Il Partito Animalista Italiano ha fermamente condannato l’abbattimento dei daini sulle Madonie di qualche giorno fa. Più che un abbattimento si tratta di una vera e propria mattanza pienamente legittimata dalle istituzioni regionali.

La Regione Siciliana giustifica l’uccisione dei daini sulle Madonie come contenimento della specie ma, in realtà, il contenimento della specie si sarebbe potuto fare diversamente senza spargere il sangue dei poveri animali. ‹‹Era proprio necessario ricorrere al contenimento dei daini mediante l’abbattimento? – spiega Patrick Battipaglia, dirigente regionale del Partito Animalista Italiano -. Praticamente si è autorizzata la caccia al daino all’interno di un’area protetta, con conseguenze nefaste per l’intero Parco delle Madonie. Non siamo certo noi a scoprire che il piombo contenuto nelle cartucce dei cacciatori è altamente tossico e inquinante, pertanto – prosegue il dirigente del Partito Animalista Italiano – ci domandiamo come sia stato possibile autorizzare i cacciatori a sparare sui daini all’interno della stessa riserva naturale? C’è da considerare che anche l’Unione Europea ha vietato, dal 2023, la caccia nelle zone umide proprio per via dell’alta tossicità del piombo contenuto nelle cartucce.

Quindi, oltre all’ingiustificato massacro dei daini si è permesso ai cacciatori di inquinare e contaminare il Parco Naturale delle Madonie. Come Partito Animalista Italiano – conclude Patrick Battipaglia – Ci chiediamo come mai non sia stata adottata una soluzione alternativa come, peraltro, già fatto in altre aree protette. Insieme al nostro ufficio legale, stiamo cercando di capire se sono state rispettate tutte le leggi in materia di tutela animale››.