“Vi voglio proporre -scrive Gaetano di Chiara- una bellissima e rara antica immagine del così chiamato “Chianu a rina” che col tempo prenderà, prima, il nome di Piazza Montebello,oggi Piazza Nino Tedesco la piazza dove sorge la scuola elementare.”

Un pò di storia, si rende necessaria intorno al luogo preso in esame.

Il barone Pietro Domina aveva, nelle sue ultime volontà, dato incarico ai suoi eredi di costruire un nuovo edificio per ospitare definitivamente il “Collegio di Maria” che al tempo della sua morte si trovava, in via provvisoria, sugli adattati spazi, concessi dall’arciprete di Petralia, di ciò che era stato un antico e diruto convento adiacente la Chiesa di S. Marco. In seguito, accortosi che tali ambienti non erano consoni alla pia opera, sia per le suore che per le “donzelle” ammesse al “Collegio”, decise di trasferirlo nella propria abitazione.

Dopo la morte del Barone gli eredi “nicchiarono” alquanto per non sottoporsi al volere del testatore, tanto che le “monache” li citarono in giudizio. Il Tribunale di Termini nel corso del processo si orientò quasi subito a dar ragione alle religiose così che, come primo atto del suo intervento, nominò un “tecnico” col compito di stabilire dove il nuovo edificio del Collegio dovesse sorgere a Petralia Sottana.

In data 23 febbraio 1813 giunse, quindi a Petralia, l’architetto Teodoro Gigante il quale inizialmente si orientò a reperire l’area non lontano dal Monastero della SS. Trinità o Badia “nella contrada nominata del piano dell’Arena…dirimpetto la casa del sac. Giuseppe Mancuso e confinante col giardino del sig. Pettineo” Subito dopo però egli sconfessò il sito per la esistenza di troppe servitù di passaggio esistenti che avrebbero influito, per pagare i proprietari dei terreni, ad alquanto assottigliare la somma messa a disposizione dal Domina, ma soprattutto per il fatto che a monte esistevano dei terreni che, per la sua esperienza professionale, reputava soggetti al pericolo di frane a causa di un vallone a uso di scarico di acque piovane.

A conclusione poi delle sue indagini, reputò idonea per la costruzione dell’edificio conventuale l’area dove attualmente trovasi la Chiesa di S. Marco e Biagio, che col tempo, dopo il Collegio di Maria, sarà sede della Stazione dei Carabinieri e poi, prima sede del Parco delle Madonie.

Ritornando a “u chianu a rina”, “rina” non è sinonimo di “rena” cioè di sabbia, ma più precisamente si riferisce alla naturale posizione del sito che avente, alle spalle, una copertura rocciosa, formava una naturale “Arena” rivolta verso l’ampissimo panorama dei monti e della valle dell’Imera.

E’ possibile che in tempi remoti, durante il periodo della civiltà greca in Sicilia servisse proprio ad Arena o che i geografi greci avessero dato tale toponimo al luogo con l’intenzione d’impiantarvi all’occorrenza uno dei loro teatri ? Ciò però è alquanto improbabile essendo “u chianu a rina” alquanto lontano dai loro abituali possedimenti in terra siciliana.