Salutiamo con favore la lettera che il neonato movimento della Costituente per le Madonie-Imera ha trasmesso al Presidente dell’Ente Parco, in merito al progetto di completamento della Diga di Blufi, ripercorrendo la cronistoria degli interventi realizzati nel corso degli anni ottanta e novanta, ed esponendo le tre ipotesi previste dal Dipartimento regionale Acque e Rifiuti (1. completamento progetto esecutivo del 1987; 2. completamento progetto con modifiche dimensionali e funzionali; 3. “opzione zero” con rinaturalizzazione e risanamento ambientale) e le relative ricadute sul territorio in termini ambientali, naturalistici e del corpo idrico.
“La comunità di Castelbuono non permetterà il secondo “scippo” sulle risorse idriche. Il primo è avvenuto con gli interventi realizzati a Fosso Canne negli anni ’80, arrecando danni irreparabili al sistema idrogeologico di quella montagna, depauperando le sorgenti che forniscono l’acqua nel nostro versante”.
Con questo monito, il 10 febbraio scorso, il Sindaco di Castelbuono Mario Cicero, denunciando l’assordante silenzio che è seguito alla sua richiesta di convocazione del Consiglio del Parco (inviata circa venti giorni prima al Presidente dell’Ente Parco e ai Sindaci dei Comuni facenti parte), chiedeva alla società civile, agli organi di informazione, ai sindacati, alle associazioni di categoria, associazioni culturali, ambientali e alle forze politiche madonite di aprire un confronto su alcuni temi strategici che rischiano di segnare e ipotecare il futuro delle nostre comunità e dell’intero comprensorio madonita.
I lavori di completamento della costruzione della diga di Blufi, e le relative opere connesse, in particolare la messa in funzione della traversa di quota 905 mt. a Fosso Canne, contribuiranno ad impoverire ancora di più il nostro territorio, stravolgendone l’assetto naturalistico e della biodiversità (si pensi agli effetti devastanti che la diga e le relative opere produrrebbero nei territori di Petralia Sottana e Blufi) nonché lasciando letteralmente a secco il versante idrico di Canne, già condizionato pesantemente dai lavori realizzati negli anni ’80 (pur non messa in funzione, la costruzione della galleria di Canne/Pomieri ha deviato le falde idriche drenando gran parte delle risorse e prosciugando le nostre sorgenti).
A quanto sopra espresso si aggiunge oggi la necessità di tutelare le qualità delle fonti di approvvigionamento delle risorse idriche e delle nostre sorgenti in quanto tale requisito, unitamente all’ubicazione delle stesse in un’area naturale protetta e all’utilizzo efficiente della risorsa e la tutela del corpo idrico, rappresenta la condizione indispensabile per la salvaguardia ed il mantenimento della gestione diretta del servizio idrico integrato da parte dei Comuni.
Abbiamo il dovere di sottolineare che, probabilmente, per una maggiore correttezza e onestà intellettuale la Costituente per le Madonie-Imera avrebbe potuto prendere atto delle posizioni precedentemente espresse in tal senso dal Sindaco di Castelbuono, che ha contribuito ad accendere i riflettori su questa, e su altre, delicatissime vicende.
Tuttavia riteniamo che questo non è il momento delle polemiche, ma del confronto e pertanto invitiamo la Costituente per le Madonie-Imera ad un tavolo, con il nostro movimento e con quanti vorranno partecipare, per condurre insieme tutti gli approfondimenti e le verifiche necessarie, nonché per condividere eventuali forme di opposizione e di lotta, contro questo scempio che rischia di essere perpetrato a nostro danno.
Come Movimento Democratici per Castelbuono abbiamo già avviato questo ragionamento la scorsa domenica, 13 febbraio, con un incontro pubblico dal titolo “I rifiuti e l’acqua: da criticità a risorse”, confrontandoci con docenti universitari, associazioni di educazione ambientale e Legambiente, l’organizzazione ambientalista che già nel mese di ottobre, all’indomani della gara per la progettazione, aveva protestato nei confronti della Regione sollevando dubbi e criticità in merito alla realizzazione della diga e quindi allo spreco di risorse pubbliche.
Continueremo a discuterne anche questo pomeriggio, alle ore 17.00, al Centro Sud a Castelbuono, insieme ad alcuni amministratori del territorio, ai ragazzi delle consulte giovanili e del movimento “si resti arrinesci”, impegnati ad invertire l’amaro destino segnato dal detto “si nesci arrinesci”, per dimostrare che è possibile rimanere, investire e costruire il proprio futuro nella propria terra.
La Diga di Blufi rappresenta inoltre solo una delle questioni poste dal Sindaco Cicero, insieme alla costruzione dell’impianto per il trattamento dei rifiuti in c.da Balza di Cetta a Castellana Sicula (incomprensibilmente consegnato ai privati mediante un progetto di finanza, senza tenere conto delle opportunità previste dal PNRR), all’ammasso di materiale inerte che sta stravolgendo il territorio in prossimità del cantiere per il raddoppio ferroviario e – potremmo aggiungere all’elenco: il recupero delle cave di Polizzi (altra ferita in pieno Parco), la gestione di Piano Battaglia con i relativi impianti sciistici, la sanità territoriale di base, il futuro dell’area industriale di Termini Imerese e, infine, cosa ne faremo dell’attuale linea ferroviaria Castelbuono-Cefalù, al termine dei lavori per il raddoppio ferroviario che vedrà attivo un nuovo tracciato?
Di tutto ciò confidiamo si possa discutere, con la Costituente per le Madonie-Imera, ma soprattutto con tutti i portatori sani di interesse e con le forze politiche e sociali del nostro comprensorio, auspicando che a tale confronto – che segnerà il futuro delle nostre Madonie – possano prendere parte anche gli amministratori che negli ultimi tempi si sono trincerati dietro un assordante e incomprensibile silenzio.
Movimento Democratici per Castelbuono