Su iniziativa del Cai regionale si sono svolte in tutta l’isola dieci manifestazioni-escursioni per sensibilizzare l’opinione pubblica e sopratutto non dimenticare quanto successo in questa estate oramai alla fine, in tema di incendi.Uno dei dieci concentramenti si è svolto a Petralia Sottana,(all’indomani di quello organizzato dal Vescovo Marciante)con appuntamento nella pineta comunale da dove i numerosi partecipanti sono partiti alla volta di una escursione che li porterà a Piano Catarineci.Si partiva dall’acquedotto di Petralia Sottana, tratto iniziale della tappa 17 del SI CAI (zona coinvolta dall’incendio) fino a Portella Ferrone, Savochella (Petralia Soprana) con proseguimento per il sentiero 10 fino a Piano Catarineci (Geraci Siculo) per un totale di Km 10,Difficoltà E
Dislivello 500. Molte le sezioni Cai presenti, oltre a quella di Petralia Sottana, Polizzi Generosa, Cefalu’, Palermo, Acireale,il soccorso alpino,la protezione civile. E il presidente regionale del Cai, Francesco Lo Cascio ha scelto di partecipare all’appuntamento madonita(essendo lui di Tusa)dando cosi’ il benvenuto e il saluto ai partecipanti che hanno raccolto l’appello del Cai,assieme a Mario Vaccarella e Giuseppe Carapezza. Per il comune di Petralia Sottana ha dato il saluto istituzionale il presidente del consiglio Sabrina Lo Dico,insieme al CAI per mostrare i danni dei piromani su oltre 70 mila ettari. Avanzeremo anche proposte di contrasto, a cominciare da controlli e pene più severe.

“Nello specifico, CHIEDIAMO, quindi, con forza di:
– intervenire con urgenza sia sotto l’aspetto della deterrenza del crimine perpetrato
dai piromani, elevando le pene attualmente previste ai sensi dell’art. 423-bis
(reclusione da 4 a 10 anni) al fine di una più dura repressione, configurando per tale
crimine, le pene ben più severe previste per il “disastro ambientale” ovvero per i
“delitti di mafia”, prevedendo, altresì l’ampliamento dei termini temporali previsti
per il vincolo di destinazione d’uso delle aree percorse dal fuoco;
-dispiegare, almeno per la stagione estiva, l’Esercito, con l’impego di uomini e mezzi
altamente specializzati per il presidio delle aree sensibili, con il trasferimento per
intero del servizio di spegnimento aereo tramite Canadair all’Aeronautica Militare;
-un coordinamento unico e permanente, simile, sotto l’aspetto funzionale, alle
“Magistrature/Autorità” o alla D.I.A (Nuclei Interforze con il Corpo Forestale), in
grado di individuare a livello comprensoriale/provinciale infrastrutture AIB e punti
strategici di gestione, per contenere lo sviluppo del fuoco entro la capacità di
estinzione locali, con buona capacità di vigilanza e deterrenza da effettuare
mediante l’uso di sistemi operativi di tipo terrestre e satellitare;
-favorire concorsi per assunzioni di forestali, ormai in numero assolutamente
insufficiente per l’espletamento dei compiti propri della regione, inserendo dei
criteri che consentano di abbinare la località di abituale domicilio dei candidati
all’area nella quale essi dovranno svolgere il loro lavoro, al fine di evitare che alcune
aree rimangano sguarnite a causa di difficoltà logistiche nel condurvi maestranze
residenti a grande distanza, migliorando, altresì, il funzionamento dei vivai forestali
per la coltivazione di essenze di pregio (no conifere);
-una strategia di prevenzione supportata da adeguata dotazione finanziaria per
consentire alla numerosa schiera di “stagionali” di non limitarsi allo spegnimento
degli incendi, ma bensì, di dedicarsi, secondo un preciso cronoprogramma, alla
manutenzione sul territorio (opere di ingegneria naturalistica, realizzazione di
barriere tagliafuoco, ripulitura e scerbamento dei terreni , e non ultimo tecniche del
fuoco prescritto e del controfuoco);
-effettuare una stabile e adeguata formazione del personale addetto al contrasto
degli incendi, sia essi dipendenti della P.A. che volontari, con l’attivazione di
appositi corsi abilitanti e di aggiornamento, promuovendo, altresì, nelle scuole di
ogni ordine e grado, attività di sensibilizzazione contro gli incendi e di promozione
del Servizio civile di volontariato;
-finanziare i comuni montani per la manutenzione e /o incremento del patrimonio
boschivo ricadente nel loro territorio, nonché per la pulizia dei terreni privati
limitrofi agli insediamenti urbani sempre più spesso innesco di pericolosi incendi,
con la possibilità da parte dei Sindaci di procedere dopo diffida, in danno dei privati
inadempienti.E non ultimo di spendere bene i soldi previsti dal PNNR in riguardo ai temi ambientali,ha concluso il presidente Francesco Lo Cascio”.