L’Associations Européenne des Cheminots (AEC), appoggia la richiesta di riapertura – ricostruzione al traffico passeggeri e merci della linea Fano – Urbino – Acqualagna – Cagli – Pergola – Fabriano.
«La Fano-Urbino, direttamente connessa alla direttrice adriatica, collega la Valle del Metauro ad una realtà urbana meravigliosa di eccezionale valore storico-artistico come Urbino (tra l’altro è un importante città Universitaria con migliaia di studenti frequentatori) ed il cui tracciato, i ponti, i viadotti e le gallerie costituiscono un patrimonio architettonico ed ingegneristico di grande attrattiva turistica.
Si evidenzia a tal proposito che Il nuovo REGOLAMENTO DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO sugli orientamenti dell’Unione per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti, che modifica il regolamento (UE) 2021/1153 e il regolamento (UE) n. 913/2010 e abroga il regolamento (UE) n. 1315/2013 persegue ancor di più, rispetto alle precedenti norme, la Coesione Sociale fra tutto i popoli europei che si può ottenere solo riaprendo tutte le ferrovie chiuse nel tempo C’è la volontà di ridare ai cittadini europei anche delle aeree e dei territori interni e periferici la “Libertà di Movimento” cioè la possibilità di far raggiungere la propria scuola, il proprio posto di lavoro, l’ospedale, i negozi, il proprio medico, i propri cari, con i soli mezzi pubblici (la macchina sarà solo un ricordo con grandi benefici economici per le famiglie e per la lotta all’inquinamento).
Nel corso degli anni sono stati proposti molti progetti di riattivazione rimasti tuttavia senza esito.
Ora è vero che riaprire una ferrovia non è impresa di poco conto, ma se andiamo a vedere i benefici di ritorno si comprende subito che “il gioco vale la candela”. Treni regolari e moderni con un orario cadenzato spostano subito circa il 20% di automobilisti stanchi di code e traffico dalla strada alla ferrovia, mentre una pista ciclabile farebbe rimanere invariato l’inquinamento da auto. Naturalmente va rivisto anche il servizio con autobus, che va asservito alla ferrovia e non messo su strada in concorrenza con essa; infatti, i contributi chilometrici erogati dalle Province e dalle Regioni svantaggiano già in partenza la ferrovia che deve attenersi al contratto di servizio. In Lombardia, ad esempio la linea Milano – Lecco via Monza – Molteno – Oggiono, a semplice binario e trazione diesel, dalla stessa situazione della Fano-Urbino è rifiorita come non mai. A parte la lungimiranza dei politici locali che ne hanno bloccato il tentativo di chiusura, ci si è messi ad un tavolo e si è trovata una soluzione adatta alla linea stessa, provvedendo al riammodernamento dei vecchi binari, all’adattamento dei convogli esistenti, alla trasformazione delle stazioni impresenziate in semplici fermate e così via. Oggi su questa “affollatissima” linea ci sono dei modernissimi treni automotori come quelli della Merano-Malles che tutti portano ad esempio, tanto che ora ci si domanda già se non sarebbe un bene addirittura elettrificarla. Tra l’altro oggi sta succedendo la stessa cosa anche sulla Como-Lecco che fino a pochi giorni addietro era in odore anch’essa di chiusura mentre ora nuovi treni e nuovi orari.
Di seguito verrà esposta l’intera vicenda dalla costruzione della ferrovia Fano – Urbino, alla sua chiusura ai tentativi di riapertura. La Ferrovia Fano-Urbino è composta da due distinte entità costruite ed esercite differentemente: – la linea Fano-Fermignano (costruita nel 1916 e chiusa al traffico ferroviario nel 1987); – la tratta Fermignano-Urbino (costruita nel 1898 e facente parte della ex linea Urbino – Fermignano – Urbania – Acqualagna – Cagli – Acquaviva – Frontone – Canneto – Pergola – che poi proseguiva per Fabriano. La tratta da Fermignano a Pergola fu distrutta dai tedeschi nel 1944 nella seconda guerra mondiale e non più ricostruita.
Gli ultimi binari che erano rimasti tra Acqualagna e Cagli vicino alla SS Flaminia furono smantellati negli anni ‘70). La prima linea confluiva nella seconda presso la stazione di Fermignano. Nel 1985, a seguito del decreto ministeriale n.90/T del 4 luglio 1985, venne istituita un’apposita commissione con il compito di svolgere un’indagine conoscitiva sulle linee ferroviarie a scarso traffico. Con decreto del 28 luglio 1986, veniva disposta la soppressione del servizio viaggiatori sulla Linea Ferroviaria Fano – Urbino a partire dal 28 settembre 1986.
La linea fu sospesa dall’esercizio il 31 gennaio 1987, con decreto del ministro dei trasporti. Il 14 luglio 2000 nasce la Associazione Ferrovia Valle Metauro con lo scopo di valorizzare la tratta con un servizio di Velorail ad uso turistico. Con decreto ministeriale n. 430 del 15 dicembre 2011 a causa della decisa contrarietà al ripristino o al mantenimento del sedime dell’allora amministrazione provinciale, la tratta venne dichiarata ufficialmente dismessa.
Il 10 aprile 2013 il Consiglio di Stato respinse il ricorso presentato da Associazione Ferrovia Valle Metauro contro la dismissione della linea. Il 7 settembre 2017 è entrata in vigore la legge 9 agosto 2017, n. 128 riguardante l’istituzione e la valorizzazione di ferrovie turistiche situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico, tra le quali è stata compresa anche la ferrovia Fano-Urbino. In data 24 luglio 2019 tramite parere favorevole del CIPE è stato stanziato un milione di Euro con cui sarà realizzato uno studio di fattibilità per la riattivazione della linea ferroviaria Fano-Urbino a fini turistici: l’importo è contenuto nell’aggiornamento al contratto di programma tra Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e RFI 2017-2021 (tale studio è stato realizzato ma non se ne conoscono i risultati). Il 14 luglio 2000, come già indicato in precedenza, nasce l’Associazione Ferrovia Valle Metauro con lo scopo di valorizzare la tratta con un servizio di ferrocicli ad uso turistico. Successivamente l’associazione puntò al ripristino dell’intera tratta. Nel 2004 con l’appoggio tecnico dell’allora Colonnello Mario Pietrangeli, 48° Comandante del Reggimento Genio Ferrovieri, si cercò di farla ripristinare ed esercire dalle unità del Genio Ferrovieri (tale ottima iniziativa non riuscì).
La Situazione attuale vede:
La Regione Marche favorevole alla sua riapertura.
Lo studio di fattibilità RFI fatto o in corso d’opera (ma comunque non pubblicato).
AEC auspica una spedita soluzione delle problematiche che ancora non permettono l’avvio dell’iter procedurale per la ricostruzione della citata linea necessaria per ridare vita a Urbino e ai territori limitrofi e a tutte le aree interne ormai isolate.
Inoltre, a tal fine, si ricorda a tutti che, anche, la ricostruzione (non presa in considerazione) della storica ma mai compiuta ferrovia da Sant Arcangelo di Romagna a San Leo – Auditore – fino a Urbino (voluta dai militari nella prima guerra mondiale per deviare il traffico ferroviario quando la linea ferroviaria adriatica era bombardata dalle corazzate austro – ungariche) potrebbe costituire certamente una linea turistica per la bellezza dei territori che attraversa e soprattutto una linea ferroviaria strategica per ridurre l’intensità del traffico merci e passeggeri sulla linea adriatica».
Info: www.aecitalia.org
Ph. La stazione di Urbino, da Wikipedia.
Giuseppe Longo
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