L’immagine allegata – opera di un “pittore” estemporaneo, senza titolo e privo di talento – colloca nello sfondo in alto, affiancato alla chiesa di sant’Andrea, il sito dove le ragazze gratteresi in età scolare dopo il 1870, venivano ammesse, per diritto, a frequentare le prime tre classi della scuola elementare. Questo era un salto di civiltà enorme, perché veniva a dare loro il senso della dignità personale: uguale in tutte a prescindere dal censo e dalla categoria sociale di appartenenza.

Ecco perché quel punto deve essere valorizzato al di là del nome (Via delle Scuole) dato alla strada che fiancheggia la parete laterale della chiesa. Senza dimenticare che la nuova scuola non possa essere dissociata dalla precedente attività del Collegio di Maria, che, pur con carattere confessionale, rappresentava tuttavia un salto di qualità delle istituzioni religiose educative, da collegi aristocratici a istituzioni popolari, soprattutto a favore dei ceti meno abbienti. E inoltre proprio perché la scuola poté cominciare ad operare con le risorse finanziarie provenienti dall’ammenda che il barone di Gratteri dovette versare per aver chiuso in anticipo – con decisione- unilaterale – il Collegio per assenza di suore, trascurando così l’obbligo di tenere in vita l’istituzione nelle sue funzioni didattiche peculiari, su cui si era espressamente impegnato. 

Il che dovrebbe giustificare l’interesse di chi scrive verso la chiesa di sant’Andrea, alla quale egli ha proposto (in una recente nota in madonielive.com) di aggiungere l’attributo di “al Collegio”. Proprio per rimarcare l’importanza di questo istituto nel percorso storico del paese, da suddito a sovrano, con la metamorfosi del collegio medesimo in scuola pubblica. Senza dire che la chiesa in argomento con l’aggiunta di questo attributo potrebbe, bene a ragione, data anche la sua prevalenza sul caseggiato sottostante, assumere il ruolo dell’antico castello. Con la differenza, non trascurabile, di essere, rispetto a quello, simbolo di sovranità del borgo e di libertà per i suoi abitanti.

Così stando le cose, la presente nota non dovrebbe apparire come una sortita estemporanea di saccenteria. Ma, dato il declino inarrestabile della popolazione, come il segno della preoccupazione di un modesto oriundo gratterese, qual è l’autore di questa nota, tristemente compreso della probabile fine ingloriosa di quello che nel secolo scorso era il vanto unanimemente condiviso: una scuola elementare eccellente, grazie soprattutto al valore didattico e morale dei maestri che vi operavano con competenza ed amore.

Qualità queste di cui lo scrivente ha avuto esperienza indirettamente, perché il suo percorso istruttivo si è quasi totalmente svolto nelle scuole (elementari e medie) di Cefalù. Salvo l’inizio che avvenne proprio a Gratteri, per merito – come a rimarcare il passaggio da un istituto religioso alla scuola pubblica statale – per merito, ripetiamo, delle suore della Croce, la cui Madre superiora si improvvisò talent scout, adoperandosi per l’anticipazione della scolarità attraverso un esamino per l’accertamento del profitto conseguito nell’istruzione data dalle suore.

Le quali effettivamente svolgevano azione didattica pur nell’attività ludica della mattinata, strutturata perché questa non fosse uno sterile passatempo. Senza dire dell’opera di preparazione ai lavori domestici (ricamo soprattutto) delle ragazze più adulte. Un’opera che meriterebbe un riconoscimento ufficiale, come l’inestinguibile gratitudine che mi porto dentro da una vita, perché è stato loro il merito di quanto abbia potuto fare di buono, per avermi loro inculcato quel senso delle mie capacità che mi ha sempre sorretto, pure nelle occasioni di insuccesso.

Un buon motivo, anche questo, per auspicare la permanenza senza termine dell’associazione della chiesa di sant’Andrea a un istituto scolastico vivo e vitale quale deve essere quello della scuola media, oggi egregiamente allocata nel sito del vecchio e, per molti aspetti, glorioso Collegio di Maria.       

GIUSEPPE TERREGINO