Cos’ è la fotografia, se non come la stessa parola dice “scrittura con la luce, grafia-scrittura-foto-luce.La fotografia è arte, documento, denuncia, passione, pensiero.

La fotografia è operazione di “decisione”orienta lo sguardo, ci aiuta a guardare le cose, con più attenzione, chi se ne innamora non può più farne a meno, perchè diviene una compagna importante, ti aiuta a mantenere alta la curiosità verso le cose e a raccontarle, divieni inconsapevolmente, se lo fai con passione uno scrittore/scrittrice per immagini.

Fotografare non è solo un’attimo creativo, ma un regolatore importante di emozioni.

La fotografia non è mai lo specchio della realtà, ma l’idea che di essa si ha, dieci fotografi difronte lo stesso soggetto producono immagini diverse, perchè se è vero che  traduce il reale, questo si rivela attraverso l’occhio che guarda.

Il fotografo A.Adams, sostiene che nel momento in cui scattiamo una foto, in quella immagine si concentra tutto quello che hai visto, i libri che hai letto, la musica che hai ascoltato, le persone che hai amato, nella foto proiettiamo il nostro universo.

La fotografia ci permette di vedere ed essere visti, uno strumento di introspezione , un bisogno umano per eccellenza, il riconoscimento diceva Winnicot, che ha fatto la storia nello studio della psicologia dell’adolescenza.

La fotografia racconta chi l’ha scattata, potremmo conoscere le persone meglio, anche solo in base alle cose che fotografano.

La gente fotografa per mille motivi diversissimi, ci vorrebbero intere pagine per affrontare il tema, è chiaro comunque che ci sono scatti che lasciano il tempo che trovano, catturano attimi, frammenti, altri che aprono occasioni di riflessione, la tecnica la si può imparare in poco tempo, quello che nessuno può insegnarti ed è qualcosa di molto intimo è “il sentimento della luce”. La fotografia per eccellenza è luce catturata.

Molti fotografi hanno dato un importante contributo allo studio delle immagini, ne vogliamo ricordare alcuni per aspetti che li hanno caratterizzati, e li ricordiamo proprio perchè è sotto gli occhi di tutti, la stagione di massima esaltazione della fotografia sotto vari profili che  stà diventanto un fenomeno sociale .

Henry Cartier Bresson, fotografo francese, è considerato l’occhio del secolo, pioniere del fotogiornalismo, ed esponente della fotografia umanista, nata alla fine della seconda guerra mondiale.

A colpire l’occhio del maestro,  la vita quotidiana, con i suoi personaggi disagiati, le strade, i volti più intimi.

Avversario della messa in scena , preferiva l’immediatezza  e la recezione dell’istante decisivo, l’attenzione al bianco e nero perchè venisse fuori meglio l’immagine.

Bresson avrebbe voluto essere un pittore, ma non ci riusci’, trovo’ nella fotografia uno sfogo importante, con la differenza che la pittura è meditazione, la fotografia , immediatezza., testa occhio e cuore nella fotografia si allineano, cè una meditazione immediata, un’intuizione che ha la velocità di un click.

Altra figura interessante è Vivian Maier, una storia di vita difficile la sua, se ne conoscerà il talento solo dopo la sua morte, verranno ritrovate le sue pellicole e apprezzati gli scatti, frammenti di una realtà caotica, che pullula di vita, istanti catturati nella loro semplice spontaneità, pioniera della street photography, in lei si registava una grande sete di curiosità, dettagli apparentemente normali nei volti delle persone che divengono rilevanti .

La Maier fotografava quello che in genere altri non fanno, i particolari il disotto, l’accanto , istanti residuali della vita sociale a cui sembra gli altri non diano importanza o attenzione, in poche parole  (quello che succede, quando non accade nulla).

Ed ancora vogliamo ricordare Steve Mc Curry, fotografo statunitense che sosteneva l’idea che occorre sapere aspettare l’attimo giusto, la vita li dove altri non la colgono, “se sai aspettare” le persone si dimenticano della tua macchina fotografica e la loro anima esce allo scoperto”, dunque la fotografia come importante registratore.

Ne potremmo citare tanti altri, conoscerli aiuta ad innamorarsi sempre più della potenza della fotografia, la nostra Letizia Battaglia ha raccontato la mafia negli anni di piombo, ha usato in maniera sapiente il bianco e il nero, lei stessa diceva che non avrebbe mai potuto raccontare i morti a colori.

La sete di fotografia è incredibile, non c’è persona che non senta questo impulso del click.

Molti sono ancora in giro per via delle vacanze, eventi, luoghi, incontri, sono stati suggellati attraverso fotografie, ci fanno compagnia ed è inutile dirlo che rivederle procura gioia, condivisione, curiosità, specialmente laddove ci sono foto di città, paesini , luoghi di mare o montagna, gli occhi ne traggono beneficio, stimolano la voglia di conoscere.

Chi fotografa immortala luoghi, personaggi, storia , cultura e forse senza rendersene conto fa un importante promozione dei territori.

L’attrazione turistica cresce anche attraverso lo sguardo con cui viene proposto, si moltiplicano infatti i libri fotografici e le riviste fotografiche, sono d’impatto immediato, catturano prima delle parole.

Dovremmo fare corsi di educazione allo sguardo, Franco Arminio, il teorico della paesologia lo sostiene da tempo, tutte le volte che guardiamo fuori ciò che è attorno a noi, facciamo senza rendercene conto un viaggio anche dentro di noi.

Guardare aiuta a cogliere il bello ed il brutto che ci circonda ed è guardando che possiamo sviluppare una nuova sensibilità verso le cose che ci circondano, impareremo a prendercene forse più cura.

Lo sguardo cura,Arminio cita nel suo libro: “non esistono scuole per guardare, ci vuole un duro esercizio per apprendere l’arte dello sguardo” le cose che entrano dagli occhi possono essere farmaci, le cose che fotografi le porti con te ed ogni cosa che porti con te ti farà compagnia, dunque scegli buona compagnia!.