Quando Alberto Di Pisa fu assegnato alla Procura Generale di Palermo (il mio ufficio di allora) a conclusione di un periodo di sospensione dal servizio – che gli era stata inflitta per la “colpa” di …. essere intervenuto quale magistrato di turno esterno sul luogo della strage di Capaci – si stabilì presto tra noi un rapporto di confidenza, che lo portò – dopo iniziali remore – a raccontarmi in tutti i particolari la vicenda del “Corvo”, convincendomi di essere stato la vittima sacrificale di un gioco torbido, molto più grande di lui.
Si comprendeva chiaramente che le traversie subite, e l’isolamento conseguente, lo avevano fortemente segnato e ne avevano inasprito l’indole di per sé schiva ed introversa; mostrava per questo di apprezzare molto la cordialità e la stima reciproche che si erano invece stabilite tra noi, superando ogni diffidenza.
Questo rapporto amichevole non è venuto meno nemmeno quando – qualche anno dopo – ci siamo trovati in concorrenza per l’incarico di Procuratore della Repubblica di Termini Imerese, dove lui prevalse per un solo voto, quello – decisivo – di Franco Lo Voi, all’epoca Consigliere del CSM e in precedenza collega di entrambi in Procura Generale (Siamo tutti insieme in questa foto, in occasione di una apertura di anno giudiziario, e con noi c’è anche l’indimenticabile collega Nino Gatto, da tempo venuto a mancare, che partecipò anch’egli alla “corsa” per Termini Imerese).
Viveva con grande impegno e senso di responsabilità la funzione di Pubblico Ministero; era appassionato, competente, intellettualmente onesto e indipendente; innegabile persona per bene e vero uomo di Giustizia, ma ineluttabilmente rimasto, fino all’ultimo, vittima di pre-giudizi!!
Ciao Alberto … e perdonaci!!