Tutte le Giornate internazionali sono state istituite nel ricordo di qualcuno o di qualcosa. L’oblio è il rischio peggiore che si corre in una società che corre veloce. Così come è facile scadere nel ridicolo della retorica o, peggio, nell’ equivoco.
L’8 marzo non è una “festa” ed è triste doversi “augurare” che certe cose finalmente cambino, nel quotidiano.
Il cammino per la difesa dei diritti non è concluso per le Donne; è ancora irto di difficoltà ideologiche e di limiti culturali difficili da scardinare, quasi come il primo giorno in cui tante valorose donne, molto prima di noi, sono uscite dai ranghi di quello che era un esercito silenzioso e hanno deciso di alzare la testa e la voce per ribellarsi e lottare.
Una società giusta, di libere ed eguali è possibile se solo certi cliché, cattive abitudini e pregiudizi verranno sradicati, per sempre. Per costruirla, ogni giorno, le donne hanno bisogno di essere unite e consapevoli dei loro ruoli e del loro valore ma hanno anche bisogno di uomini altrettanto consapevoli e complici, disposti a sostenerle e motivarle in ogni piccola grande battaglia, ambizione, speranza, sogno o idea.
Tuttavia, non sarà un traguardo facile e immediato finché sarà considerato normale:
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