Complici anche le vicissitudini che da marzo 2020 hanno caratterizzato l’emergenza Covid-19, nell’ultimo anno e mezzo uno dei fenomeni che ha conosciuto una rapida espansione è stato quello del social gaming. Ma di cosa si tratta nello specifico? E quali sono le opportunità per gli operatori del settore?

Che cos’è il social gaming

L’espressione social gaming identifica una nuova modalità di utilizzo dei videogame, basata sostanzialmente sull’interazione sociale tra i partecipanti. Si tratta di un fenomeno che trova terreno fertile sia sui social network che su piattaforme specializzate, come per esempio https://www.twitch.tv/, in cui giocatori e semplici curiosi si ritrovano non soltanto per sfidarsi ma anche più semplicemente per guardare eventi live e commentarli in tempo reale.

Il fenomeno in realtà può essere visto come la naturale prosecuzione di un percorso già iniziato da qualche anno con i portali di casino e gaming, capaci di offrire un’ampia varietà di titoli utilizzabili nella modalità multiplayer. Sui casino digitali come quelli raccolti da https://www.vegasslotsonline.com/it/, per esempio, trovano spazio slot machine, roulette ma anche veri e propri tornei di carte ai quali è possibile partecipare accedendo con il proprio account sia da PC che da mobile.

Qui, nel momento in cui decide di sfidare gli altri giocatori, l’utente si ritrova in una vera e propria ambientazione virtuale del tutto simile a quella reale, con avversari in carne e ossa che come lui sfruttano la connessione internet per il proprio divertimento. Anche in questo caso si viene a creare dunque una vera e propria interazione sociale, con tanto di scambi di messaggi e commenti, che rendono il gioco più coinvolgente e assimilabile più a un casino reale che alla classica esperienza videoludica anonima.

Le evoluzioni tecnologiche e l’avvento di altri operatori nel settore, prime fra tutte le società che gestiscono i social network come Facebook, hanno spinto in avanti questa novità, portandola a un vero e proprio boom sotto tutti i punti di vista, tanto che nel mese di luglio 2020 i dati parlavano di quasi 3 miliardi di gamer a livello globale.

Social gaming e marketing: quali opportunità?

Il social gaming rappresenta oggi un’importante opportunità anche per le stesse aziende e per chi si occupa di marketing, che oggi possono contare su una nuova tendenza per avvicinare il pubblico. Alla categoria dei gamer oggi non appartengono più solo ragazzi e nerd, ma anche tantissime altre fasce di utenti di differente età ed estrazione sociale, che semplicemente intendono trascorrere del tempo libero in maniera leggera e divertente, ed è questo uno dei motivi che rende il social gaming uno strumento potentissimo.

Giochi e applicazioni ludiche si sono rivelate in questi mesi un eccellente canale per avvicinare e coinvolgere gli utenti, sempre più attratti dalla possibilità di intrattenersi online, e ciò ha fornito interessanti spunti a quei brand che hanno saputo investire in tal senso creando esperienze nuove e inviando stimoli vicini al gusto e ai bisogni dei diversi target di clientela.

Gli esperti di marketing considerano il social gaming uno strumento davvero potente proprio perché capace di rivolgersi a una platea eterogenea di consumatori già particolarmente indirizzati verso il digitale e in grado di assicurare elevati livelli di engagement, come confermano anche le statistiche più recenti.

I dati raccolti nel report Social Media Trend 2021 di Talkwalker evidenziano, per esempio, un +32% di videogiocatori e una crescita esponenziale del fenomeno sulle principali piattaforme, come la già citata Twitch, Youtube e Facebook Gaming, accessibile dall’indirizzo https://www.facebook.com/gaming/feed/, sulle quali crescono contemporaneamente le community incentrate su singoli titoli e generi videoludici. Proprio le community, peraltro, rappresentano uno dei maggiori luoghi di confronto che, proprio per la loro natura, secondo gli analisti, durante il lockdown sono state particolarmente apprezzate dagli utenti online.

Tutti questi numeri si traducono ovviamente in persone pronte a interagire, specie se opportunamente coinvolte con strumenti studiati nel dettaglio che permettano loro di sentirsi parte integrante di un progetto o di una comunità legata da precisi ideali. Insomma, una modalità nuova su cui puntare per rinsaldare ancora una volta quelli che sono da sempre i pilastri del marketing, fondamenti essenziali per creare relazioni durature e profittevoli per tutti gli attori coinvolti nella filiera.