di una Palermo che non finisce mai di incantarci.

Nel libro ci sono altri importanti risvolti che segneranno la vita dei protagonisti e che non sveliamo per non togliere la sorpresa .

Il libro è di lettura scorrevole, leggera ma nello stesso tempo carica di importanti momenti di riflessione, la forza delle donne e delle idee genera cambiamento, mai sottrarsi all’obbligo morale di portare giustizia e garantire diritti, laddove sono negati .