“Anche quest’anno – dichiara Saverio Cipriano, coordinatore regionale del secondo documento della Cgil “Le Radici del sindacato” – ricorderemo Peppino Impastato fornendo il contributo della nostra componente sindacale al dibattito sui temi della pace, della non violenza, della lotta alla mafia, dei diritti negati nel mondo del lavoro e delle difficoltà sui luoghi di lavoro della comunità Lgbt. E parteciperemo al tradizionale corteo che si svolgerà il 9 da Radio Aut. Nel nome di Peppino continueremo la nostra lotta per dare più dignità alla Sicilia e per combattere l’autonomia differenziata, in una terra che continua a essere succube della mafia e del potere di lobby che non contribuiscono allo sviluppo della nostra realtà come sarebbe più opportuno”.

Domenica 7 maggio – I tre giorni di lavori organizzati da “Le radici del sindacato” per ricordare Peppino Impastato, a 45 anni dalla sua morte, si apriranno il 7 maggio alle ore 10 con una visita ai luoghi della memoria condotta da Giovanni Impastato, attraverso Casa memoria, il Casolare, luogo dell’omicidio e l’ex casa Badalamenti, diventata una biblioteca.

Nel pomeriggio alle ore 15 il primo seminario su “Autonomia differenziata, Italia allo sfascio”. Dopo i saluti del segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo, l’introduzione di Gaetano Azzariti, dell’Università La Sapienza di Roma e di Marco Esposito, saggista e giornalista de Il Mattino. Sarà ricordato Tano Nespola, coordinatore della sinistra sindacale di Caltagirone, di recente scomparso. Seguiranno gli interventi sull’autonomia di Enrico Panini, già vice sindaco di Napoli, Mario Agostinelli, associazione “Laudato, si”, Patrizia Frisoli, Rsu Comune di Milano, Lidia Undiemi, giurista, Lillo Fasciana, dell’assemblea generale nazionale Flc Cgil, Gioacchino Tiralongo, sociologo.

Lunedì 8 maggio – Ore 9.30 seminario su “La Bellezza contro la paura: tutelare l’ambiente e il territorio per contrastare la mafia”. L’incontro sarà aperto dai saluti di Luisa Impastato, presidente dell’associazione “Casa della memoria Felicia e Peppino Impastato”, Alfio Mannino, segretario generale Cgil Sicilia, Adriano Sgrò, assemblea generale Cgil nazionale. Introduce e coordina Katia Perna, dell’assemblea generale Cgil nazionale. Contributi: Federico Cafiero De Raho, già procuratore nazionale antimafia, Francesca Spatafora, direttrice polo regionale di Palermo per i parchi e i musei archeologici, Giuseppe Massafra, segretario Cgil nazionale.

  “Uno dei segni tangibili della violenza mafiosa è la devastazione cui sono stati sottoposti tanti territori del nostro Paese spiega Katia Perna - La ricerca del profitto attraverso la gestione di affari illeciti ha determinato la cementificazione selvaggia, lo smaltimento illegale di rifiuti tossici, la costruzione di inceneritori o discariche in luoghi di valore storico e/o ambientale. Ciò spesso con la connivenza della politica e nel silenzio di quelle autorità intellettuali e morali che avrebbero potuto e dovuto intervenire e mentre, come accade in Sicilia, sono stati completamente depotenziati gli enti pubblici preposti alla tutela del territorio, come le soprintendenze”.

 “In questo contesto – lancia l’allarme Katia Perna -  gli investimenti connessi al Pnrr, che costituiscono una grande opportunità di sviluppo, rischiano di trasformarsi nell’ennesima occasione per avallare interventi invasivi nelle poche aree non ancora non compromesse sotto il profilo ambientale e per sfruttare intensamente quel patrimonio storico-archeologico che di questo paese costituisce l’eredità più importante, quella bellezza che può costituire l’antidoto più efficace contro la rassegnazione e la paura”.



Alle ore 15 tavola rotonda dal titolo “Lo sfruttamento e l’invisibilità dei migranti: il dramma di chi arriva vivo”.

L'iniziativa,  promoss con la Camera del Lavoro Territoriale di Ragusa,  nasce nell'ambito della campagna Verità per Daouda Diane, il lavoratore ivoriano scomparso dall'interno di un cementificio ad Acate lo scorso 2 luglio, del quale non si hanno più tracce. L'ultima traccia di Daouda è un video nel quale denuncia le terribili condizioni di lavoro, soprattutto di sicurezza, attraverso un messaggio rivolto ai familiari nel quale ripete “Qui il lavoro è morte”.

“Parlare di questo caso nelle giornate di a Cinisi dedicate a Peppino Impastato significa unire simbolicamente il tema della mafia che ancora una volta sopprime chi si ribella, sia nel caso di attivisti politici come nel caso di lavoratori che non abbassano la testa. Ma il caso Daouda – dice il segretario della Camera del Lavoro di Ragusa Peppe Scifo, che interverrà alla tavola rotonda – rappresenta la punta di un iceberg dove alla base c’è una condizione di sfruttamento, negazione dei diritti e della dignità di chi lavora soprattutto in un territorio, quello ragusano, dove il grande comparto agricolo si regge in buona sostanza sul lavoro dei migranti. Non parliamo di economia povere ma al contrario di un contesto agricolo, fra i primi in Italia, dove la produzione di ricchezza è sotto gli occhi di tutti e marcia in direzione sempre di più di un’accumulazione basata sulla compressione dei diritti e del salario”.

Dopo le narrazioni del cantastorie Yosif Latif Jaralla, alla tavola rotonda con ospiti dalle diverse esperienze e vissuti professionali sul campo: Andrea Gentile, coordinatore progetti accoglienza Csd servizi e inclusione di Vittoria, Letizia Palumbo, ricercatrice università “Ca Foscari”, Marco Ommizzolo, docente Università La Sapienza e ricercatore Eurispes. Coordina: Giovanni Tizian, giornalista de “Il Domani” e scrittore.

Martedì 9 maggio. Il 9 alle ore 9,30 dibattito su: “Che genere di lavoro”, Diritti su lavoro e identità di genere: per non dimenticare Cloe Bianco, la docente transgender di Venezia, suicidatasi nel giugno scorso. Modera Serafino Biondo, assemblea generale Fiom Cgil nazionale. Contributi di Enrico Gullo, Nidil Stati Genderali, Gabriella Palermo di Nudm Palermo, Palermo Pride, Eliana Como, assemblea generale Cgil nazionale.

“I temi del dibattito – spiega Serafino Biondo – verteranno attorno alla violenza di genere che, in quanto sistemica e strutturale, attraversa tutti gli ambiti della vita incluso chiaramente il mondo del lavoro, un luogo di sfruttamento dove il genere funziona da ulteriore gerarchizzazione. Vogliamo quindi analizzare quali forme assume la violenza di genere nei posti di lavoro e la violenza economica per le donne e per le soggettività Lgbtqia+ e comprendere quali possano essere gli strumenti collettivi da sviluppare in piattaforme alternative, come il documento congressuale Cgil ‘Le Radici del sindacato’, la piattaforma del tavolo lavoro di Stati Genderali o il piano e le forme di sciopero elaborate da Non una di Meno”.

Alle ore 16 manifestazione e corteo da Radio Aut, a Terrasini, fino a casa memoria, a Cinisi.