«Sulla questione insularità e sui fondi che lo Stato ha previsto nella Legge di stabilità 2022 per i due anni successivi, allocati sulla carta per compensare gli “svantaggi strutturali derivanti dalla condizione di insularità”, il professore Armao ha perso l’ennesima occasione di rimanere in silenzio, perché mente sapendo di mentire e questo non si addice ad un candidato che si propone di governare la Sicilia, cosa che ovviamente non potrà avvenire». Lo afferma Vincenzo Lapunzina, già coordinatore del comitato regionale per l’istituzione delle “Zone Franche Montane” in Sicilia e candidato nel collegio di Palermo, all’Assemblea Regionale Siciliana, nella lista di “Sicilia Vera”. 

«In merito all’insularità – afferma ancora Lapunzina – Armao si è preso dei meriti non suoi. La battaglia per inserire nella Costituzione il tema dell’insularità è stata intrapresa e portata a termine dal senatore sardo Emilio Floris. Armao si è inserito alla fine del percorso e nella foga di primeggiare non ha tenuto conto che la questione insularità è ampiamente riportata sia all’art. 174 del TFUE che all’articolo 27 della Legge 42/2009. Sarebbe bastato rivendicare autorevolmente l’applicazione di queste importanti norme, cosa che non ha fatto».

«Sui famigerati 100 milioni di euro, che secondo il vice presidente della Regione di “Forza Italia”, sarebbero stati destinati al “suo progetto”, per onestà intellettuale l’uomo di punta di Berlusconi in Sicilia avrebbe dovuto ammettere che i fondi previsti dallo Stato, di fatto, erano stati destinati al finanziamento della fase di startup della legge istitutiva le zone franche montane in Sicilia – chiosa il candidato madonita – Armao è a conoscenza che gli stessi sono stati scritti in bilancio alla voce “insularità” per mettere la norma siciliana al riparo della Giustizia della concorrenza».

«Armao e Musumeci – conclude Vincenzo Lapunzina – con la vile complicità dei colleghi di governo e dell’intera deputazione regionale, hanno destinato indebitamente le risorse per altri fini e per soddisfare meri interessi elettorali. È oltremodo offensivo continuare ad affermare che i 100 milioni di euro (oltre i 200 milioni previsti per gli anni 2023 e 2024) non erano, di fatto, destinati alle ZFM e la scelta di non farlo ha messo a rischio una norma che darà una chance agli operatori economici delle Terre alte e a chi non ha ancora avuto la possibilità di scappare da queste aree ignote alla politica. Non hanno tenuto conto nemmeno dell’appello fatto dai vertici della Commissione Finanze e Tesoro del Senato della Repubblica, i quali hanno invitato il governo Musumeci a “far decollare la norma e la successiva esperienza amministrativa e attuativa”. Tutto questo è inaccettabile e gli elettori devono sapere».