Sarà una corsa a gustare i piatti tradizionali e i dolci di una volta; entrare nelle botteghe artigiane, sollevare la testa per ammirare un soffitto che pare di pizzo, meravigliarsi alle sculture di sale, costruire le maschere tradizionali con gli abitanti, inerpicarsi in quota per un picnic, o magari calarsi in una grotta dove stalattiti e stalagmiti hanno creato un vero teatro di pietra. Il terzo e ultimo weekend del Borghi dei Tesori Roots Fest sarà una collana di sorprese: qui un paesino arroccato, lì un castello federiciano, più lontano un reticolo di vicoli fioriti, passando per dame e cortigiani, monaci e studiosi, disegnando una Sicilia che è diversa ad ogni passo. Il festival, giunto alla sua quarta edizione, nell’Anno del Turismo delle radici, si è legato al progetto del Ministero degli Esteri attraverso la sua antenna territoriale, Italea Sicilia; è promosso dalla Fondazione Le Vie dei Tesori in collaborazione con tutti i Comuni e con l’Ufficio Scolastico Regionale, ed è sostenuto da IGT e dalla Fondazione Sicilia.

Nei borghi del Palermitano e del Trapanese, il programma è ghiotto e inatteso: a partire dalla sorpresa di questo ultimo fine settimana, a Petralia Soprana: 80 chilometri di gallerie che si intersecano le une sulle altre, che scendono nelle viscere della terra, visto che qui si estrae ancora sale purissimo e il giacimento si è formato circa sei milioni di anni fa. Ma nella miniera Italkali di Raffo c’è qualcosa di più, perché ospita il MACSS, il Museo di arte contemporanea Sottosale: è l’unico caso al mondo di 40 sculture di salgemma – realizzate nel corso di sei Biennali – dentro una miniera attiva. Senza dimenticare nel borgo l’antica “Libraria” del convento dei Padri Minori Riformati che pare arrampicata verso il cielo: un tesoro di manoscritti ecclesiastici, antifonari, gradualia, cinquecentine, breviari e raccolte di inni, incunaboli. A pochissima distanza, ma profondamente diversa, ecco  Petralia Sottana dove si ascolteranno gli aneddoti petralesi di Giampiero Farinella, affacciati dalla terrazza su piazza Duomo. Siamo sulle Madonie e tutto è bello: a Geraci Siculo apre il convento seicentesco dei Padri Agostiniani, con un imponente frantoio ancora intatto; nelle ex celle dei frati sono state allestite mostre permanenti, foto del secolo scorso e una preziosa collezione di nobili abiti d’epoca. Sempre sulle Madonie, c’è Bompietro, dove si incontra l’ormai famoso avvocato che ha deciso di cambiare vita, rilanciando l’antico caseificio; ma si potranno anche inforcare i visori e scoprire siti archeologici sulle Madonie che non esistono più o sono difficilmente raggiungibili. Gangi per il festival ha preparato un programma molto sfaccettato: conoscerete Fabrizio Fazio che costruisce tamburi a cornice con materiali poveri come pelli di capra, latta e setacci di legno; si visiterà il laboratorio dove si restaurano le opere d’arte e si potranno tentare esperienze inedite di Hatha Yoga e Street Fighting nel bosco. Poco più giù, nelle basse Madonie, c’è Isnello con la chiesa di San Michele Arcangelo che fa quasi piangere per la bellezza del suo soffitto intagliato. O Collesano dove si può partecipare a una passeggiata meditativa al tramonto, immersi nel silenzio del bosco, chiusa da prelibatezze locali (ma non dimenticate i tesori d’arte della chiesa e del chiostro di Santa Maria del Gesù, c’è anche un crocifisso di fra’ Umile). Prizzi ha un programma infinito ed è tutto legato agli abitanti, sarà una vera immersione nel borgo più autentico: si potrà seguire un laboratorio per costruire le famose “maschere” dei Diavoli protagonisti del famoso “ballo” tradizionale di Pasqua; ma si potrà anche seguire la preparazione del “cucciddatu” con i soci del Centro Diurno, o ascoltare veri, filastrocche, poesie dai soci di Prizzi nel cuore.

Ritorniamo verso Palermo: Baucina ormai ha capito che il visitatore si prende per la gola, e quindi lo invita a preparare insieme il cuddiruni, impastando, condendo e infornando la pizza più buona del mondo; e invita anche ad un’esperienza diversa, un picnic in quota (mille metri) sul Monte Cane. A Ciminna dove si “respira” Il Gattopardo (in 300 foto di set) nella chiesa di santa Maria Maddalena vi mostreranno lo splendore di stucco del Li Volsi (lo racconterà il cuntista e storico Rosario Priolo che da tempo studia la famiglia di stuccatori); e nella Biblioteca Brancato, uno dei primi volumi nato dopo l’invenzione della stampa a caratteri mobili.Senza dimenticarela biofattoria dove i classici animali da cortile … sono di razze strane … tipo capre scamosciate, tacchini ermellinati e addirittura gli. Costruita attorno ad un … olmo (o almeno questa è la leggenda che la lega ai signori Gravina Cruyllas) Valledolmo è al suo debutto, vi porterà tra i giovani che hanno preso in mano le aziende di famiglia e producono olio, vino e pomodoro siccagno che non ha bisogno di acqua per crescere: tra le aziende, una più interessante (e saporita) dell’altra, prestate attenzione a Verbumcaudo dove lavorano i terreni che il giudice Falcone tolse alla mafia. La passeggiata per le vie del borgo porterà alle opere di street art, alcune firmate da Igor Scalisi Palminteri, Crazyone, Gods in Love, Frode e parecchi altri.Da non perdere Pollina, tra mestieri di una volta, sapori perduti e tesori d’arte.

Le Vie dei Tesori ha messo a disposizione dei festival dei Borghi l’efficienza di una rete già consolidata e l’esperienza organizzativa: anche Borghi dei Tesori Roots Fest è una rassegna smart e digitale, con un unico coupon valido per le visite in tutti i luoghi che apriranno le porte. Come nel Festival delle città, un coupon da 18 euro varrà per 10 visite, un coupon da 10 euro per 4 visite; passeggiate ed esperienze avranno coupon a parte e si consiglia fortemente la prenotazione, soprattutto per le degustazioni. I coupon saranno disponibili sulla piattaforma delle Vie dei Tesori e nell’info point di ciascun borgo.