Territorio

A Cefalu’,la Mostra fotografica “Sacra Tempora Currunt” di Marco Bennici: quando l’immagine racconta parole.

Marco Bennici, si racconta , ci racconta a Cefalu’ , nella splendida cornice del Bastione in una personale il suo modo di intendere la fotografia , la sua sensibilità nel rintracciare la luce nel volto di chi cattura il suo sguardo e la sua attenzione.

Lo spettatore rimane colpito dalla “prepotente” bellezza  delle immagini forti che riescono a provocare una totale immersione dei luoghi e negli attimi narrati.

La ricerca del sacro nel volto, la ricerca di ciò che di unico c’è in ogni uomo/donna.Nella filosofia buddista potremmo dire che Marco  prova a cogliere la scintilla “divina”  che ciascuno di noi porta dentro di se’.

Marco ha curato con molta attenzione l’allestimento della sua personale, dove lo sguardo viene inevitabilmente indotto ad una riflessione di pensiero che tende ad accostare momenti  della vita di un uomo apparentemente molto diversi, i colori composti  e rigorosi di una festa religiosa, con  l’esplosione “disordinata” di corpi in movimento durante una parata del pride, sembrerebbe un accostamento sacro-profano, in realtà l’artista ci induce ad una riflessione : “chi può decidere cosa è sacro ? Chi può decidere veramente cosa sia profano? .

Il nostro pensiero per troppo tempo educato a pensare per categorie, ci induce a guardare troppo spesso le cose, dentro schemi per spiegarle, in realtà dovremmo abituarci ad un pensiero più libero e ad una sensibilità più ampia che ci guidi a leggere la vita con una sensibilità diversa, più attenta alla ricerca non delle ragioni, dei perchè se giusto o sbagliato, ma della diversità che è una costante dell’esperienza della natura e dell’esistenza stessa.

Per chi conosce Palermo, nella sua intima e profonda essenza di nomi, personaggi, tradizioni, folclore, quella di Marco Bennici è un’omaggio alla bella città dai colori vivaci e forti, quella dove l’urlo o di gioia o di dolore lo senti nei colori e negli sguardi dei luoghi e delle persone.

In alcuni scatti, Marco ritrae lacrime soffocate che diventano musica, preghiera, in altri ci sono occhi che chiedono di essere guardati senza giudizio, in particolare il ragazzo “dai capelli colorati ed il ventaglio in mano ” che dice a chi lo guarda che essere gay è soltanto un altro modo di vivere l’esistenza, dunque non guardare come se avessi davanti un marziano, libera la mente!.

O ancora la performance del ragazzo in gabbia ai quattro canti , sembra dirti “guardami sei in gabbia esci dalla gabbia,  prova ad essere una persona  libera”, tutta la nostra vita spesso la sprechiamo cercando di piacere agli altri, dovremmo invece imparare prima di tutto a piacere a noi stessi e a seguire i nostri sogni ed inclinazioni.

la fotografia è uno dei più potenti strumenti di comunicazione , l’occhio si innamora e la mente si collega con la mano, e con un click l’emozione provata diventa fotografia , è un miracolo , la potenza di questo gesto ormai per molti diventata abitudine, facciamo tutti centinaia di scatti più o meno interessanti , più o meno audaci , ma raramente comprendiamo come in quell’atto stiamo compiendo qualcosa di straordinario.

L’attimo diventa memoria, l’attimo diventa parola in immagine.

La fotografia è un racconto per immagini, Marco Bennici è riuscito in questa sua personale a raccontare  in maniera audace la bellezza dello sguardo che coglie la vita, attimi di vita diversi.

Andate a vederla è un bel tuffo nel regno delle emozioni visive.

Sabrina Miriana

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