È stato visto da tanti, ma credo dovrebbero vederlo un po’ tutti i siciliani il film “l’ora legale” diretto ed interpretato da Ficarra e Picone. Un film che interpreta bene la nostra sicilianità, nel profondo della sua essenza, nulla è lasciato al caso, ogni dettaglio è stato ben pensato, con una bravura particolare, dove il tragico ed il comico s’intrecciano solleticando la coscienza dello spettatore che a tratti sorride e a tratti s’interroga, su fatti e questioni che conosce troppo bene. Siamo in tempo di elezioni, ed il film affronta un tema che si ripete ciclicamente con personaggi diversi, ma con un copione che stenta a mutare. L’arrivo delle elezioni è sempre preludio di vento di cambiamento reale o presunto. Il film, attraverso le vicende dei personaggi interpreterà bene la frase citata nel Gattopardo, “Cambiare tutto per non cambiare nulla”. Il cambiamento richiede la capacità di rimettere in discussione, usi e costumi consolidati che non sempre corrispondono al bene, è più facile adagiarsi al noto che affrontare il nuovo. Ci si abitua troppo facilmente anche al male, e quando questo accade è la peggior cosa che possa capitare ad una comunità. L’ora legale è un film che sorprende, abituati a vedere i nostri due attori impegnati in film che sanno di comico, qui senti la comicità ma anche quel retrogusto amaro di una realtà drammatica, immutabile, come fosse vittima di un sortileggio atavico. Esci dal film sentendo quel brivido che ti ha scosso la coscienza, quel film parla anche di te, di come affronti la quotidianità, dell’atteggiamento che hai verso la vita, come svolgi la tua professione ,il senso del dovere, l’attenzione al bene comune e ti interroghi sul tuo operato. In un paese della Sicilia, Pietrammare, puntuale come l’ora legale, arriva il momento delle elezioni per la scelta del nuovo sindaco. Da anni imperversa sul paese Gaetano Patanè, lo storico sindaco del piccolo centro siciliano. Un sindaco pronto ad usare tutte le armi della politica per creare consenso attorno a sé. A lui si oppone Pierpaolo Natoli, un professore cinquantenne, sceso in politica per la prima volta, sostenuto da una lista civica e da uno sparuto gruppo di attivisti. Il nuovo sindaco s’impegna a far valere onestà e corretti valori , questo in poco tempo, porta l’intero paese all’esasperazione costringendo il sindaco alle dimissioni. Fare rispettare le regole, diventa difficilissimo, li ognuno seguiva le sue regole, che seppur sbagliate, avevano mantenuto un equilibrio di relazioni. L’ex sindaco, in questo stato generale di “scompiglio dell’ordine”, torna a governare il paese dopo pochi mesi, giusto il tempo di lasciare l’ora legale e tornare a quella solare . Il film ruota su due punti principali che non vanno confusi come sovente accade, il concetto di onestà e quello di legalità. Cos’è l’onestà? È una qualità umana che fa agire e comunicare in maniera leale e trasparente in base a principi morali ritenuti universalmente validi, l’onestà si contrappone ai disvalori quali l’ipocrisia, la menzogna, il segreto. Gli uomini onesti non indossano maschere. In un mondo in cui la disonestà sembra un luogo comune, perchè si dovrebbe essere onesti? L’onestà è un fatto di coscienza, delle persone oneste si può avere fiducia, l’onestà è fatta di coerenza, è agire senza guardare al proprio interesse e senza farsi influenzare da logiche di parte. L’onestà dirà un protagonista del film è frutto di un percorso, nessuno può dire di non avere scheletri nell’armadio, è pur vero però che le esperienze ed il tempo aiutano a migliorarsi, a crescere, a capire come nel film che con alcune logiche “vedi la raccomandazione”fatta dal nuovo sindaco anni addietro alla figlia si compra, si qualcosa, ma che ti renderà sempre ricattabile. Anche lui, il sindaco che sembrava non avesse mai commesso illeciti, era caduto anche lui in una trappola, la figlia venuta a conoscenza di ciò rinnegherà dapprima il padre, poi comprenderà che in fondo sbagliare è umano. Il problema che solleva la ragazza e che avendo ricevuto una raccomandazione, non saprai mai se ciò che hai è veramente tuo, senza quella “raccomandazione” cosa sarebbe accaduto?. Beh il tempo ci insegna che un’aiuto lo abbiamo chiesto un po’ tutti, entro i limiti della legalità, il problema è dimostrare nel tempo che quell’aiuto è stato dato ad una persona valevole. La Sicilia è la terra della raccomandazione, la terra del “ci penso io”, non perchè manchino dei talenti, ma perchè viviamo in un sistema che su questo si regge, dove è sempre più difficile esprimersi ed imporsi, da soli e con le sole proprie forze. La storia pultroppo, ha visto alternarsi uomini che hanno applicato le leggi per i nemici e le ha interpretate per gli amici, diceva Giolitti, questa non è stata e mai sarà l’espressione di una politica sana, ma corrotta. La politica è attenzione per il bene pubblico senza distinzione alcuna, il paese dei corrotti è sempre esistito ci ricorda Italo Calvino, ma accanto a tanti disonesti ci sono sebbene una minoranza di uomini onesti. Serve una politica che guardi al territorio, che sappia riconoscere ed analizzare le esperienze positive, che formi una classe amministrativa ed una cittadinanza sensibile all’integrità pubblica, che non usi il bisogno della gente per strumentalizzare il proprio operato. Serve educare dal basso la gente, cominciando dai quartieri più difficili e di estrazione culturale bassa, la gente ha bisogno di attenzione, di esempi concreti,di essere educata al bello e libera dal bisogno diceva Amartya Sen . Il principe Fabrizio nel Gattopardo dice: “Il sonno, caro Chevalley, il sonno è ciò che i Siciliani vogliono, ed essi odieranno sempre chi li vorrà svegliare, sia pure per portar loro i più bei regali… caro Chevalley: i Siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti.” Per fortuna la Sicilia non è solo questa, esiste, come Gino Pantaleone scrive, un Gigante controvento fatto di gente che crede ancora nella possibilità di una vita civile migliore, spesso opera senza tanti riflettori addosso, in un silenzio che fa eco tra la gente per bene. Inutile parlare di ciò che è arcinoto a tutti, semplicemente mi auguro che questo maledetto sonno prima o poi finisca e che ognuno facia il suo dovere. Il problema è che siamo dotati di una strana amnesia, rimaniamo scossi da qualcosa, ma subito dopo abbiamo già dimenticato. Di certo non sarà una pellicola a risvegliare dal sonno, ma tanti segni di legalità ed onestà nel tempo non possono non lasciare indifferenti, il vantaggio a lungo andare si vede.

Sabrina Miriana