«Sono appena uscita dall’ospedale, oggi resto in osservazione a distanza. Ho un ematoma, ma non c’è nulla di grave nella TAC, grazie a Dio. E grazie a Santo che mi ha parato il colpo…». E’ il contenuto del post che Benedetta Casullo, una volontaria e presidente dell’ “ONVGI” di Agira (EN) Cod 624, ha scritto stamattina nella chat operativa del volontariato di Enna per tranquillizzare tutti i colleghi. La scorsa notte, a Cefalù, mentre era impegnata con la sua squadra nelle attività di sopralluogo propedeutico alle operazioni di spegnimento di uno dei tanti focolai attivi nella località turistica, è stata colpita da una lastra di lamiera zincata.


Un foglio di lamiera sottile e tagliente volato via dalla strada sottostante a causa del forte vento. Pochi istanti prima la squadra di volontari e il loro accompagnatore, avevano udito un’esplosione: il fuoco aveva intaccato un magazzino in cui evidentemente era stipato materiale esplosivo. Forse fuochi d’artificio. « Ci trovavamo in contrada “Baronessa”. Eravamo scesi per un sopralluogo vicino a delle case. All’improvviso abbiamo sentito alcune esplosioni, forse botti enormi (fuochi d’artificio?) provenienti da un magazzino.
Ci siamo messi a correre per andare via. -scrive nella sua relazione di servizio Benny Casullo- Nel tragitto un’enorme folata di vento fa alzare in aria una copertura di un tetto in acciaio che c’era lungo la strada, ne abbiamo viste diverse sparse in ogni dove. Una di queste lastre ci ha investiti in pieno. Il mio collega Santo Branciforte ha cercato di proteggermi come ha potuto, ma la lastra mi ha colpito lo stesso sotto la nuca ». La disavventura non ha comunque fermato la squadra di volontari, composta anche da Krizia Longhitano e Filippo Ragusa (nella foto) che dopo aver accompagnato Benny Casullo in ospedale, tranquillizandosi sulle sue condizioni di salute, è rientrata in servizio.
Al momento dell’incidente era presente anche un militare dell’esercito della base logistica di Cefalù, non in servizio, Giuseppe Sferruzza, nella veste di accompagnatore, perché conoscitore dei luoghi, che sono impervi e difficilmente accessibili per chi non è del posto.

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