In occasione del suo cinquantanovesimo compleanno, è stato ricordato presso la sede di Addiopizzo – bene confiscato alla mafia e restituito alla collettività nel 2010 – il dirigente della polizia Mario Bignone.
Alla presenza della moglie Giovanna Geraci, dei colleghi e degli amici, l’hanno ricordato i rappresentanti di Addiopizzo, Maurizio Calvino, questore di Palermo, e Maurizio de Lucia, procuratore della Repubblica del capoluogo siciliano, che con Mario hanno condiviso un pezzo di vita e di strada professionale.
“Mario Bignone – hanno sottolineato i rappresentanti di Addiopizzo – non è stato soltanto un poliziotto dalle eccellenti qualità, che ha servito lo Stato e dato un contributo importante nella lotta a Cosa Nostra. Mario è stato soprattutto il primo funzionario di polizia, quando era alla sezione criminalità organizzata della squadra mobile di Palermo, ad aprirci, nel lontano 2006, il proprio ufficio e a iniziare quel rapporto di collaborazione che stimolò per la prima volta il fenomeno delle denunce degli imprenditori e dei commercianti contro il racket delle estorsioni.”
“In Mario – ha detto il questore Maurizio Calvino – l’aspetto umano e quello professionale coincidevano perfettamente. La sua presenza è stata così impattante nelle nostre vite che possiamo davvero parlare di un prima e un dopo. Ha abbattuto barriere interne, affinato le tecniche, portato entusiasmo in una struttura già solida. Il metodo che ci ha lasciato lo porteremo con noi per sempre.”
Un pioniere per la visione e la capacità di includere e coinvolgere cittadini e tessuto sociale, avendo cura delle relazioni oltre i ruoli, nel terreno della prevenzione e del contrasto al racket delle estorsioni e a Cosa Nostra.
Nel corso dell’incontro, è stato condiviso un momento particolarmente significativo: la lettura di una lettera scritta da Mario Bignone indirizzata ai suoi uomini e Addiopizzo dopo gli arresti di Raccuglia e Nicchi, condotti dalla sua squadra investigativa.
Il testo, letto da Alessandra Perrone di Addiopizzo e Piergiorgio Di Cara della Polizia di Stato, ha restituito con straordinaria integrità la sua visione inclusiva, etica del servizio, il profondo senso del dovere e la sua aspirazione a un cambiamento culturale duraturo, fondato su coraggio, lealtà e relazioni umane autentiche.
“Il termine che usava, servizio, dice tutto – ha sottolineato il procuratore Maurizio de Lucia –. È l’espressione più autentica della motivazione che anima le forze dell’ordine. E quella sua lettera è una testimonianza profonda di come concepiva il lavoro: come una vera missione. Anch’io, come lui e come Calvino, sono un “emigrato al Sud”, e continuo a ricordarlo ogni giorno, cercando di onorarne la memoria e quella sua capacità unica di agire con determinazione, senza mai alzare la voce.”.
Tra i primi a credere nella possibilità di un’autentica alleanza tra cittadini e forze dell’ordine, Bignone ha contribuito in modo decisivo alla costruzione di un rapporto fondato su fiducia e corresponsabilità.
La giornata si è conclusa con la proiezione di un video che ha ripercorso i momenti più significativi della sua esperienza umana e professionale. Un tributo di immagini e video che restituisce il senso di una vita dedicata al servizio dello Stato, alla cura e al rispetto delle relazioni.
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