La ricorrenza dell’attentato di via D’Amelio, quest’anno giunta al suo 30° Anniversario, è sempre un momento dedicato alla riflessione e, seppur nella compostezza che ogni evento luttuoso pretende, alla celebrazione della memoria e del sacrificio di 6, tra donne e uomini dello Stato, morti per aver fatto il loro dovere.

Il trentennale della strage di via D’Amelio, a Palermo, vivrà un importante prologo questa sera: alle ore 21:00, in cortile Maqueda, presso la prestigiosa sede dell’Assemblea Regionale Siciliana, sarà ospitato uno spettacolo teatrale dal titolo “Io, Emanuela. Agente della scorta di Paolo Borsellino”, interpretato dall’attrice Laura Mantovi, con la regia di Sara Poli, che racconta la storia della giovane poliziotta di origini sarde che perse la vita a soli 24 anni (unica donna delle Forze dell’Ordine che ha perso la vita per mano mafiosa) nel terribile attentato dell’estate del 1992.

L’opera che racconta in prima persona la storia della giovane poliziotta che abbandonò da giovane la sua Sardegna e trovò la morte in Sicilia, è un significativo spaccato di uno dei periodi storici più sanguinosi e complessi della nostra storia recente. Attraverso un monologo che usa toni garbati e spietati allo stesso tempo, l’elencazione dei tanti fatti di sangue che in quegli anni macchiarono le nostre strade e culminati nella strage di via D’Amelio, suona come un accorato appello alla denuncia di ogni episodio di mafia, così da poter offrire una speranza alle tante “Emanuela” che si affacciano alla vita, lottando quotidianamente in nome di valori portanti della nostra democrazia.

La rappresentazione dell’opera a Palermo, in occasione del trentennale di via D’Amelio, appare come il naturale completamento di un “continuum” che ha già visto altri comuni e significativi luoghi ospitarla come per esempio il carcere di Brescia ed il comune sardo che diede i natali ad Emanuela. La circostanza che, ovunque, sia stata accolta con entusiasmo e coinvolgimento, anche in luoghi nei quali non era scontato che accadesse come una casa circondariale, è la dimostrazione che la storia di Emanuela Loi è un po’ la storia di tutti noi. La storia di una ragazza nata in Sardegna e morta in Sicilia, la storia di una bambina che sognava di fare la maestra, finita a fare la poliziotta ma che, in fondo, maestra di vita lo è diventata lo stesso. Una storia che è dovere di ognuno di noi ricordare perché, come chiedeva di fare Paolo Borsellino, è importante parlare di mafia ovunque e cercare di fare ciascuno la propria parte, per ciò che possiamo fare.

Nel corso della serata, la Polizia di Stato ricorderà Emanuela Loi attraverso altre declinazioni artistiche: verrà infatti consegnato alla Polizia di Stato un quadro donato dall’artista Daniela Volpi e dedicato ad Emanuela Loi. Il quadro, appunto denominato “Emanuela”, fa parte di una più ampia collezione dedicata dall’artista a volti femminili che vogliono tratteggiare le proverbiali qualità e caratteristiche delle donne, spesso capaci di vivere la vita con stupore e disincanto: è quel che accade a chi si imbatta nel ritratto di Emanuela Loi, un incontro con la spensieratezza di una donna solare con tanta voglia di vivere.    

 Il 19 luglio, il giorno del “trentennale” verrà, invece, scandito attraverso due momenti di raccoglimento che si succederanno in mattinata:

•          la deposizione, alle ore 10:00, di una Corona d’alloro da parte del Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, prefetto Lamberto Giannini, presso la lapide che, all’interno dell’Ufficio Scorte della Questura di Palermo, ricorda il sacrificio dei Caduti della Polizia di Stato nelle stragi di Capaci e via D’Amelio.

•          la celebrazione, alle ore 11:00 in Cattedrale, di una Santa Messa in Suffragio, officiata dall’Arcivescovo di Palermo, Monsignor Corrado Lorefice e dal Cappellano Provinciale della Polizia di Stato, Don Massimiliano Purpura, nella quale si raccoglieranno tutti i poliziotti di Palermo e le massime Autorità;

Fu subito chiaro a tutti che ciò che accadde in una tranquilla e riservata via di una zona residenziale, in quell’afoso pomeriggio estivo di 30 anni fa, era un attentato allo Stato ed alla centralità delle sue Istituzioni.

Dalla parte malata della nostra provincia, allora, partì una minaccia che, annientando vite e spazzando storie personali di poliziotti e magistrati, tentava di far saltare le nostre fondamenta democratiche.

Fare memoria di quell’evento è, anche e non solo, ricordare la nostra storia ed il nostro cambiamento. Con la quotidiana attività di contrasto al crimine realizzata su strada, ogni poliziotto palermitano dimostra di aver fatto tesoro della lezione dei colleghi scomparsi a Capaci e via D’Amelio trent’anni orsono: esserci, infatti, sempre ed al fianco del cittadino è ormai una delle prime “consegne” che il poliziotto palermitano smontante trasferisce a chi gli subentra nel turno di lavoro ed adempierla è il miglior modo per render vivo il ricordo di chi la vita perse proprio per stare accanto a chi era necessario proteggere.

Sarà possibile seguire l’evento dell’Ars, stasera 18 luglio, a partire dalle ore 21:00, in diretta sulla pagina facebook del profilo social della Questura di Palermo