La storia di una giovane donna di Termini Imerese che per lo Stato era diventata una “irrintracciabile” e, come tale, priva di qualsivoglia diritto.; una donna senza fissa dimora che, in un momento di grande difficoltà della sua vita, aveva iniziato a vivere per strada, su una panchina, lontana dal calore di una casa. Il racconto è del sindaco di Termini Maria Terranova.


Ebbene – continua – il Comune di Termini Imerese ha riconosciuto la prima “residenza virtuale” e l’ha riconosciuta proprio a questa giovane donna che potrà così accedere a servizi essenziali alla persona come ad esempio la sanità pubblica (potrà, come prima cosa, scegliere un medico curante).
Si parla tanto di diritto all’uguaglianza formale e sostanziale, al lavoro, alla libertà personale, all’inviolabilità del domicilio, alla salute, all’assistenza e alla previdenza sociale.
E poi – dice il sindaco – invece, comprendi il dramma dell’esistenza di uomini e donne definiti “non rintracciabili” e, come tali, privi di diritti.
Nella foto la gioia di un Sindaco, di un Assessore e di Angela, Giusy e del Responsabile dei Servizi demografici e Stato Civile Ignazio Vivirito (che ringrazio, uno ad uno, insieme alle Assistenti sociali per il lavoro svolto e per la straordinaria umanità dimostrata) nel “consegnare”, a questa splendida giovane, le “chiavi” per una nuova vita.Da oggi risiede virtualmente in quella che l’Amministrazione ha voluto chiamare “Via della Gioia”.


Perché – conclude il sindaco – ho deciso di raccontarvi questa storia?
Perché non abbiamo mai smesso di rimanere in ascolto.
Perché, purtroppo, la storia ci insegna che in tempi di populismi funzionano solo le bocche: quella del popolo che si lamenta magari di non essere abbastanza considerato e quella dei leader che urlano: alcune volte quelle di tutti, tutte insieme.
Funzionano poco, invece, le orecchie.
Ascoltare davvero non è mai una cosa facile: noi non abbiamo mai smesso di provarci.