Respiri di ginestra di Santa Franco, è un libro forte, intenso, come il profumo della ginestra che è nel titolo, pieno di pathos e di colpi di scena.

Incuriosisce il lettore sin dalle prime pagine, accompagnandolo in un mondo non molto lontano da noi, in cui fatti reali con sfumature narrative si intrecciano come ricamo macrame’.

Santa Franco ha sempre rivolto la sua attenzione ad una Sicilia “fimmina che percia il core” , tra scialli nivuri, intrecci del destino e profumi di libertà.

La scrittrice con coraggio recupera dai cassetti della memoria fatti, storie realmente accaduti e restituisce voce a donne che sono state dimenticate e a cui per comodità si è tolta la voce. Donne che sono state fatte credere pazze, indegne, quindi allontanate e spesso uccise, facendole credere suicide, in realtà la verità era un’altra.

In un mondo maschilista, l’universo femminile ha subito per molto tempo mortificazioni nell’anima e nel corpo, tema di grande attualità, se pensiamo a quante donne oggi continuano a subire violenza, spesso dentro le mura domestiche e uccise dai loro stessi compagni e mariti.

Il racconto di Santa Franco è una voce che diventa tuono , con il suo narrare vuole restituire non solo la storia come memoria da non dimenticare, ma vuole scuotere le coscienze di chi ha voluto seppellire fatti e verità.

Non c’è verità che non venga alla luce, quella s’infila in ogni pirtuso e restituisce la vita, almeno nella memoria, perchè nulla resti inascoltato , non è una consolazione, ma di certo è un rendere giustizia almeno nel ricordo.

Respiri di ginestra è la storia di una donna Vita, la chiamavano mulacciuna e con le mani sporche di terra , si asciugava le lacrime tirannu petri a tutti , assicutava granni e picciriddi.

Bella non era, non dava confidenza a nessuno, Santa ne pennella da abile pittrice dell’animo umano le caratteristiche fisiche , per certi versi sembra esserci un virtuale accostamento alla lupa di Verga, ma mentre gli occhi della lupa erano occhi di satanasso, cosi li definivano le altre donne, gli occhi di Vita, erano occhi tristi, occhi di una ragazza che non ha mai conosciuto il padre, ma che nei suoi tratti fisici e forse nei modi di fare ne conserva l’impronta , sente una strana malinconia velata che si traformerà in odio verso la vita, dopo avere subito uno stupro dai quei carusazzi che a male parole allontanava, notando i loro sguardi famelici e vogliosi di masculi senza anima.

La descrizione dello stupro nelle pagine del libro è forte , lascia il lettore sgomento, tutto viene descritto con una precisione che quasi sembra di viverlo quello stupro, di sentire quel corpo sfreggiato, quelle mani crudeli sopra quelle carni di donna giovane, quel sentirsi niente, improvvisamente niente, come donna, come persona, solo carne violata, consumata, senza rispetto, senza l’ombra di un briciolo di umano, carne, carne che quattro balordi hanno divorato instupiditi dalla bramosia del possesso.

Con le mani nel ventre oltraggiato, Vita urlerà tutto il suo odio e rabbia che di li a breve sarà l’unico modo per sopravvivere .

Quel giorno maledetto la sua vita cambia, il suo destino intreccerà nuovi scenari, diventerà prima una prostituta, poi militerà nel partito fascista, userà tutto ciò che è in suo potere per avere il comando sualla vita altrui.

Da  vittima, diviene carnefice, in un gioco delle parti che restituisce ciò che si è subito, ma mai in modo eguale, impossibile.

Continuamente indosserà abiti di vita sempre diversi per salvarsi da situazioni per lei sempre pericolose, ma si sa nessuno può non fare i conti con la propria vita e passato e Vita dovrà regolare i conti col destino continuamente.

All’interno altre storie come in un mosaico, dove nienete è lasciato al caso e dove ogni riferimento anche il più insignificante ha un peso nell’economia del romanzo, svelando argomenti di riflessione sempre più attenti e profondi.

Molti  i riferimenti alla guerra e ai sentimenti, di quegli uomini che partivano per la guerra senza sapere dove sarebbero andati e forse neanche perchè di quel sacrificio.

Con le parole venivano indottrinati, confusi, imboniti con un po’ di farina e coperte, ma quando la mente provava a dare un significato alle cose, ci si rendeva conto della brutalità di quel viaggio verso la morte, cosi la nostra scrtrittrice descrive  la dolcezza delle donne che cullavano i loro compagni come madri dei loro stessi uomini li, quelle notti, prima delle brutali partenze verso la morte, verso l’ignoto.

La scrittura della Franco è fresca, mai scontata, a passo felpato entra nel cuore delle storie dei suoi personaggi e ce li fa vivere e vedere con tutta la forza che trasuda dalla loro esistenza, le parole diventano pennelli che pittano scenari profondi e suggestivi.

I personaggi di Santa si amano, perchè tremendamente veri, sono anime inquiete che sembrano tuppuliare con insistenza, nel cuore di  ogni pagina per tornare a vivere, come in Pirandello, in sei personaggi in cerca d’autore.

la nostra protagonista Vita è una donna  forte e fragile nello stesso tempo, rimane in vita grazie all’odio e alla rabbia, senza, forse, sarebbe morta prima o si sarebbe ammalata di tristezza.

In realtà la tristezza accompagnerà tutta la vita della nostra protagonista che non ha mai conosciuto una briciola d’amore, finirà per odiare quel bello che gli occhi intorno hanno visto, ma che lei non ha neanche sfiorato per un destino amaro e crudele, se ne andrà come una folata di profumo di ginestra, che resiste alle intemperie.

Per tutte le donne che hanno subito violenza, Respsiri di ginestra è un omaggio alla vita che non dimentica.

Un libro che assapori pagina per pagina, dovrebbe essere letto in tutte le scuole, lascia un segno forte….leggetelo.

Respiri di Ginestra ed Arianna.