Sarà presentato alle 18 di mercoledì 18 Settembre nella sala conferenze dell’ex casa Badalamenti, in Corso Umberto I n.183, il libro “Mafia & Droga. Lo stato delle cose – Rapporto 2024” (Mediter Italia Edizioni) di Umberto Santino, Giovanni La Fiura, Giovanni Burgio e Nino Rocca. Un’iniziativa promossa da “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato” e dal “Centro di documentazione Giuseppe Impastato”. Saranno presenti tutti gli autori. Modererà la giornalista Gilda Sciortino. Porterà i saluti Luisa Impastato, presidente di “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato”.
Sarà l’occasione per approfondire, attraverso i punti di vista e le analisi degli autori, il legame tra il fenomeno mafioso e il mercato della droga, con le innumerevoli connessioni e conseguenze che ne derivano. Uno studio, quello dei curatori del volume, sullo stato attuale della mafia, la produzione e il consumo di droghe, il ruolo della società civile, l’azione delle istituzioni.
«Il traffico di droga – scrive Umberto Santino nella prefazione al libro – ha segnato uno snodo fondamentale per l’evoluzione del fenomeno mafioso, poiché ha indotto una lievitazione dell’accumulazione illegale, paragonabile a quella derivante dal proibizionismo degli alcolici degli anni ’30 negli Stati Uniti. La droga era, e rimane, un fenomeno-calamita, che coinvolge una lunga schiera di soggetti e di gruppi sociali. Già prima, il traffico di stupefacenti comprendeva una serie di figure esterne a Cosa nostra; ora, soprattutto per la produzione e lo smercio di un derivato della cocaina, il crack, sono coinvolti interi gruppi familiari, anche i bambini, che, in mancanza di risorse legali, praticano attività illegali, che costituiscono gran parte dell’economia reale di una città come Palermo».
«Qui a Cinisi, Peppino Impastato ha vissuto in prima persona una resistenza al traffico di eroina, allo strapotere della mafia di Gaetano Badalamenti e contro la politica corrotta. Il legame tra mafia e droga – afferma Luisa Impastato, presidente di “Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato” – è oggi attuale più che mai. Proprio per questo è fondamentale e anche urgente continuare a scandagliarne le cause e le conseguenze. Sviluppare questa riflessione dentro le mura di quella che fu la casa di un boss che ha gestito per molti anni il narcotraffico a livello internazionale, bene oggi confiscato, assume un ulteriore valore, come segno e simbolo di riscatto e di un impegno che continua ancora».
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