Una delle linee politiche più accanitamente perseguite dall’amministrazione Cicero è l’intitolazione di sale, edifici e sottoscale del paese. Una vera e propria febbre, quella intitolativa, dal ritmo serrato. Quasi da far ricredere sul concetto di politiche locali da perseguire urgentemente e necessariamente.
Una delibera di giunta alquanto curiosa, datata 1 marzo 2023, attesta la febbrile mania dell’amministrazione Cicero, che già il 4 aprile del 2012 dichiarava di volere onorare illustri cittadini castelbuonesi (tutti rigorosamente stabiliti da lui), il cui nome doveva essere attribuito agli edifici scolastici locali. In questi anni è stato realmente intitolato il plesso S. Paolo, sebbene, stando al tonfo demografico, di quell’edificio verosimilmente Castelbuono non avrà più bisogno. Sono stati intitolati anche gli edifici delle scuole dell’infanzia (che poi il sindaco, di fatto, non conosca neppure l’esatto cognome degli intestatari, assimilandoli a due città Pistoia e Spoleto, conta poco). Di contro, sembra essere rimasta “in tredici” l’intitolazione del plesso S. Leonardo, oggi in funzione, ma tristemente noto alle cronache locali perché non collaudabile in seguito ai lavori di manutenzione di cui, nell’ultimo decennio, è stato interessato.
Nella nuova delibera si dice che il plesso doveva essere intitolato all’on. Gino Carollo, il maestro elementare che fu anche sindaco di Castelbuono, ma di questo in delibera non vi è cenno alcuno. La lettura diventa quanto meno curiosa quando, sui familiari, si scrive che il 18 ottobre del 2021 “gli stessi comunicavano che non avrebbero partecipato alla cerimonia di intitolazione e suggerivano altri edifici, piazze ecc… al fine di dare maggiore rilevanza alla figura del padre”, il che fa sottintendere che già a suo tempo fosse stata fissata la cerimonia. Sarebbero stati dunque degli ingrati questi familiari a rinunciare al nome del padre su un edificio del suo paese? E come sarebbe possibile, ci chiediamo, considerare più importante un qualsiasi altro edificio in luogo di un centro di sapere qual è una scuola? O piuttosto sarebbe pesata moralmente agli eredi l’intitolazione di una scuola non a norma al maestro Gino Carollo? E quella targa che si è intravista sull’edificio, sotto una copertura, cosa riportava senza che sia mai avvenuta una cerimonia? A noi viene da ridere leggendo che in una delibera vengano riportati, forse caso unico nella storia delle delibere di Giunta, presunte interlocuzioni fra il sindaco e i familiari dell’intestatario dell’edificio e sorge il dubbio che questo irriguardoso atto nei confronti del sindaco Gino e della sua famiglia sia da ascrivere esclusivamente ai noti pluriennali contrasti del sindaco Cicero col figlio di Gino, oppositore del cicerismo e del pensiero unico.
Ma tant’è. E siccome il sindaco è uno che non si fa fermare, morto un papa se ne fa un altro e, ipso facto, nel prosieguo della delibera del 1 marzo u.s. diventa palese che il nostro amministratore unico ha cambiato idea. Ora il fortunato vincitore dell’intitolazione è il medico Gino Strada, i cui familiari non possono conoscere (per fortuna loro) le vicende tecniche in cui è incappato l’edificio S. Leonardo né quelle legate al precedente Gino o, più correttamente, ai suoi consanguinei.
Ma bando alle ciance sempre Gino è! Da Gino Carollo a Gino Strada il passo è breve, e la magnifica idea si inscrive perfettamente nella visione grandiosa e cosmopolita del capo della Giunta locale che sa bene quanto il mondo ci guardi e rimanga allibito dal suo fantasioso fare politico.
Tempo fa abbiamo assistito ad un’altra intitolazione su cui riflettere ancora oggi, a posteriori: quello dell’aula consiliare. Un luogo che essendo del popolo di tutte le generazioni di castelbuonesi non dovrebbe portare il nome di nessuno. Ma il Sindaco, impegnato com’è a fare e a dire, non può perdere tempo a riflettere e neppure a farsi consigliare perché non è nelle sue corde.
Per questa e per tutte le altre intitolazioni non vi è stato un lavoro a monte, uno studio basato su criteri che avrebbero giustificato una scelta. E dal momento che la forma è sostanza, un sindaco non si può arrogare il diritto di scegliere le persone, le famiglie a cui elargire un’intitolazione come fosse una concessione privata, un segno di munificenza che può fare sorgere il dubbio che si voglia ottenere un senso di gratitudine “elettorale”, prescindendo, si capisce, da questa ultima a Gino Strada.
Non è questa la sede per valutare se e quanto le personalità scelte fossero degne del riconoscimento elargito loro dal sindaco pro tempore, bontà sua, ma perché riteniamo che la procedura corretta si debba basare su criteri oggettivi, e non sugli umori del sindaco di turno, di modo che un’intitolazione possa avere, per gli interessati, il significato pieno della libertà e della consapevolezza del merito.
Ovviamente la gratitudine rimane, ma è una gratitudine libera. Proprio quella che ogni politico serio dovrebbe perseguire.

Costituente per Castelbuono