“Io sono siciliano. Aiutatemi  a cercare le mie radici. Mio padre è nato qui. E io non so dove …”.  Anzi “sono siciliano, sono genovese, ma questa sera sono milanese”… così si espresse, nel 1986,  Frank Sinatra al Palatrussardi di Milano, prima di iniziare il suo spettacolo canoro.

Sì, Frank è siciliano, ma solo biologicamente, ma non culturalmente: I mass- media di tutto il mondo hanno fatto credere che Frank Sinatra non conoscesse il paese di origine di suo padre! “Ciò non può essere vero”, stante i contatti epistolari tra il padre Saverio e i familiari di Palagonia per più di mezzo secolo: le relazioni di Saverio  con i parenti di Sicilia e con amici e parenti   in USA, per un arco di tempo di circa 60 anni, non possono essere sfuggite ad un figlio tanto intelligente e abile qual era  Frank.  Frank non lo ha mai detto ma, se l’avesse voluto, avrebbe potuto così esprimersi: “sono    caltagironese,  perché mio bisnonno  e nonno nacquero e vissero a Caltagirone”, città che pullula di Sinatra.

Invero le sue origini, secondo lo storico Filippo Vitanza, come si evince da tante  sue ricerche effettuate presso  archivi ecclesiastici di Caltagirone, nonché nell’archivio parrocchiale  della Matrice di Palagonia, si trovano a Palagonia e Caltagirone in provincia di Catania, come si evince dall’albero genealogico e dai numerosi parenti di Palagonia  ed anche  un primo cugino del padre di Frank.

Tuttavia, alcuni social hanno scritto che le origini del padre di Frank Sinatra, si trovano in modo inoppugnabile a Lercara Friddi in provincia di Palermo e non a Palagonia in provincia di Catania. Don Filippo Vitanza, ex parroco, negli anni ’80, alla Matrice di Palagonia, non ci sta. Lui, autore di due pubblicazioni sulle origini del padre di Frank Sinatra, una del 1997  e un’altra del 2010, sostiene, a spada tratta, che la ricerca fatta da due giornalisti irlandesi è una ricerca superficiale.  Ecco la spiegazione: “un giornalista inglese mi informò che, nel 1956, il padre di Frank Sinatra fu convocato dalla FBI e in quell’occasione diede la sua data di nascita: il 4 maggio 1894; così pure un settimanale milanese, intorno al 1986/87, scriveva testualmente “i documenti ufficiali americani indicano  Antonio Martino Sinatra nato il 4 maggio 1894”. Per l’America, dunque, non esisteva un Saverio Sinatra, di anni 22, sbarcato a New York il 25 maggio 1904 e nato a Palagonia il 1882”.  La teoria di don Vitanza divenne ed è rimasta per lungo tempo quella prevalente, ma agli inizi degli anni Duemila due giornalisti irlandesi, Tony Summers e Roby San, impegnati in una biografia sul grande cantante, scoprono nei registri  di Ellis Island i nomi di quattro Sinatra sbarcati a New York nel 1903 e provenienti da Lercara.

La ricerca dei due giornalisti irlandesi, secondo lo storico Vitanza, è superficiale perché non hanno approfondito la ricerca, puntualizzando quanto segue. Il padre di Frank, fece, per qualche tempo, il pugile con nome d’arte Marty O’Brien, atteso che non si sono preoccupati di confrontare l’immagine del pugile con la foto dello sposo per verificarne l’identità.  Il padre di Frank, fece, per parecchi anni, il vigile del fuoco e, anche qui, nessuno ha pubblicato la foto del vigile e confrontarla con lo sposo della foto di matrimonio per verificarne l’identità. Non hanno notato la discrepanza sulle date di nascita del padre di Frank per darne una giustificazione, a Palermo risulta nato il 1894, a Lercara Friddi il 1892 e sulla tomba il1893: il padre di Frank è nato tre volte?

Come mai Antonino Sinatra, nato a Palermo, ha cambiato nome in Martino Sinatra e per quale ragione? Don Filippo Vitanza pare che “i giornalisti non hanno letto le mie due pubblicazioni in cui, si evince, l’epistolario intercorso tra il padre di Frank, lo zio Antonino e le sorelle di Palagonia fino al 1960 circa”. La foto che pubblichiamo è dell’anziano padre di Frank inviata alle sorelle di Palagonia agli inizi degli anni ’50, foto in possesso degli aventi causa della famiglia Sinatra, gelosamente custodita, mai pubblicata.

La ricerca, fatta dai giornalisti irlandesi, fa comodo alla famiglia Sinatra per l’immagine pura e trasparente e non nebulosa, a causa di un avo, che si macchiò di un delitto d’onore prima di partire per gli USA .Fa comodo a Lercara Friddi, piccolo centro nel cuore dei Sicani, per motivi propagandistici ! Vedi gemellaggio tra Lercara e Lumarzo (comune ligure in provincia di Genova) nel ricordo del grande Frank Sinatra: Liguria e Sicilia si stringono nel ricordo di Frank Sinatra.

Altra dichiarazione del giornalista della Sicilia Pippo Ardini che assistette il 13 giugno del 1987 allo “storico” appuntamento allo Stadio Favorita di Palermo, in cui, Frank, confermando quanto aveva già detto un anno prima a Milano e dimenticando che aveva già autorizzato una biografia ufficiale sulla sua origine etnea, disse: “Sono felice. Non sono stato in Italia per molto tempo, ma sono davvero felice di trovarmi qui. Io sono siciliano, mio padre è nato a Catania”. Trattavasi di depistaggio e/o, forse imbarazzato dai natali di Lucky Luciano , temendo ripercussioni sulla sua immagine già compromessa, mentiva per non apparire compaesano con lo stesso Lucky Luciano.” Credo che, per onestà intellettuale, la ricerca della verità storica dovrebbe esser tenuta al centro della ricerca giornalistica. In questa esposizione c’é la pista per raggiungere la pienezza della verità sulle origini del grande cantante-attore /siculo-americano Frank Sinatra.

Saverio Sinatra, nato il 13 aprile 1824,  sposò a Caltagirone Maria Napoli il 14 luglio 1846 nella cattedrale di San Giuliano.  Egli si trasferì a Palagonia, con tutta la sua famiglia, su invito delle famiglie Sessa e Ponte per effettuare lavori che richiedevano professionalità e doti artistiche. Il Palazzo Barresi e l’elegante tomba gotica della famiglia Sessa, presso il cimitero di Palagonia, furono tra le opere maggiori da lui eseguite.

Dei suoi dieci figli solo l’ultimo Antonio, pare, sia nato a Palagonia il 16 agosto 1875. Il terzogenito, di nome Giovanni, sposò a Palagonia Giuseppa Scaccianoce in data 24 febbraio 1881, da cui nacquero undici figli, ma soltanto quattro raggiunsero la maturità: Saverio nato il 22 novembre 1882, unico maschio sopravissuto, Maria (1884-1965), Anna (1887-1967), Angela (1917-1990). Alla morte della Scaccianoce (4 maggio 1898), Giovanni si risposò con Maria Leonardi (1854-1931). Ma la scelta del padre, non fu gradita dal figlio Saverio, perché la donna era di “bassa fortuna”; per la Leonardo, infatti, Giovanni era il terzo uomo cui si univa: essa aveva sposato regolarmente Alfio Mudò nel 1871 e dopo la sua morte, avvenuta nel 1898, aveva convissuto con un pastore quindi con Giovanni. Saverio considerò vergognosa la situazione venutasi a creare in famiglia con l’avvento della Leonardo.

L’atteggiamento, poco riguardoso e aggressivo, della matrigna verso le sorelle e il delitto d’onore commesso nel 1903/4 lo spinsero a lasciare l’Italia ed emigrare. Invero Saverio scappò in America poiché uccise l’uomo che si era rifiutato di sposare una sorella dopo averla costretta alla “fuitina”. Da ricerche sappiamo ora che Saverio partì da Napoli sulla nave Sicilia all’età di ventidue anni l’11 maggio 1904 e arrivò a New York il 25 maggio.

Saverio tagliò i ponti con il suo paese, tuttavia riallacciati i contatti con le sorelle, inviava alle stesse,  a Natale e Pasqua, 100 dollari scrivendo di suo pugno: “Vi mando tanti saluti e tanti auguri. Fatevi le buone feste.Egli mantenne i contatti con lo zio Antonino, che lo aveva aiutato economicamente ad espatriare ed era lui che, nella sua stanza, teneva appesa ad un chiodo la foto del piccolo Frank con un violino tra le braccia.

Tanta perseveranza da parte di don Filippo Vitanza non ha però trovato sponda alcuna a Caltagirone e a Palagonia, dove non c’è traccia di Frank Sinatra, a differenza che a Lercara Friddi, teatro di numerose iniziative da parte dei due giornalisti che attestano i natali lercaresi dei nonni paterni di Frank.Le amministrazioni calatine e palagonesi dovrebbero ricordare le origini del grande The Voice, simbolo dei tanti emigrati siciliani (sia siculi, che sicani o elimi) che “varcarono l’oceano sognando un futuro migliore, sorvolando sul fatto che ad emigrare e diventare un simbolo furono i nonni”.

Nino  Costanzo