Il 22 marzo c.a., in occasione della giornata mondiale dell’acqua, la Costituente era intervenuta sulla questione dei contatori intelligenti:

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Oggi assistiamo ad una ripresa del dibattito, positiva dopo il lungo silenzio di tutti i comuni coinvolti e del nostro in primis. Ma il dibattito è ripreso, nello stile del primo cittadino: quello della polemica, la sua, e l’indignazione verso ciò che lo disturba e perciò per lui ė sterile polemica. Al solito.

La Costituente nel ribadire quanto affermato nel precedente post, come il valore della tecnologia al servizio del benessere dei cittadini e dell’ambiente e la gestione pubblica dell’acqua, torna sull’argomento sollevando altre questioni.

Già allora chiedevamo informazioni su:

  1. stato della nostra rete idrica: è quanto meno assurdo che si pensi a informatizzare la gestione dell’acqua, con un costo pari a circa 600mila euro sulle spalle dei cittadini, quando da decenni non si fa nulla per aggiustare la rete idrica che definire un colabrodo risulta un eufemismo;
  2. fonti di approvvigionamento: non sappiamo cosa si è fatto riguardo alle sorgenti, di lecito almeno, visto il caso dello scavo in territorio di Geraci Siculo;
  3. come verranno tassate le singole utenze: come e in quanto tempo i cittadini pagheranno questi 600mila euro?

Ma da marzo a qua nessuna informazione da parte del Sindaco. E solo quando Gianpiero Caldarella e Pino Di Gesaro si sono sobbarcati l’impegno di studiare le carte e informare i cittadini, ignari di quanto sta avvenendo, allora viene pubblicata una lettera aperta che nulla spiega delle problematiche emerse.

Appare infatti quanto meno strano che non si sappia più niente della multa che avremmo dovuto pagare se entro giugno non avessimo acquistato i contatori intelligenti. Né, d’altra parte, era mai stato trovato un riferimento ufficiale del rischio per i cittadini di “incappare nella procedura d’infrazione dell’ARERA”.

Continuiamo a non sapere se è stato organizzato il sistema di gestione, se c’è del personale comunale che abbia le giuste competenze o che possa essere formato o se si prevede l’intervento di qualche società privata esterna. Tutte domande alle quali il Sindaco Cicero continua a non rispondere, come non risponde alla richiesta di garanzia che l’acqua è, e deve assolutamente rimanere, un bene pubblico come pubblica deve essere la sua gestione.

Inoltre, è doverosa una riflessione tutta a beneficio delle nostre tasche che evidentemente il Sindaco non tiene nella dovuta considerazione. Come mai il costo sostenuto dalle comunità madonite per la quota di adesione annuale a SO.SVI.MA viene calcolato sulla popolazione al 2001, non tenendo conto della sopravvenuta riduzione del numero di abitanti in tutti i paesi?

Popolazione residente al

1° gennaio a Castelbuono

2002 9.635
2021 8.359

I dati in tabella (http://dati.istat.it/), mostrano che il nostro paese, rispetto al 1° gennaio 2002, ha 1.276 cittadini in meno. La quota individuale versata a SOSVIMA è di 3,50 euro ad abitante per ogni anno di supporto. Quindi Castelbuono paga a SOSVIMA 1.276 x 3,50 = 4.466 € in più all’anno. Chiediamo al Sindaco il perché di una scelta così svantaggiosa per i castelbuonesi e a cosa servono questi soldi. Un sindaco non dovrebbe fare gli interessi dei suoi cittadini? Quali interessi si perseguono nell’avallare tale calcolo? È vero che SOSVIMA è pagata a parte per alcuni progetti, come quello dei contatori per il quale abbiamo versato un’altra cifra pari a 16.898 €?

All’indomani della lunga lettera aperta in cui il nostro sindaco ha fatto accuse ben precise e circostanziate su come si mantenga l’equilibrio madonita per mezzo della distribuzione di incarichi in organi di sottogoverno, ma ancor di più alla luce della seconda lettera, che è sembrata un ritorno all’ovile, i cittadini di Castelbuono devono interrogarsi sul ruolo degli enti sovracomunali, devono chiedersi se il loro agire è svolto nell’interesse dei cittadini oppure no, se il loro ruolo è ancora quello di supporto tecnico, così come da mandato, o se nel tempo si è trasformato in un ruolo di indirizzo politico. E, soprattutto, perché le decisioni che riguardano i cittadini e le loro tasche vengono prese d’urgenza, senza la dovuta e necessaria condivisione e informazione, senza addirittura coinvolgere il Consiglio comunale, organo di garanzia sia nella componente dei consiglieri di maggioranza che in quella della minoranza. Decisioni così importanti non possono essere deliberate dalla Giunta comunale senza che ci sia un passaggio di trasparenza con la società e con chi la rappresenta.

Su tali questioni della massima importanza, la Costituente chiede al Sindaco chiarezza di azione e informazione trasparente, con atti e non con le sue parole spesso contraddittorie e infondate.

La Costituente chiede anche al Consiglio un moto di orgoglio e di dignità: torniamo a discutere degli interessi dei cittadini con la libertà e l’onestà dovuta al ruolo ricoperto.

La Costituente per la Castelbuono di domani