Lettera della Fillea Cgil Palermo a trenta aziende edili del palermitano per chiedere di rimodulare l’orario di lavoro, per non fare esporre gli operai ai lavori pesanti durante le ore di caldo estremo.

La richiesta finora è rimasta senza risposta.

“Con l’ondata di caldo che sta investendo la Sicilia, come ogni estate abbiamo inviato la settimana scorsa alle aziende una comunicazione in cui davamo indicazione di rimodulare l’orario di lavoro e di sospendere le attività più a rischio con temperature al di sopra dei 35° - spiega il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo - Le aziende sanno benissimo che possono attingere in questi casi alla cassa integrazione: esiste una circolare  specifica dell’Inps, del 28 luglio 2022 (messaggio numero 2.999)  che dà la possibilità di usare questo ammortizzatore sociale. Basta che il bollettino dell’Aeronautica preveda condizioni meteo da bollino rosso e scatta la cig”.

La lettera è stata inviata ad aziende come la Manelli, impegnata nel  collettore fognario, la Toto Costruzioni del raddoppio ferroviario Ogliastrillo-Cefalù, la D’Agostino dell’anello ferroviario, la Bolognetta scpa impegnata nel rifacimento della  Bolognetta Lercara, la Operes al porto di Palermo, l’Europea 92 del passante, l’Italiana Costruzioni impegnata al centro  Rimed di Carini e tante altre grandi e piccole imprese.   

“La stessa lettera l’abbiamo inviata anche ai soggetti preposti alla tutela dei luoghi di lavoro, lo Spresal, l’Ispettorato del lavoro, l’Inail. Ad oggi non abbiamo avuto nessun riscontro – aggiunge Ceraulo – Non solo in termini di risposta. Considerato che la comunicazione per l’attivazione della cig va inviata alle organizzazioni sindacali, il fatto che nessuno ne abbia fatto richiesta ci fa ritenere che i 10 mila operai edili attivi tra Palermo e provincia hanno finora lavorato in condizioni di caldo esasperato, pericolose per la salute. Con il rischio che da qui a qualche giorno potremmo ricevere comunicazioni di infortuni e malori per colpi di calore da parte di lavoratori che operano in tali proibitive condizioni”.

L’allarme è generale per tutti i lavoratori del settore esposti a lavori faticosi all’aperto. La Fillea sottolinea in particolare le condizioni in cui operano lavoratori impegnati in attività di scavo dentro le gallerie.

“Nelle gallerie la temperatura percepita va oltre i 40°. E questo, sommato alla produzione di gas e di inquinamento dei mezzi che trasportano materiali nelle zone di cantiere, rende impossibile ed estremamente pericoloso operare a temperature così elevate – prosegue Ceraulo - Sospendere alcune attività nelle ore più calde e attingere alla cassa integrazione non arreca alcun danno alle aziende. Non utilizzando questi strumenti, si arreca invece un danno enorme ai lavoratori sottoposti a un doppio rischio per la salute, malori e infortuni sul lavoro”.