Vivere l’autunno significa essere in grado di assaporarne ogni aspetto, ogni foglia, ogni cromia, ogni frutto che esso porta con sè.E’ una stagione talmente ricca e generosa che per amarla bisogna abbracciarla nella sua totalità, compresa la sua aria nostalgica e a tratti malinconica; bisogna essere dei veri cultori dell’autunno per coglierne tutta la sua bellezza.
In Sicilia è possibile respirare la magia dell’autunno in tantissimi luoghi, uno tra questi è certamente il Parco delle Madonie, in provincia di Palermo.
Si tratta di un ambiente versatile in grado di cambiare volto in base alle stagioni: qui la natura sa essere molto generosa anche durante l’autunno, quando riesce a dipingere di pennellate calde e decise ogni singola foglia, ogni rivolo d’acqua, ogni angolo di cielo.
Nei luoghi che ricadono nel Parco si rimane affascinati per mille motivi: i borghi che ne fanno parte riescono ad accogliere il visitatore in atmosfere talvolta surreali, mentre percorrendo sentieri e vallate è la natura la vera protagonista.
Flora, fauna, niente è dato per scontato: le fronde dei rami sembrano danzare accarezzate dai raggi del sole, mentre le foglie bisbigliano ad ogni alito di vento.
E poi le nuvole, che dipingono l’azzurro cielo e che ogni tanto velano sì il Sole, ma subito dopo ci regalano giochi di luce e colori iridescenti.
Vi era un tempo in cui le cascatelle, poche ma d’effetto, scorrevano impetuose anche in autunno, alimentate dalle piogge stagionali che ora, ahimè, scarseggiano pericolosamente.
Ma arriverà l’inverno e porterà con sè la neve e le cascate torneranno ad essere vive.
Intanto da diversi anni ha preso piede un fenomeno tipico dell’autunno: il foliage.
Anche le Madonie vengono avvolte da questo momento di magia, in cui i colori si fanno sempre più intensi, passando dal giallo all’arancio, per culminare con il rosso che di lì a poco inonderà il paesaggio di tonalità indescrivibili, rese talvolta più interessanti anche dalle nebbie autunnali.
Nei pressi di Piano Zucchi vi è l’ormai famoso Laghetto di Mandria del Conte: qui è facile constatare il passaggio di testimone tra le stagioni, che rendono il luogo sempre nuovo e suggestivo: le acque del lago riflettono gli alberi, suoi custodi, che con i loro colori cangianti riescono a creare un’atmosfera magica.
Alle loro spalle le pareti di roccia sembrano voler proteggere quella bellezza che in autunno diventa una colata d’oro sul paesaggio, mentre il Monte Mufara svetta silenzioso e fiero con in cima il suo occhio puntato verso lo spazio infinito.
Avventurandosi per Piano Zucchi, Piano Battaglia o Piano Cervi è molto facile negli ultimi tempi imbattersi in esemplari di daini e volpi, che oramai si spingono sempre più verso le strade.
Sono dei piacevoli incontri da fare, soprattutto per i fotografi che spesso hanno l’opportunità di cogliere il momento giusto per poterli immortalare.
Tra foliage, suggestive nebbie e splendida fauna non dimentichiamo di volgere lo sguardo anche al cielo, dove i tramonti cedono il passo a luminose lune e a notti colme di innumerevoli stelle.
Sono più miti le mattine
e più scure diventano le noci
e le bacche hanno un viso più rotondo.
La rosa non è più nella città.
L’acero indossa una sciarpa più gaia.
La campagna una gonna scarlatta,
Ed anch’io, per non essere antiquata,
mi metterò un gioiello.
-Emily Dickinson
Articolo e foto di: Teresa Molinaro
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